Partecipazione italiana a banche multilaterali: ecco il disegno di legge
Nel corso del Consiglio dei ministri (CdM) che ha varato il Milleproroghe 2025, il governo ha anche approvato un disegno di legge sulla partecipazione italiana a banche e a fondi multilaterali di sviluppo. Maggiori dettagli emergono dalla bozza di DDL in circolazione in queste ore.
Come spiega una nota rilasciata da Palazzo Chigi a seguito del CdM, il disegno di legge ha anzitutto “come obiettivo la ratifica degli emendamenti agli accordi istitutivi della Banca Internazionale per la Ricostruzione e lo Sviluppo (BIRS), della Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo (BERS) e del Fondo Africano di Sviluppo, dando concreta ed effettiva attuazione agli impegni sottoscritti. Le Banche multilaterali di sviluppo (BMS) ricoprono un ruolo cruciale nel sostenere la ripresa economica e nel perseguimento dei Sustainable Development Goals (SDGs) dell’Agenda 2030, attraverso l’erogazione di finanziamenti a costi sostenibili”.
La partecipazione dell’Italia al Fondo monetario internazionale
Oltre che di BIRS, BERS e Fondo Africano di Sviluppo, il DDL si interessa anche al Fondo monetario internazionale (FMI).
Il provvedimento, infatti, autorizza il Ministero dell’economia e delle finanze (MEF) a dare seguito all’aumento delle quote di partecipazione deciso dal Consiglio dei Governatori del FMI “con la risoluzione n. 79-1 del 15 dicembre 2023, che mira a mantenere inalterata la capacità di prestito complessiva del Fondo, riequilibrando il rapporto tra le risorse proprie dello stesso FMI e quelle ricevute a prestito dai membri, in favore delle prime.
A tal fine, l’accordo raggiunto prevede:
- un aumento delle quote di partecipazione al FMI;
- una riduzione del prestito collettivo New Arrangements to Borrow (NAB);
- la cessazione degli accordi di prestiti bilaterali Bilateral Borrowing Agreements (BBA).
In tale contesto, dalla bozza di DDL si apprende che il governo autorizza il MEF a provvedere all’aumento della quota di partecipazione dell’Italia al FMI da 15 miliardi e 70 milioni di diritti speciali di prelievo a 22 miliardi e 605 milioni.
L’Italia e la Banca Africana di Sviluppo
Il provvedimento disciplina anche la partecipazione italiana all’aumento di capitale a chiamata della Banca Africana di Sviluppo per complessive 205.130 nuove azioni.
La Banca in questione - lo ricordiamo - eroga finanziamenti ai Paesi a medio reddito a condizioni non concessionali, seppur più favorevoli di quelle di mercato.
Del gruppo fa parte anche il Fondo Africano di Sviluppo, sportello concessionario del Gruppo che concede prestiti e doni ai 38 Paesi più poveri del continente.
La partecipazione italiana all’IDB Invest
Il DDL approvato dal Consiglio dei ministri del 9 dicembre disciplina anche la partecipazione italiana all’aumento di capitale della Società Interamericana di Investimento (IDB Invest), braccio privato della Banca Interamericana di Sviluppo (Interamerican Development Bank - IDB) che, nell’ambito del Gruppo della Banca Interamericana di Sviluppo, concede finanziamenti al settore privato e si occupa del sostegno alle piccole e medie imprese della Regione Latino-americana e dei Caraibi.
La sottoscrizione in questione è pari a complessivi 49,182 milioni di dollari americani.
Sottoscrizione di capitale ibrido della Banca IBRD
Il provvedimento autorizza anche la sottoscrizione da parte dell’Italia di capitale ibrido della Banca Internazionale per la Ricostruzione e lo Sviluppo (IBRD) e dispone la necessaria autorizzazione di spesa.
Più nello specifico il MEF può sottoscrivere strumenti finanziari ibridi, irredimibili e subordinati emessi dalla IBRD per un ammontare annuale massimo di 20 milioni di euro.
Gli accordi assicurano all’Italia la facoltà, nel caso di aumento di capitale a pagamento, di convertire in tutto o in parte gli strumenti finanziari ibridi in quote di partecipazione al capitale della Banca.
L’Italia partecipa all’aumento di capitale della BERS
Infine, il DDL disciplina la partecipazione italiana all’aumento di capitale della Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo (BERS), istituita nel 1991 su iniziativa dei paesi della Comunità europea al fine di favorire la transizione verso l’economia di mercato e promuovere l’iniziativa privata e imprenditoriale nei paesi dell’Europa centrale e orientale, impegnati ad applicare i principi della democrazia multipartitica, del pluralismo e dell’economia di mercato.
Più nello specifico dalla bozza si apprende che il nostro Paese prevede di sottoscrivere 34.360 azioni a pagamento, autorizzando una spesa di 68,72 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2025 al 2029.
Tale impegno finanziario - così come quelli previsti per la IBRD e per la IDB - è possibile grazie alla corrispondente riduzione delle risorse destinate dalla Manovra 2023 all’aumento di capitale della Banca di sviluppo del Consiglio d’Europa.
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