Appalti - OICE, pubblicita' su quotidiani sia a carico della stazione appaltante
Secondo l'OICE il problema non è tanto nell'obbligo di pubblicazione del bando sui quotidiani, quanto nel fatto che la relativa spesa debba essere sostenuta dall'aggiudicatario, invece che dalla stazione appaltante. Una disposizione incomprensibile, spiega l'associazione, che riguarda solo l'Italia.
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L’OICE, Associazione delle organizzazioni italiane di ingegneria, architettura e consulenza tecnico-economica, prende posizione nel dibattito sull’obbligo di pubblicazione dei bandi di gara sui quotidiani, recentemente riportato all’attenzione dal sottosegretario all’Editoria Vito Crimi.
La proposta del sottosegretario Crimi
Il senatore M5S ha annunciato l’intenzione di abolire la norma, regolamentata dal decreto del 2 dicembre 2016 attuativo del nuovo Codice Appalti (D.lgs n. 50-2016), che prevede per le stazioni appaltanti l’obbligo di pubblicare gli avvisi di gara anche sui quotidiani cartacei allo scopo di garantire la certezza della data di pubblicazione del bando e adeguati livelli di trasparenza e di conoscibilità.
Il decreto del 2 dicembre 2016 stabilisce, inoltre, che le spese sostenute dalla stazione appaltante per la pubblicazione obbligatoria dei bandi di gara siano rimborsate alla stessa dall'aggiudicatario entro il termine di 60 giorni dall'aggiudicazione.
L’eliminazione della disposizione, secondo Crimi, contribuirebbe al raggiungimento di tre obiettivi principali: la semplificazione degli oneri burocratici per la Pubblica Amministrazione, il risparmio - stimato in 40 milioni di euro - per professionisti e imprese, e il taglio del finanziamento indiretto ai giornali.
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La posizione dell'OICE
In tale contesto, il presidente dell’OICE Gabriele Scicolone ha evidenziato che la questione non dovrebbe riguardare tanto se sia o meno opportuno l’obbligo di pubblicità dei bandi sui giornali, quanto piuttosto a chi debba essere imputata la spesa derivante da tale norma.
Per l’OICE, si legge in un comunicato ufficiale, non è assolutamente condivisibile il fatto che, solo in Italia, una spesa che deve essere a carico di chi bandisce la gara, come ogni onere di preparazione della stessa, debba poi essere rimborsata dall’aggiudicatario, per giunta entro un lasso di tempo - 60 giorni dall'aggiudicazione dell'appalto - giudicato dall’associazione del tutto insufficiente, visto che spesso la spesa deve essere sostenuta quando l’aggiudicatario non ha ancora incassato nulla.
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