Il nuovo strumento UE da 90 miliardi per la cooperazione internazionale
Con una dotazione di 89,2 miliardi di euro a prezzi correnti, lo Strumento di vicinato e di cooperazione internazionale e allo sviluppo 2021-2027 racchiuderà gran parte delle risorse europee destinate all’azione esterna, per contribuire allo sradicamento della povertà e alla promozione di sviluppo sostenibile, prosperità, pace e stabilità.
Lo stanziamento previsto dalla Commissione europea per lo Strumento di vicinato e di cooperazione internazionale e allo sviluppo (Neighbourhood, Development and International Cooperation Instrument, NDICI) 2021-2027, pari a 89,2 miliardi di euro, rappresenta un incremento dell’11% rispetto agli strumenti e ai fondi dell'attuale QFP che il NDICI andrà ad integrare, in un’ottica di razionalizzazione ed efficientamento delle risorse.
Nello Strumento andranno a confluire:
- Fondo europeo di sviluppo (FES), che attualmente non rientra nel bilancio,
- Strumento europeo di vicinato (ENI),
- Strumento di cooperazione allo sviluppo (DCI),
- Strumento europeo per la democrazia e i diritti umani (EIDHR),
- Strumento inteso a contribuire alla stabilità e alla pace (IcSP),
- Strumento di partenariato per la cooperazione con i paesi terzi (SP),
- Fondo di garanzia per le azioni esterne.
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Lo strumento opererà su tre pilastri:
Pilastro geografico, con circa 68 miliardi di euro, orientato alla promozione del dialogo e della cooperazione con i Paesi terzi. Ciascuna dotazione regionale risponderà alle esigenze e alle priorità delle aree coinvolte. In particolare sono destinati:
- 22 miliardi al Vicinato,
- 32 miliardi all’Africa subsahariana,
- 10 miliardi all’Asia e al Pacifico,
- 4 miliardi ai Caraibi.
Ad essi si aggiungono, al di fuori del NDICI, 500 milioni per la cooperazione con i Paesi e i territori d’oltremare e 14,5 miliardi di euro per lo Strumento di assistenza preadesione (IPA III).
Pilastro tematico, finanzierà il sostegno ai diritti umani e alla democrazia, alla società civile, alla stabilità e alla pace, con 7 miliardi di euro, così distribuiti:
- 1,5 miliardi di euro per diritti umani e democrazia;
- 1,5 miliardi di euro per le organizzazioni della società civile;
- 1 miliardo per stabilità e pace;
- 3 miliardi per le sfide globali (salute, educazione, empowering delle donne, migrazione).
Pilastro della risposta rapida, dotato di 4 miliardi di euro, consentirà all'UE di intervenire rapidamente ed efficacemente per la prevenzione di conflitti e di rispondere a situazioni di crisi o instabilità. Inoltre, aiuterà ad aumentare la resilienza dei Paesi partner.
Una riserva di flessibilità di 10,2 miliardi di euro consentirà all'UE di far fronte alle sfide e alle priorità improvvise.
Obiettivi dell’azione esterna UE
Nell’ambito dello strumento saranno avviati interventi tesi a rispondere ai principali obiettivi dell’azione esterna dell’Unione:
- sostenere la democrazia, lo Stato di diritto, il buon governo, i diritti umani e i principi del diritto internazionale;
- contribuire alla sicurezza e preservare la pace, sostenere la prevenzione e la risposta efficace alle crisi e ai conflitti;
- sostenere la stabilizzazione e la resilienza;
- favorire lo sviluppo sostenibile dei Paesi in via di sviluppo (PVS) sul piano economico, sociale e ambientale al fine di eliminare la povertà;
- sostenere relazioni privilegiate con i Paesi limitrofi al fine di creare uno spazio di prosperità condivisa, sviluppo socio-economico e buon vicinato;
- contrastare la migrazione irregolare e combattere le sue cause profonde, creando, al contempo, migliori condizioni per la migrazione legale e una gestione adeguata della mobilità;
- sostenere la diplomazia UE, promuovere le politiche interne nella loro dimensione internazionale e sostenere politica commerciale e cooperazione economica;
- rafforzare i partenariati, promuovere il dialogo politico e risposte collettive a problemi di portata mondiale.
