PA: guida alla valorizzazione dei patrimoni pubblici dismessi
Online il Vademecum per favorire una migliore conoscenza delle terre pubbliche dei Comuni, una guida per individuare le aree in stato di abbandono da destinare a progetti di recupero e valorizzazione.
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L'iniziativa rientra nel progetto SIBaTer-Supporto Istituzionale alla Banca delle Terre, finanziato dal Programma di Azione e Coesione Complementare al PON Governance e Capacità Istituzionale 2014-2020.
Il Vademecum è stato realizzato da ANCI e Fondazione IFEL per supportare i Comuni delle Regioni meno sviluppate (Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia) e in transizione (Abruzzo, Molise e Sardegna) nelle attività di censimento dei terreni abbandonati e delle aree dismesse presenti sui rispettivi territori. Una volta individuate, infatti, queste aree possono essere assegnate in concessione, tramite una procedura di evidenza pubblica, a giovani fino a 40 anni di età per la realizzazione di progetti di valorizzazione.
Il censimento dei patrimoni pubblici
Il Vademecum fornisce un quadro di tutte le attività necessarie per realizzare un piano di gestione e valorizzazione del patrimonio comunale di immobili e di terre, un processo che la guida schematizza individuando tre macro-fasi.
La prima fase consiste nel censimento del proprio patrimonio da parte dell’ente pubblico, quindi nell’acquisizione dei dati essenziali alla completa identificazione di ciascun cespite (immobile o terreno) posseduto, e si articola in quattro sotto-fasi, la prima essenziale alla conoscenza dei dati “identificativi” del bene e le altre tre facoltative:
- ricognizione, identificazione catastale, rilievo e restituzione “grafica” degli immobili (unità immobiliari urbane e particelle),
- regolarizzazione dei beni dal punto di vista catastale, urbanistico, manutentivo, locativo, ecc…;
- stima del singolo cespite e predisposizione di una relazione descrittiva della sua consistenza e funzionalità;
- realizzazione di un Sistema Informativo Geografico (GIS-Geographical Information System) relativo ai beni del patrimonio immobiliare (su adeguato supporto informatico).
La seconda fase del processo è quella dello studio di fattibilità, in cui i dati relativi al patrimonio immobiliare e ai terreni vengono analizzati per poter definire le ipotesi di intervento e di gestione, anche eventualmente per gruppi di beni.
Infine, l'ultima fase consiste nell'attuazione del piano di valorizzazione, quindi degli interventi decisi dall’amministrazione pubblica.
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Le esperienze di Banca della terra
Una volta delineato l'iter da seguire per censire i beni e progettarne la valorizzazione, la guida passa in rassegna una serie di esperienze di Banca della terra attivate nel panorama nazionale per recuperare, attraverso concessione in uso/locazione/affitto, i terreni abbandonati. Progetti che permettono di contenere il degrado ambientale, di facilitare il ricambio generazionale in agricoltura, ma anche di perseguire interessi sociali e di offrire servizi alle comunità rurali di riferimento del territorio.
Il vademecum si concentra in particolare sulla misura “Banca delle Terre” nazionale, in base alla quale i Comuni delle Regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia possono assegnare in concessione terreni ed aree edificate ad uso industriale, artigianale, commerciale, turistico-ricettivo e le relative unità immobiliari di loro proprietà che risultino in stato di abbandono da almeno 10 anni. A beneficiare della concessione, per un periodo non superiore a nove anni, sono i giovani di età compresa tra 18 e 40 anni che presentino progetti di valorizzazione in risposta agli avvisi pubblicati dagli stessi Comuni.
> Banca delle terre – agevolazioni per giovani agricoltori
Un meccanismo di valorizzazione analogo è previsto anche per i beni immobili privati, previo consenso del legittimo proprietario, sulla base di un progetto di valorizzazione e della corresponsione di un canone di affitto.
Per il finanziamento dei progetti di valorizzazione, inoltre, i giovani proponenti possono contare su una serie di agevolazioni, ricorda la guida.
Per lo svolgimento di attività artigianali, commerciali e turistico-ricettive, ad esempio, è disponibile la misura Resto al Sud, che sostiene la nascita di nuove imprese nel Mezzogiorno con contributi a fondo perduto e finanziamenti bancari assistiti dal Fondo di garanzia per le PMI. La misura è stata estesa dal decreto Mezzogiorno anche alle neo imprese agricole, che possono inoltre partecipare ai bandi nell'ambito dei Programmi regionali di Sviluppo Rurale (PSR 2014-2020).
> Legge Bilancio 2019 – Resto al Sud apre a professionisti e under 46
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