Premi e sanzioni nel nuovo codice dell'amministrazione digitale
Sono trascorsi soltanto cinque anni dall’avvio del codice dell’amministrazione digitale voluto dall’allora ministro Lucio Stanca – il Decreto Legislativo 7 marzo 2005, n. 82 - ma per la quantità e per la portata delle innovazioni tecnologiche che si sono succedute in questo arco di tempo sembra sia passata un’eternità. Il provvedimento approvato cinque anni fa era figlio della prima fase della rivoluzione digitale, in cui gli amministratori credevano ancora fosse possibile scegliere la tecnologia più adatta e calarla dall’alto, senza troppo curarsi del necessario aggiornamento da apportare.
E’ questo uno dei motivi alla base del nuovo codice dell’amministrazione digitale approvato dal Consiglio dei ministri del 19 febbraio 2010: far sì ad esempio che possano essere utilizzati anche strumenti diversi dalla carta d'identità elettronica e dalla carta nazionale dei servizi (strumenti previsti dal codice Stanca) o limitare i casi in cui è richiesta la sottoscrizione mediante firma digitale, prevedendo strumenti di firma più semplici, senza pregiudicarne la sicurezza.
L’altra ragione è riconducibile alla necessità di inserire nel processo di digitalizzazione della PA i meccanismi di meritocrazia, premialità, trasparenza e responsabilizzazione dei dirigenti previsti dal decreto legislativo n. 150/2009 (la cosiddetta “Riforma Brunetta”) entrato recentemente in vigore. E’ come se in questi cinque anni la burocrazia italiana, pur avendo fatto grandi passi avanti, non sia riuscita ad applicare il codice Stanca in modo omogeneo, ma soprattutto non avesse ricavato da quel provvedimento i benefici previsti, economici ma non solo. Questo perché quel codice non prevedeva un sistema di sanzioni che rendessero cogente la legge.
Tra le novità più importanti previste dal codice Brunetta:
- la riorganizzazione delle pubbliche amministrazioni attraverso l’istituzione di un ufficio unico responsabile delle attività ICT, la razionalizzazione organizzativa e informatica dei procedimenti, l’introduzione del protocollo informatico e del fascicolo elettronico;
- la semplificazione dei rapporti con i cittadini e con le imprese attraverso l’introduzione di forme di pagamenti informatici, lo scambio di dati tra imprese e PA, la diffusione e l’uso della PEC, l’accesso ai servizi in rete, l’utilizzo della firma digitale, la dematerializzazione dei documenti e l’arricchimento dei contenuti dei siti istituzionali in termini di trasparenza;
- la sicurezza e lo scambio dei dati attraverso la predisposizione, in caso di eventi disastrosi, di piani di emergenza per garantire la continuità operativa nella fornitura di servizi e lo scambio di dati tra PA e cittadini.
La Riforma Brunetta implica nuovi compiti e funzioni per la PA: tutto questo non può che comportare l’adozione di strumenti elettronici aggiornati. Pensiamo alla Posta elettronica certificata, che dopo essere diventata obbligatoria per tutti i professionisti, nel giro di un anno coinvolgerà l’intera popolazione italiana. Rispetto al Codice Stanca, il Codice Brunetta introduce così un sistema di premi e punizioni per le PA inadempienti, definendo tempistica e sentieri di implementazione.
Il nuovo codice si impegna a ridurre i costi e a produrre dei benefici immediati, soprattutto in alcuni settori delicati come la sanità e l’istruzione:
- Riduzione di un milione di pagine l’anno, per effetto dell’avvio della dematerializzazione, con l’obiettivo di ridurre di 3 milioni le pagine entro il 2012.
- Risparmio del 90% dei costi di carta e del relativo impatto ecologico per circa 6 milioni di euro l’anno.
- Riduzione fino all’80% dei tempi spesi per le pratiche amministrative.
- La posta elettronica certificata produrrà un risparmio globale di 200 milioni di euro per la riduzioni delle raccomandate della PA ai cittadini.
- I rapporti tra le famiglie degli alunni e l'amministrazione scolastica potranno essere più tempestivi grazie ai nuovi servizi on line già attivi:
- l'avviso ai genitori sulle assenze e sui ritardi degli alunni (sia giornaliere, via sms, sia periodiche);
- la visualizzazione della pagella in formato elettronico;
- la prenotazione dei colloqui con i docenti;
- le comunicazioni della scuola alle famiglie attraverso vari canali (posta elettronica, sms, web, ecc.);
- il rilascio di certificati scolastici in formato elettronico.
In particolare il settore sanitario sarà protagonista di una vera e propria rivoluzione:
- risparmio potenziale del 20% delle perdite sui farmaci, grazie alla logistica sanitaria e al magazzino digitale;
- gli incroci delle anagrafi elettroniche consentono la riduzione delle truffe relative alle esenzioni dei ticket (risparmio potenziale: 150 milioni di euro);
- il fascicolo sanitario elettronico avvia la dematerializzazione, definendo nuovi standard di qualità;
- nel mese di aprile 2010 cambierà la procedura di segnalazione della malattia: sarà il medico a spedire per via telematica il certificato direttamente all’Inps, che poi provvederà a inoltrarlo all’amministrazione di appartenenza del lavoratore. L’inosservanza degli obblighi di trasmissione telematica costituisce un illecito disciplinare e, in caso di reiterazione, comporta il licenziamento o, per i medici convenzionati, la decadenza dalla convenzione.
Il codice verrà pubblicato prossimamente sul sito del Ministero della Pubblica Amministrazione
(a cura di Alessandra Flora)
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