Chip: Intel, a rischio investimento da 4,5 miliardi in Italia
Il caro energia e materie prime in Europa, la mancanza di conferme sugli aiuti pubblici da parte del Governo italiano a Davos, la recessione e l'Inflation reduction act statunitense sono i principali fattori che potrebbero portare l'azienda californiana a ripensare il progetto di investimento in Italia, annunciato lo scorso marzo. Ecco cosa sta succedendo.
Cosa prevede la strategia europea sui semiconduttori
L'investimento in Italia si inserisce nel più ampio piano da 80 miliardi di euro che Intel intende realizzare nel prossimo decennio in Europa, mettendo in piedi nuovi impianti di produzione, hub di ricerca e servizi di fonderia.
La prima fase del piano di investimenti Intel in Europa - annunciata il 15 marzo 2022 - prevede un pacchetto di interventi da 33 miliardi di euro, che riguarderà Francia, Germania, Irlanda, Italia, Polonia e Spagna.
La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, aveva accolto l'annuncio come un "primo grande traguardo nell'ambito dell'European Chips Act", che contribuirà a rafforzare l'ecosistema europeo dei chip.
A marzo, anche il CEO di Intel, Pat Gelsinger, aveva sottolineato come l'EU Chips Act "darà la possibilità alle aziende private e ai governi di lavorare insieme per far progredire ragguardevolmente la posizione dell’Europa nel settore dei semiconduttori".
Nonostante queste premesse, ad oggi gli investimenti annunciati in Italia sono a rischio, ecco perché.
Intel frena sugli investimenti in Italia. Quali sono i fattori di rischio?
Innanzitutto pesano le conseguenze della pandemia e della guerra in Ucraina, con il rincaro dei costi dell'energia e delle materie prime, fattori che negli ultimi tempi avevano fatto vacillare anche il progetto di investimento di Intel in Germania, che però sembra essere confermato.
Risulta infatti essere ancora aperto il dialogo tra Intel, Berlino e Commissione UE per definire le caratteristiche del finanziamento pubblico che la Germania potrà mettere in campo per sostenere l'investimento dell'impianto di chip a Magdeburgo.
C'è poi l'Inflation reduction act (IRA) degli Stati Uniti, con il suo pacchetto di incentivi da 370 miliardi di euro riservato ai prodotti made in USA che ha messo in allarme l'UE, pronta a rispondere con il Fondo sovrano europeo, la riforma degli aiuti di Stato e un nuovo piano industriale, il Green Deal Industrial Plan.
Si aggiunge anche la recessione globale per il 2023 che - secondo il Chief economists outlook del World Economic Forum - è un rischio estremamente alto e probabile.
Infine, c'è il dialogo tra Intel e Italia, che per il momento sembra in stallo.
Durante la conferenza stampa di fine anno, la premier Giorgia Meloni aveva confermato la volontà del Governo italiano di concretizzare il progetto di investimento, calendarizzando un incontro con Intel.
Secondo fonti di stampa, il Forum economico mondiale 2023, in corso fino al 20 gennaio a Davos, sarebbe potuta essere la cornice per proseguire il dialogo, ma così non è stato.
Alla cena organizzata da Intel - con i ministri dell'economia degli Stati membri coinvolti nel piano d'investimento Intel in Europa - non hanno partecipato né il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, né il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso.
Giorgietti ha comunque assicurato che la questione Intel sarà affrontata: "purtroppo, o per fortuna - dipende dai punti di vista - c'è stato un passaggio di governo, ma la cosa viene ripresa in mano. Sono cambiate anche delle situazioni di costo generale nel mondo, però siamo sicuramente impegnati".
Tuttavia l'assenza dei due ministri italiani a Davos - si legge sui quotidiani di oggi - potrebbe pesare sulle decisioni dell'azienda californiana, che - in attesa di conferme sui finanziamenti pubblici da parte del Governo - starebbe facendo le sue valutazioni sull'intero progetto di investimento, che vede in lizza due regioni italiane: Veneto e Piemonte.
Il finanziamento pubblico che l'Italia potrebbe mettere in campo - in base alle prime ipotesi - potrebbe ammontare al 40% dell'investimento, combinando sia quota statale che regionale, ma è tutto da vedere.
L'auspicio di molti è che il dialogo tra Intel e Governo riprenda, affinché l'Italia non perda l'opportunità di realizzare sul proprio territorio un grande progetto tecnologico, che mobiliterà nuovi investimenti all'interno di una filiera importante per la crescita del paese, creando posti di lavoro, competenze e professionalità.
Chip e semiconduttori: cosa prevede il piano di investimenti Intel in Europa?