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Quadro per gli investimenti
Lo Strumento di vicinato e di cooperazione internazionale e allo sviluppo comprenderà anche un quadro per gli investimenti per l’azione esterna, volto a reperire ulteriori risorse finanziarie per lo sviluppo sostenibile dal settore privato.
Il quadro, con risorse pari a 60 miliardi di euro, sarà costituito dal nuovo Fondo europeo per lo sviluppo sostenibile (EFSD+) e dalla Garanzia per le azioni esterne e sarà teso a:
- sostenere le micro imprese e le PMI,
- promuovere la creazione di posti di lavoro dignitosi,
- rafforzare le infrastrutture pubbliche e private,
- promuovere le energie rinnovabili e l’agricoltura sostenibile, sostenere l’economia digitale, ecc.
La Commissione conta di produrre un effetto leva fino a 500 miliardi di euro di investimenti per il periodo 2021-2027.
Ulteriori strumenti per l’azione esterna
Il NDICI sarà accompagnato da una serie di altri strumenti a livello UE destinati all’azione esterna:
- lo Strumento di assistenza preadesione (IPA III),
- gli aiuti umanitari,
- la Politica estera e di sicurezza comune (PESC),
- le relazioni con i Paesi e territori d'oltremare (PTOM), compresa la Groenlandia,
- lo Strumento europeo per la sicurezza nucleare (EINS).
La posizione del Parlamento europeo
Le commissioni del Parlamento europeo competenti per le iniziative di azione esterna sono, congiuntamente, quella per lo Sviluppo (DEVE) e quella per gli Affari esteri (AFET), che hanno messo a punto una bozza di relazione con una serie di modifiche alla proposta della Commissione UE sul NDICI.
La richiesta del Parlamento europeo di mantenere separati gli strumenti destinati allo sviluppo, al Vicinato, ai diritti umani e alla preadesione, si legge nel documento, non è stata presa in considerazione nell'attuale proposta di Bruxelles. Solo lo Strumento di assistenza preadesione (IPA III) rimarrà, infatti, separato rispetto al resto. Alla luce di ciò, ecco i principali emendamenti avanzati dagli eurodeputati.
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Migliore governance e ruolo più forte per il Parlamento
La fusione di diversi strumenti nell'ambito della proposta del NDICI mira ad aumentare la coerenza dell'azione esterna dell'UE e, al contempo, a migliorare la flessibilità dello strumento nel rispondere agli sviluppi futuri. Gli emendamenti proposti in tal senso dal PE riconoscono, dunque, questa necessità di flessibilità, ma cercano di bilanciarla con un rafforzamento dei meccanismi democratici di responsabilità e di controllo, soprattutto per quanto riguarda la programmazione pluriennale di aree prioritarie, obiettivi, dotazioni finanziarie indicative e modalità di cooperazione, ma anche per l’attivazione della riserva di flessibilità in caso di crisi e priorità improvvise.
Per garantire la responsabilità democratica, la bozza di relazione prevede, inoltre, il rafforzamento del dialogo tra Parlamento e Commissione UE, in particolare prima dell'adozione degli atti delegati e della presentazione del piano di bilancio annuale, così da poter discutere preventivamente linee guida e orientamenti strategici.
Le commissioni ricordano inoltre l’importanza di mantenere coerenza e complementarità tra i vari strumenti per l’azione esterna e con la Politica estera e di sicurezza comune (PESC).
Al di là della programmazione, il documento di lavoro del PE prevede un rafforzamento dei meccanismi di controllo, salvaguardia e governance su vari livelli attraverso l'istituzione di quadri di gestione dei rischi, un approccio basato sulle prestazioni e la creazione di finestre di investimento.
Gli eurodeputati propongono, inoltre, una data di decadenza del regolamento - nel 2027, in coincidenza con il periodo del QFP - e una vera revisione di mid-term. Sono infine previsti meccanismi di monitoraggio e di comunicazione rafforzati.
