Emilia-Romagna - contributi PSR 2014-2020 per agricoltura verde
Oltre 115 milioni di euro per il biologico, la produzione integrata, la salvaguarda del paesaggio agrario, il sequestro di carbonio
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Nove bandi, per uno stanziamento complessivo di 115,6 milioni di euro. La Regione Emilia-Romagna lancia il primo pacchetto di provvedimenti a valere sul Programma di sviluppo rurale 2014-2020.
Gli aiuti riguardano l'agricoltura integrata e quella biologica, ma anche la biodiversità animale, il ritiro dei seminativi, la praticoltura estensiva, l’incremento della sostanza organica nei suoli e l’agricoltura conservativa.
Agricoltura integrata
A disposizione 41,6 milioni per ridurre l'utilizzo di fitofarmaci e dare spazio a pratiche agronomiche rispettose dell’ambiente e della salute dei consumatori. Il bando prevede aiuti sia per chi già pratica l’agricoltura integrata, sia per chi intende avviarla. Gli importi base a ettaro vanno da un minimo di 90 euro per le foraggere, a un massimo di 530 euro per le frutticole, e da 60 a 370 euro per le attività di mantenimento.
Agricoltura biologica
Per le aziende agricole che praticano l'agricoltura biologica e per chi intende avviare tale attività, la Regione stanzia oltre 36 milioni di euro. Le imprese che già praticano il bio potranno contare su aiuti che vanno da un minimo di 90 euro per i seminativi a un massimo di 668 euro per le colture frutticole. Per chi intende avviare per la prima volta l’agricoltura biologica il range è compreso tra i 126 euro per le foraggere e i 742 euro per le frutticole. Gli interventi includono anche la zootecnia.
Come nella passata programmazione, il biologico resta una priorità trasversale: in tutte le misure del PSR 2014-2020, dunque, le aziende bio, a parità di requisiti, avranno diritto a punteggi specifici in graduatoria. Grazie a questo meccanismo nella passata programmazione tali aziende avevano usufruito del 30% totale dei contributi concessi dal Programma di sviluppo rurale, per un totale di oltre 346 milioni di euro, considerando oltre alle misure a superficie, anche quelle per investimenti aziendali, formazione e informazione e progetti di filiera.
Biodiversità animale
Ammontano a 8,6 milioni di euro le risorse che la Regione stanzia recuperare le razze antiche a rischio di erosione genetica. Risorse destinate agli agricoltori che scelgono di allevare razze autoctone come, ad esempio, la Romagnola e la Reggiana tra i bovini, il Cavallo italiano tiro pesante tra gli equini, la Pecora Cornigliese tra gli ovini o la Mora Romagnola tra i suini. L’aiuto è di 200 euro per capo o insieme di capi.
Ritiro dei seminativi
Prati umidi e macchie arbustive. Sono alcuni degli interventi che possono essere gestiti dagli agricoltori che si impegnano per venti anni a ritirare dalla produzione le colture seminative, così da promuovere la biodiversità, soprattutto in pianura. A disposizione 8,4 milioni di euro: a riconoscimento dei maggiori costi, è previsto un aiuto di 500 euro per ettaro in collina e montagna, e di 700 euro in pianura.
Prati “storici”
I prati, se opportunamente gestiti, svolgono un’importante funzione ambientale, di salvaguardia della biodiversità animale e vegetale. In particolare la Regione Emilia-Romagna intende difendere i cosiddetti prati “storici”, che garantiscono l’esistenza di habitat erbacei importanti. Obiettivo per cui vengono stanziati 7,8 milioni di euro. Agli agricoltori che si impegnano a mantenere aree a praticoltura estensiva nel rispetto di determinate pratiche agronomiche (assenza uso di concimi, fitofarmaci, digestati) è concesso un aiuto di 150 euro a ettaro.
Corridoi ecologici e paesaggio agrario
4,6 milioni di euro per piantate, filari di alberi, siepi, boschetti, maceri, risorgive e laghetti. Per gli agricoltori che si impegnano per un periodo di 10 anni a salvaguardare nella propria azienda gli elementi tipici del paesaggio agrario, è previsto un aiuto pari a 0,07 euro per metro quadro in pianura. Potranno essere così mantenuti veri e propri “corridoi ecologici” nei siti individuati dalla rete europea Natura 2000.
Qualità del suolo
La Regione Emilia-Romagna destina 5 milioni di euro per incentivare le operazioni agronomiche che permettano di incrementare la sostanza organica nei suoli più impoveriti, migliorandone le caratteristiche chimico-fisiche. Fondamentali queste ultime anche per contrastare fenomeni erosivi e di dissesto. L’impegno è di 180 euro l’anno per ettaro.
Sequestro di carbonio
Tecnicamente si chiama agricoltura conservativa e si differenzia da quella tradizionale poiché adotta modalità che riducono la lavorazione dei terreni, prevenendo l’erosione del suolo, favorendo il sequestro di carbonio e limitandone la dispersione in atmosfera con effetti importanti per quanto riguarda il contrasto ai cambiamenti climatici. All’agricoltura che “sequestra” il carbonio vanno 3 milioni di euro. L’aiuto va da 250 a 280 euro per ettaro.
Spese di certificazione
Già aperto il bando, da 56mila euro, destinato alla copertura totale delle spese di certificazione dei prodotti biologici, Qc (il marchio della Regione che riconosce le produzioni a lotta integrata), ma anche Dop e Igp. L’intervento è rivolto alle aziende che partecipano per la prima volta a un regime di qualità e prevede aiuti fino a un massimo di 3mila euro per impresa agricola.
Priorità di accesso al finanziamento è prevista per gli imprenditori agricoli che operano in zone svantaggiate di montagna e a quelli che aderiscono a regimi con valenza ambientale (dunque il bio e il Qc). Sono ammesse al contributo le spese sostenute per la prima iscrizione, i controlli e le analisi previste dal disciplinare di produzione.
Photo credit: Infomastern / Foter.com / CC BY-SA
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