PIR - i chiarimenti del MEF sui Piani individuali di risparmio
Il Ministero dell'Economia spiega come aderire ai Piani individuali di risparmio e accedere alle agevolazioni fiscali destinate agli investitori.
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Alla luce della buona accoglienza ricevuta nei primi mesi di operatività, con una raccolta che ha superato i 5 miliardi di euro, il Ministero dell'Economia pubblica una guida per incoraggiare le famiglie a investire tramite i Piani individuali di risparmio (PIR).
Dall'individuazione degli strumenti finanziari che possono formare i PIR alle modalità di costituzione e movimentazione, fino alle agevolazioni fiscali, tutto quel che c'è da sapere per approfittare di questa nuova opportunità di investimento.
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Cosa sono i PIR
Introdotti dalla legge di Bilancio 2017 per orientare gli investimenti delle famiglie verso le piccole e medie imprese italiane, i PIR sono contenitori di strumenti finanziari di diverso tipo - azioni, obbligazioni, fondi comuni eccetera - sottoscritti da persone fisiche e mantenuti per almeno cinque anni.
La soglia massima di investimento è di 30 mila all'anno, per un valore complessivo non superiore a 150 mila euro. Non è, però, necessario effettuare investimenti in ogni anno di durata del piano e l’importo che non è stato destinato in un anno può essere investito negli anni successivi, sempre nel limite annuale di 30 mila euro.
Ci sono poi ulteriori condizioni: almeno il 70 per cento del valore complessivo deve essere investito in strumenti finanziari emessi da aziende italiane o europee con stabile organizzazione in Italia, escluse le imprese che operano nel settore immobiliare; di questo 70%, poi, almeno il 30% del portafoglio deve essere investito in titoli emessi da aziende non presenti sull’indice FTSE MIB di Borsa Italiana o su altri indici equivalenti di altri mercati regolamentati.
In più, non è possibile investire una quota superiore al 10 per cento del totale negli strumenti finanziari di uno stesso emittente o stipulati con la stessa controparte o con altra società appartenente al medesimo gruppo.
Chi può costituire un PIR
Il Piano individuale di risparmio può essere costituito da persone fisiche fiscalmente residenti in Italia, indipendentemente dall'età. Questo significa che il PIR può essere intestato anche ad un minorenne.
Ciascun individuo non può essere titolare di più di un Piano di risparmio a lungo termine nello stesso momento, ma è possibile chiudere un PIR e aprirne un altro nel quale possono essere destinate somme o valori nel limite annuale di 30 mila euro e complessivo di 150 mila.
Per costituire un PIR ci si può rivolgere ad intermediari finanziari e imprese di assicurazione residenti nel territorio dello Stato, oppure attive in Italia tramite stabile organizzazione o in regime di libera prestazione di servizi.
In cosa consiste l'agevolazione fiscale
L’agevolazione consiste in una esenzione:
- dalle imposte sui redditi derivanti dagli strumenti finanziari e dalla liquidità che concorrono a formare il PIR;
- dall’imposta di successione relativa agli strumenti finanziari che compongono il piano in caso di trasferimento a causa di morte.
Se il titolare del PIR si trasferisce all'estero, i redditi realizzati dal momento in cui ha efficacia il cambio di residenza sono tassati secondo le regole ordinarie previste per i soggetti non residenti, ma è possibile mantenere l’investimento e i benefici fiscali per almeno per 5 anni in modo da usufruire delle agevolazioni maturate fino alla data di trasferimento.
Come movimentare un PIR
Il Piano individuale di risparmio è un contenitore dinamico e flessibile, nel senso che la sua composizione quantitativa e qualitativa può variare nel tempo.
In caso di prelievo della liquidità o di trasferimento degli strumenti finanziari ad un altro rapporto, infatti, il valore del PIR si riduce ma può essere alimentato nuovamente nello stesso anno del prelievo o del trasferimento o in anni successivi, nel rispetto del limite annuale di 30 mila euro.
Inoltre il rimborso degli strumenti finanziari contenuti nel PIR prima che maturi il periodo minimo di cinque anni non ha conseguenze fiscali, a condizione che sia seguito dal reinvestimento in altri strumenti finanziari entro 90 giorni dal rimborso stesso.
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