Unione europea difesa: ok a finanziamenti e cooperazione permanente
Insieme all'istituzione della cooperazione strutturata permanente, il Consiglio ha approvato il regolamento del Programma di finanziamenti per lo sviluppo dell'industria della difesa.
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Il Consiglio dei ministri dell'Unione ha dato il via libera all'istituzione formale della cooperazione strutturata permanente (PESCO) in materia di difesa e approvato i piani presentati da 25 Stati membri dell'UE per collaborare a una prima serie di 17 progetti di difesa collaborativa. Ok degli Stati membri anche alla proposta di regolamento per l'istituzione del Programma europeo di sviluppo per l'industria della difesa (European Defence Industrial Development Programme – EDIDP), che è parte integrante del Fondo europeo per la difesa e potrà contare su una dotazione complessiva di 500 milioni di euro per il biennio 2019-2020.
"A giugno ho detto che era tempo di svegliare la Bella Addormentata del trattato di Lisbona: una cooperazione strutturata permanente. Sei mesi dopo, sta accadendo. Accolgo con favore le misure adottate oggi dagli Stati membri per porre le basi di un Unione europea della difesa: l'Europa non può e non deve esternalizzare la sicurezza e la difesa, il Fondo europeo per la difesa proposto dalla Commissione completerà questi sforzi e fungerà da ulteriore incentivo per la cooperazione nel settore, compresi potenziali finanziamenti per alcuni dei progetti presentati oggi", ha commentato il presidente della Commissione europea Jean Claude Juncker.
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La cooperazione strutturata permanente
La cooperazione strutturata permanente (PESCO) è uno strumento previsto dal trattato di Lisbona che autorizza gli Stati membri che lo desiderano a perseguire una maggiore collaborazione nei campi della sicurezza e della difesa.
Il 13 novembre scorso 23 Stati membri (Austria, Belgio, Bulgaria, Repubblica Ceca, Croazia, Cipro, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Ungheria, Italia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Paesi Bassi, Polonia, Romania, Slovenia, Slovacchia, Spagna e Svezia) hanno compiuto un primo passo verso il lancio della cooperazione strutturata permanente sulla difesa firmando una notifica congiunta e consegnandola all'Alto Rappresentante dell'Unione Federica Mogherini.
A questo gruppo di Paesi si sono aggiunti successivamente Irlanda e Portogallo, portando complessivamente a 25 il numero dei partecipanti.
Lunedì 11 dicembre, a meno di una mese dalla notifica, il Consiglio ha adottato una decisione che istituisce formalmente la PESCO e definisce:
- l'elenco degli Stati membri partecipanti,
- l'elenco degli impegni comuni assunti dai 25 Paesi, tra cui "aumentare periodicamente e in termini reali i bilanci per la difesa al fine di raggiungere gli obiettivi concordati",
- la governance della PESCO, con un livello generale che mantenga la coerenza e l'ambizione della cooperazione, integrato da procedure specifiche di governance a livello di progetto,
- accordi amministrativi, comprese le funzioni di segretariato per la PESCO a livello di progetto e il finanziamento.
Insieme alla decisione, è stata adottata anche una dichiarazione che annuncia la preparazione di una prima lista di 17 progetti collaborativi nel settore, dal comando medico dell'UE alla mobilità militare, dalla sorveglianza marittima alla sicurezza informatica, che saranno adottati dal Consiglio all'inizio del 2018.
Il Fondo europeo per la difesa
Alla cooperazione permanente, che è un'iniziativa di tipo intergovernativo, si affianca il Fondo europeo per la difesa proposto dalla Commissione europea a giugno nell'ambito del Piano d'azione europeo in materia di difesa, con l'obiettivo di incentivare gli Stati membri a collaborare su progetti congiunti, nell'acquisizione di equipaggiamenti e tecnologie attraverso il cofinanziamento dei fondi europei e il supporto pratico dell'Esecutivo UE.
Due le sezioni in cui si articola il Fondo europeo per la difesa.
La prima è dedicata alla ricerca, quindi alla concessione di sovvenzioni a favore di progetti di ricerca collaborativa in tecnologie e prodotti per la difesa innovativi, interamente a valere sul bilancio dell'UE e relativi a settori prioritari precedentemente concordati dagli Stati membri, dall'elettronica ai metamateriali, dai software cifrati alla robotica.
Per la sezione ricerca sono previsti finanziamenti pari a 90 milioni di euro fino alla fine del 2019, di cui 25 milioni per il 2017, mentre la Commissione ha proposto di stanziare 500 milioni di euro l'anno dopo il 2020.
La seconda sezione del Fondo prevede la concessione di incentivi agli Stati membri affinchè cooperino nello sviluppo congiunto e nell'acquisizione di tecnologie e materiali di difesa attraverso il cofinanziamento a titolo del bilancio dell'UE e il sostegno pratico della Commissione. I finanziamenti saranno destinati solo ai progetti collaborativi e una parte della dotazione complessiva sarà destinata alle iniziative che comportano la partecipazione transfrontaliera delle PMI.
Le risorse UE ammontano in questo caso a 500 milioni di euro per il 2019 e il 2020 nel quadro di uno specifico Programma di sviluppo del settore industriale della difesa, e in base alla proposta della Commissione dovrebbero ammontare a un miliardo di euro all'anno dopo il 2020.
Il Programma di sviluppo per l'industria della difesa
Martedì il Consiglio ha approvato la sua posizione sulla proposta di regolamento per l'istituzione del Programma europeo di sviluppo industriale nel settore della difesa (European Defence Industrial Development Programme - EDIDP), che è parte integrante del Fondo europeo per la difesa e mira a supportare la competitività e la capacità innovativa dell'industria della difesa dell'Unione, con un budget di 500 milioni di euro per il biennio 2019-2020.
Il Consiglio ha condiviso gli obiettivi e i principali elementi della proposta della Commissione europea e ha sottolineato, nella propria posizione, l'importanza di incentivare la partecipazione transfrontaliera delle PMI e delle MidCap al Programma.
I negoziati con il Parlamento europeo dovrebbero iniziare nel 2018, con l'obiettivo di finanziare i primi progetti nel 2019.
© European Union , 2017/Source: EC - Audiovisual Service/Photo: Jennifer Jacquemart
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