Decreto legge Sblocca Cantieri - come cambia il codice appalti
Il decreto legge sblocca-cantieri ha introdotto significative modifiche al codice degli appalti che impattano su tutto il ciclo di vita dei lavori, dalla fase di progettazione a quella di esecuzione.
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Nello specifico cambiano parzialmente le regole per l’assegnazione dei lavori in termini di soglie, criteri adottati e motivi di esclusione.
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Procedura negoziata
Il decreto introduce la possibilità per la Pubblica Amministrazione di ricorrere alla procedura negoziata senza bando per l’assegnazione dei lavori con importo fino a 200mila euro, con l’obbligo di consultare, però, almeno tre preventivi, ove esistenti.
Criteri di aggiudicazione dei lavori
Modifiche anche in materia di aggiudicazione dei lavori. Il “massimo ribasso” diventa, infatti, il principale criterio di aggiudicazione per gli appalti sotto soglia il cui importo è stato innalzato dai 2,2 milioni di euro finora previsti, ai 5,5 milioni di euro fissati, invece, come soglia comunitaria. Resterà ancora possibile per la stazione appaltante procedere in modo diverso, ma a condizione di motivare la scelta. Figura l’obbligo, però, di escludere in modo automatico le offerte che presentano caratteri di anomalia (con l’eccezione di quelle presentate in appalti che hanno carattere transfrontaliero e dove le offerte ammesse non sono meno di dieci). Per alcune tipologie di servizi e forniture, come quelle ad alto contenuto di innovazione, rimane invece il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa (OEPV).
Cause di esclusione
Modifiche anche in materia di cause di esclusione dalle gare. D’ora in avanti la stazione appaltante potrà escludere un’impresa non in regola con gli obblighi fiscali o contributivi sopra la soglia di rilevanza di 5mila euro, anche nel caso in cui le violazioni non siano state ancora accertate in modo definitivo. La modifica fa seguito alla procedura di infrazione aperta da Bruxelles nei confronti dell’Italia proprio in materia di codice degli appalti. Su questo punto si è espressa duramente l’ANCE che ricorda come i ritardi dei tempi di pagamento da parte della PA siano spesso in violazione proprio di un’altra normativa europea, che imporrebbe tempistiche ben più strette rispetto a quelle delle pubbliche amministrazioni italiane.
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Il decreto fa inoltre chiarezza sulla durata di esclusione dalle gare per le imprese condannate per reati considerati come rilevanti in materia di appalti e interviene anche sulla disciplina delle imprese in crisi, dettagliando i casi in cui le imprese in stato di fallimento, liquidazione coatta e concordato preventivo non possono essere ammesse a nuove gare.
Si conferma, infine, la possibilità di evitare il divieto di contrattazione con la PA e, quindi, l’esclusione delle gare, per tutte quelle imprese che hanno impugnato il provvedimento di interdittiva antimafia e che possono pertanto richiedere al prefetto l’applicazione del controllo giudiziario sull’impresa.
Dopo la pubblicazione in gazzetta ufficiale avvenuta il 18 aprile, il dl dovrà essere convertito in legge entro 60 giorni. C’è dunque tempo fino al 17 giugno 2019 per completare l’iter di conversione che inizierà in Senato.
Photocredit: Thomas B.
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