Di seguito riportiamo il piano di investimenti di Intel presentato a marzo 2022.
Scopo del piano decennale da 80 miliardi è accrescere la capacità produttiva di Intel in Europa, con investimenti che riguarderanno tutta la filiera dei semiconduttori, dalle attività di ricerca e sviluppo fino alla produzione e alle più avanzate tecnologie di packaging dei chip.
Si parte con la fase iniziale da 33 miliardi per realizzare diversi interventi in 6 paesi europei (Francia, Germania, Irlanda, Italia, Polonia e Spagna) e rafforzare le relazioni di lunga durata con gli istituti di ricerca in Belgio, Francia, Germania e Paesi Bassi.
In Francia il nuovo hub europeo per ricerca e sviluppo
Intel realizzerà il suo nuovo hub europeo per attività di ricerca e sviluppo nei pressi di Plateau de Saclay, creando 1.000 nuovi posti di lavoro di alta specializzazione high-tech in azienda, con 450 posti disponibili entro la fine del 2024.
La Francia diventerà la sede europea di Intel per le competenze di progettazione per il supercalcolo (HPC) e l’intelligenza artificiale (AI). L’innovazione di HPC e AI offrirà benefici per una vasta serie di settori, come automotive, agricoltura, clima, ricerca farmacologica, energia, studi genomici, biologia e sicurezza.
Inoltre, Intel prevede di stabilire il suo principale centro europeo di progettazione di fonderie in Francia, offrendo servizi di progettazione e materiali collaterali di progettazione a partner e clienti del settore francese, europeo e mondiale.
In Germania due fabbriche di semiconduttori
Le nuove fabbriche - situate a Magdeburgo - produrranno chip basati sulle più avanzate tecnologie per i transistor di Intel, che - come previsto dalla nuova strategia dell’azienda (Integrated Device Manufacturer - IDM 2.0) - saranno in grado di soddisfare le richieste dei clienti europei e globali.
La progettazione inizierà immediatamente, mentre l’inizio della costruzione è stimata per la prima metà del 2023 e l’avvio della produzione è prevista per il 2027, in attesa dell’approvazione della Commissione UE.
Intel guarda anche alla Germania come il "luogo ideale per stabilire un nuovo centro per la realizzazione di chip d’avanguardia", ribattezzato Silicon Junction, che farà da punto di congiunzione per gli altri centri di innovazione e produzione del paese e del continente. Gli investimenti che verranno mobilitati in questa direzione ammontano a 17 miliardi di euro.
Irlanda: più risorse per espandere l'impianto di Leixlip
Intel investirà ulteriori 12 miliardi di euro per espandere l'impianto di Leixlip, con l'obiettivo di raddoppiare lo spazio per la produzione, portare sul suolo europeo il processo produttivo Intel 4 ed espandere il servizio di fonderia di semiconduttori per clienti esterni. Al termine del processo di espansione, l’investimento totale di Intel in Irlanda ammonterà ad oltre 30 miliardi di euro.
4,5 miliardi per nuovo impianto in Italia
Intel e lo Stato italiano sono in fase di negoziazione per la realizzazione di un impianto all’avanguardia dedicato alla fase di back-end del processo di fabbricazione dei chip. Lo scopo è rendere questo impianto un’eccellenza nell’UE con tecnologie inedite e innovative.
Con un potenziale investimento fino a 4,5 miliardi di euro, il nuovo impianto potrà creare circa 1.500 posti di lavoro in Intel e altri 3.500 posti di lavoro fra fornitori e partner.
Inoltre, con l’acquisizione di Tower Semiconductor, Intel intende portare innovazione e opportunità di crescita del servizio di fonderia di semiconduttori in Italia.
Infine, Intel sta anche costruendo collaborazioni promettenti in Italia con Leonardo, Istituto Nazionale di Fisica Nucleare e CINECA, per esplorare nuove soluzioni avanzate nell’ambito del supercalcolo (HPC), della memoria, dei modelli di programmazione software, di sicurezza e cloud.
Crescono i laboratori Intel in Polonia
Espandere del 50% i laboratori di Danzica entro il 2023. Questa la meta che Intel intende raggiungere concentrandosi sullo sviluppo di soluzioni nel campo delle reti neurali per deep learning, dell’audio, della grafica, dei data center e del cloud computing.
Supercalcolo in Spagna
Il Barcelona Supercomputing Center e Intel intendono realizzare laboratori comuni a Barcellona per il progresso dell’informatica, dando seguito al reciproco impegno nel campo del calcolo ad ale prestazioni.
Photo credit Pok Rie, via Pexels
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