Obiettivi chiari e distinti per le diverse politiche
Nella consapevolezza che il Vicinato europeo è uno dei settori prioritari dell'azione esterna dell'UE, gli eurodeputati propongono di rafforzare ulteriormente le policy e disposizioni che riguardano questo comparto, anche apportando migliorie all'approccio basato sui risultati, che - si legge nel documento - è uno dei principi chiave della Politica europea di Vicinato (PEV).
Le commissioni del PE condividono l'attenzione di Bruxelles per l'Africa subsahariana, quale area prioritaria per l'azione esterna dell'UE, attraverso misure specifiche e il rafforzamento delle dotazioni finanziarie, ma spingono anche per la creazione di un programma panafricano per affrontare le sfide del continente nel suo complesso. La bozza prevede anche un possibile programma per l’Africa, i Caraibi e il Pacifico (ACP) per affrontare le eventuali esigenze derivanti da un futuro accordo post-Cotonou.
Relativamente ai fondi per lo sviluppo gli eurodeputati chiedono, poi, l’innalzamento del target di finanziamento dal 92% della proposta al 95%, in modo da soddisfare i criteri stabiliti per l’Aiuto pubblico allo sviluppo.
Per quanto riguarda la sfida migratoria, la bozza di relazione sottolinea la necessità di un approccio olistico e ad ampio raggio, che affronti le cause profonde della migrazione irregolare e degli spostamenti forzati e sostenga politiche efficaci e basate sui diritti umani per facilitare le migrazioni regolari.
Sul fronte ambientale, gli europarlamentari ritengono che il 30% dei fondi dello strumento debba contribuire a sostenere gli obiettivi climatici, in linea con quanto previsto nell’Accordo di Parigi.
La bozza introduce, inoltre, disposizioni per l’interruzione dell'assistenza a un determinato Paese in caso di persistente inosservanza dei principi di democrazia, stato di diritto e rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali, nessuno dei quali negoziabile.
La bozza di relazione pone un limite - di 270 milioni di euro - alla dotazione finanziaria destinata al rafforzamento delle capacità degli operatori militari, per evitare il finanziamento di operazioni per l'acquisto di armi o munizioni, con implicazioni militari o di difesa.
I deputati ritengono, infine, che lo strumento debba garantire una maggiore cooperazione con i Paesi a medio-alto reddito che non richiedono più assistenza allo sviluppo bilaterale e che non sono tra i partner strategici ufficiali dell'UE.
> La proposta della Commissione per il bilancio UE 2021-2027
Misure di bilancio
Pur condividendo molte decisioni della Commissione in materia di budget, i relatori della bozza propongono una serie di modifiche al bilancio al fine di rispecchiare meglio l'importanza strategica di determinate questioni geografiche e tematiche.
Si propone, ad esempio, un aumento di 0,5 miliardi della dotazione finanziaria per le attività relative ai diritti umani e alla democrazia, oltre che l’integrazione del sostegno alle autorità locali nel programma tematico destinato alle organizzazioni della società civile, con un conseguente aumento della dotazione ad esso dedicata.
Nel riconoscere l'ampia varietà delle questioni affrontate nell'ambito del programma tematico delle "Sfide globali", il PE propone un aumento dei fondi dedicati di 1,5 miliardi di euro per consentire un rafforzamento di quella che è la base per lo sviluppo sostenibile: la salute e l’istruzione.
Gli europarlamentari chiedono, poi, di destinare una dotazione finanziaria specifica di 2 miliardi di euro per l’obiettivo di stabilità e prevenzione dei conflitti nell'ambito del pilastro della risposta rapida.
Secondo la bozza del PE, infine, i vari aumenti di budget dovrebbero essere compensati da un'equivalente riduzione del meccanismo di riserva. Tale riduzione, conclude il PE, riflette anche il principio secondo cui lo strumento dovrebbe essere programmato nella misura maggiore possibile per garantire un controllo democratico, pur mantenendo nel contempo una generosa flessibilità per rispondere ad esigenze impreviste.
Photo credit: Diliff
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