Commercio - le proposte di Bruxelles per imprese e consumatori UE
Dagli accordi con Australia e Nuova Zelanda alla riforma del sistema per la risoluzione delle controversie sugli investimenti: le priorità del pacchetto sul Commercio presentato dalla Commissione europea.
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Sulla scorta di un primo annuncio del presidente Jean-Claude Juncker durante il suo discorso sullo Stato dell'Unione, la Commissione europea ha presentato a Bruxelles un pacchetto di proposte in materia di commercio tese alla realizzazione di un'agenda commerciale "ambiziosa e innovativa".
I punti principali del pacchetto sono:
- una proposta relativa a un quadro europeo per il controllo degli investimenti esteri diretti;
- le raccomandazioni al Consiglio UE per l'avvio di negoziati su accordi commerciali con l'Australia e la Nuova Zelanda, basati sulle recenti intese concluse positivamente con Canada, Singapore, Vietnam e Giappone;
- una raccomandazione al Consiglio UE per l'avvio di negoziati relativi all'istituzione di un tribunale multilaterale per la risoluzione delle controversie in materia di investimenti. L'iniziativa, spiega Bruxelles, è intesa ad innovare la governance mondiale attraverso "un ulteriore passo avanti verso un approccio più trasparente, coerente ed equo al trattamento delle denunce presentate dalle società nel quadro degli accordi per la protezione degli investimenti";
- una "trasparenza senza precedenti";
- l'istituzione di un gruppo consultivo sugli accordi commerciali dell'UE.
Accordi commerciali con Australia e Nuova Zelanda
A settembre 2017 la Commissione europea ha presentato al Consiglio due raccomandazioni per avviare i negoziati in vista di accordi commerciali con l'Australia e la Nuova Zelanda, insieme ai rispettivi progetti di mandati negoziali. Nell'ambito dei suoi sforzi per aumentare la trasparenza e favorire il coinvolgimento del pubblico nelle discussioni sulla politica commerciale, tutti i documenti sono stati pubblicati online.
Perchè degli accordi commerciali con Australia e Nuova Zelanda?
Bruxelles spiega la necessità di stringere delle intese di libero scambio con Australia e Nuova Zelanda attraverso sei punti:
- Stringere accordi con "due partner vicini all'UE per valori" contribuirà ad offrire posti di lavoro, crescita e investimenti, portando benefici a imprese e cittadini dell'Unione,
- L'Australia e la Nuova Zelanda sono tra le economie sviluppate in più rapida crescita. Entrambe hanno già concluso numerosi accordi commerciali con altri partner. Finchè l'UE non disporrà di accordi bilaterali preferenziali con essi, dunque, le imprese dell'UE avranno condizioni meno favorevoli per l'accesso a tali mercati,
- Gli accordi si baseranno sui negoziati commerciali attualmente in corso con diversi paesi dell'area Asia-Pacifico, consentendo all'UE di approfondire i rapporti con una delle regioni economiche più dinamiche al mondo,
- Le intese aumenteranno l'alleanza dell'UE con partner impegnati negli stessi valori, a livello diritti umani e standard lavorativi e ambientali, di salute e tutela dei consumatori,
- Gli accordi promuoveranno lo sviluppo sostenibile attraverso disposizioni in materia di occupazione e ambiente,
- Infine, nel lungo termine gli accordi dovrebbero aumentare le esportazioni dell'UE verso Nuova Zelanda e Australia di circa un terzo.
Prossimi passi
Come passo successivo, la Commissione chiederà agli Stati membri di autorizzare l'avvio di negoziati formali e di adottare le direttive di negoziato.
I negoziati potranno iniziare una volta che il Consiglio avrà dato la sua approvazione. La Commissione, in ogni caso, si è detta "pronta ad avviare i negoziati quest'autunno e mira a concluderli prima della fine del mandato".
Riforma del sistema di risoluzione delle dispute in materia di investimenti
Ultimo passo del percorso verso un sistema multilaterale per la risoluzione delle controversie in tema di investimenti, la raccomandazione del 13 settembre 2017 della Commissione europea esorta il Consiglio UE ad autorizzare l'avvio dei negoziati per una convenzione che istituisca una corte unica per l'appianamento delle dispute in sostituzione dell'attuale sistema dell'ISDS.
Vediamo ora in quale contesto si colloca la proposta di Bruxelles.
> Investimenti - il punto sulla proposta UE di tribunale multilaterale
Perchè una riforma del sistema ISDS?
L'idea di riformare il sistema di risoluzione delle controversie sugli investimenti in chiave multilaterale è un tema di cui si discute da alcuni anni sia in ambito europeo che internazionale. La questione è nell'agenda di diversi Paesi terzi, oltre che di varie organizzazioni internazionali.
