Recovery plan: Ruffini, riforma del fisco e servizi digitali sono prioritari
Riformare il sistema tributario italiano, puntando sui processi di innovazione e digitalizzazione dei servizi fiscali E' questa la direttrice delineata dal direttore dell'Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini, durante un'audizione alla commissione Finanze della Camera sulle priorità nell'utilizzo del Recovery Fund.
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Ruffini ha aperto l'audizione ricordando da un lato che la riforma del fisco rientra tra le politiche di supporto delle "Linee guida per la definizione del Piano nazionale di ripresa e resilienza", approvate la scorsa settimana dal Comitato interministeriale per gli Affari europei, dall'altro che le risorse del Recovery Fund non possano essere impegnate per una riduzione del carico fiscale.
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Tuttavia le risorse del Recovery Fund possono essere utilizzate - ha suggerito il direttore dell'Agenzia delle Entrate - per riforme di ampio raggio del sistema tributario nazionale, allo scopo di semplificare gli adempimenti a carico di contribuenti e imprese, di combattere l’evasione fiscale e di promuovere il pieno utilizzo e interoperabilità delle banche dati, nel rispetto della privacy.
Recovery plan: le priorità per la riforma del fisco
Secondo Ruffini le risorse del Recovery Fund potrebbero essere utilizzate per:
- rafforzare gli strumenti digitali mediante i quali offrire i servizi ai cittadini, favorendo - al contempo - lo svolgimento della prestazione lavorativa, da parte dei dipendenti dell’Agenzia delle Entrate, in modalità “agile”;
- favorire l’utilizzo di strumenti elettronici di pagamento, razionalizzando, nel contempo, alcuni adempimenti degli operatori economici, coniugando esigenze di semplificazione con quelle connesse ad un rafforzamento della lotta all’evasione fiscale;
- rafforzare gli strumenti di ausilio all’attività di controllo per contrastare l'evasione fiscale, mediante un miglior utilizzo, con modalità automatizzate, del patrimonio informativo attualmente disponibile.
Entrando nel dettaglio degli interventi, per quanto riguarda i servizi destinati ai cittadini il direttore delle Entrate propone di investire sulle strutture tecnologiche necessarie per potenziale i canali telematici dell'Agenzia, con l'obiettivo di trasformare lo sportello fisico per la fruizione dei servizi fiscali in sportello virtuale.
Sul fronte dello smart working - che secondo Ruffini dovrebbe essere promosso anche al di là dell’emergenza epidemiologica - le risorse del Recovery Fund potrebbero essere utilizzate per: potenziare ed estendere i servizi di videoconferenza e di collaborazione a distanza; innovare le dotazioni informatiche a disposizione dei dipendenti; la virtualizzazione delle postazioni di lavoro; l’evoluzione della rete aziendale; la formazione del personale sull’adozione delle modalità di gestione del lavoro agile.
Passando agli strumenti elettronici per la regolazione delle transazioni commerciali, il direttore delle Entrate ha proposto degli incentivi, magari da finanziare mediante il Recovery Fund, per favorire l’acquisizione e l’utilizzo da parte degli operatori economici degli smart-POS, ossia dei POS evoluti che "oltre a consentire all’esercente di utilizzare un unico strumento per la gestione fiscale e commerciale delle sue operazioni di vendita di beni o prestazione di servizi, semplificherebbero anche i processi del cash-back e della lotteria dello scontrino, già normativamente disciplinati".
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Per la lotta all'evasione fiscale e alle frodi, Ruffini ha ricordato che l'Agenzia delle Entrate è impegnata a sfruttare al meglio l’ampio patrimonio informativo offerto dalle diverse banche dati a sua disposizione, ricorrendo alle nuove tecnologie come il machine learning e l'intelligenza artificiale. In questo ambito le risorse del Recovery Fund potrebbero essere utilizzate per realizzare progetti finalizzati allo sviluppo e all’utilizzo di tecniche innovative di network analysis, machine learning e di data visualization.
Il direttore delle Entrate ha poi analizzato una possibile riforma della modalità di determinazione dell’Irpef da parte degli operatori economici titolari di partita IVA, che porterebbe al superamento dell’attuale versamento dell’imposta con il sistema degli acconti (pagati in due rate) e del saldo. Si tratta di un sistema di tassazione per cassa che potrebbe prevedere un versamento delle imposte mese per mese sulla base di quanto si incassa effettivamente e al netto di quanto si spende per svolgere la propria attività, favorendo così gli investimenti in beni strumentali, i cui costi potrebbero essere subito dedotti dal reddito.
Le persone fisiche titolari di partita IVA potrebbero così evitare l’attuale meccanismo degli acconti e dei saldi d’imposta che non rispecchiano l’effettivo andamento delle loro attività.
"Si tratta di una riforma di tipo strutturale, che, a fronte di un costo iniziale per l’Erario (concentrato soprattutto nel primo anno di applicazione delle nuove regole, con un’anticipazione della deduzione di quote future, alle quali si sommerebbero quelle relative ai valori residui da ammortizzare, per gli investimenti sostenuti negli anni precedenti), potrebbe produrre negli anni successivi effetti positivi per le casse dello Stato, sia per la riduzione dei costi “amministrativi” (legati alla semplificazione degli adempimenti), sia per l’aumento degli investimenti, che la riforma stimolerebbe. Alla luce di tali considerazioni, potrebbe, pertanto, valutarsi la possibilità dell’utilizzo del Recovery Fund per la copertura finanziaria di tale riforma".
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