Nel contesto europeo l'ipotesi è emersa per la prima volta nel 2014, quando, nel corso di una consultazione pubblica, diversi stakeholder hanno proposto di modificare in chiave multilaterale il sistema di appianamento delle dispute, organizzato fino ad allora (e ancora oggi) in strumenti bilaterali.
E' però solo durante le trattative interne all'Unione sul TTIP, nel 2015, che la Commissione UE ha proposto ufficialmente l'idea di un tribunale multilaterale, accolta con favore sia dal Parlamento europeo che dagli Stati membri.
La proposta di Bruxelles prevede l'istituzione di una Corte permanente unica, sul modello di quella prevista dall'accordo economico e commerciale UE-Canada (CETA), da utilizzare nell'ambito delle future intese commerciali a livello globale e da sostituire all'attuale sistema ad hoc, l'ISDS (Investor-State Dispute Settlement), nei 3200 accordi già in vigore.
Consultazione pubblica degli stakeholder
Al fine di raccogliere opinioni sulle possibili opzioni di riforma del sistema di risoluzione delle dispute, l'Esecutivo UE ha lanciato a dicembre 2016 una consultazione pubblica, rimasta aperta fino al 15 marzo 2017.
Tutti i soggetti interessati a contribuire, hanno avuto la possibilità di rispondere a domande su questioni legate alla proposta, quali: principali problemi e possibili soluzioni politiche, aspetti tecnici ed eventuali impatti.
La consultazione ha mostrato un ampio sostegno alla riforma del sistema delle controversie in chiave multilaterale da parte degli stakeholder, sebbene rimangano tutt'ora questioni irrisolte, soprattutto in termini di aspetti tecnici.
> Investimenti - operatori a confronto su tribunale multilaterale
Valutazione d'impatto
Parallelamente alla consultazione, sulla riforma del sistema Bruxelles ha condotto anche una valutazione d'impatto, che ha portato ad un parere positivo da parte del comitato di vigilanza.
Poiché l'ipotesi del tribunale multilaterale riguarda solamente norme procedurali (ossia la risoluzione delle controversie) e non norme sostanziali, non si prevede – si legge nel report finale - che ne derivino impatti ambientali o sociali rilevanti.
La decisione dell'UNCITRAL
Sul fronte globale, a luglio scorso i membri della Commissione per il diritto commerciale internazionale delle Nazioni Unite (UNCITRAL) hanno risposto positivamente alla richiesta formale avanzata da molte potenze, tra cui l'Unione europea e i suoi Stati membri, di avviare i lavori su un'eventuale riforma del sistema di risoluzione delle controversie in materia di investimenti, inclusa l'ipotesi di istituire un tribunale multilaterale permanente.
La Commissione UNCITRAL ha, in particolare, stabilito la creazione di un gruppo di lavoro ad hoc che si occupi di discutere le questioni connesse all'ISDS e a una sua possibile riforma.
La prima riunione del gruppo di lavoro si terrà nell'autunno del 2017. Bruxelles, che ha rafforzato il suo status di osservatore nell'UNCITRAL, potrà partecipare a tutte le sessioni della commissione e dei suoi gruppi di lavoro, oltre che presentare documenti e proporre argomenti da discutere.
Proposte per la trasparenza
Gli ultimi due punti del pacchetto sul commercio presentato a Bruxelles dalla Commissione europea riguardano proposte a sostegno di una maggiore trasparenza nel processo di creazione degli accordi commerciali.
Una "trasparenza senza precedenti"
La Commissione ha annunciato che, d'ora in poi, "tutte le sue raccomandazioni per direttive di negoziato relative ad accordi commerciali", note come "mandati negoziali", saranno rese pubbliche.
Contestualmente alla presentazione del mandato al Parlamento europeo e al Consiglio UE, dunque, Bruxelle invierà "automaticamente" i relativi documenti a tutti i parlamenti nazionali e li renderà disponibili al pubblico attraverso la pubblicazione online.
Negli intenti dell'Esecutivo UE, la proposta dovrebbe consentire fin dall'inizio "un dibattito ampio e inclusivo" su tutti gli accordi previsti. In tale contesto, Bruxelles ha chiesto agli Stati membri di "garantire il coinvolgimento delle pertinenti parti interessate nazionali e regionali" fin dalle "primissime fasi dei negoziati commerciali".
Un gruppo consultivo sugli accordi commerciali
Sempre in un ottica di maggiore trasparenza, l'ultima proposta di Bruxelles in materia di commercio riguarda la creazione di un gruppo consultivo sugli accordi di libero scambio dell'Unione europea.
L'istituzione di tale strumento, si legge nella nota di Bruxelles, permetterà alla Commissione europea "di avviare un dialogo con la società civile e di raccogliere più facilmente le diverse idee e prospettive di un ventaglio ampio ed equilibrato di parti interessate".
Tra gli stakeholder potenzialmente interessati dalla proposta: sindacati, organizzazioni dei datori di lavoro, associazioni dei consumatori, organizzazioni non governative, etc.
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