Aumentano i controlli sui contributi pubblici a enti, società, organismi e fondazioni

Foto di Artem PodrezDal 2025 gli organi di controllo di enti, società, organismi e fondazioni di diritto privato che ricevono contributi pubblici dovranno accertare che l’impiego di tali fondi avvenga in linea con le finalità per le quali tali contributi sono stati attribuiti. Ancora sconosciuta la platea esatta di tali organismi, dal momento che le soglie di contributi a partire dalle quali scatta l'obbligo di verifica saranno definite in un prossimo DPCM. 

Per approfondire: cosa prevede la Legge di bilancio 2025?

La disposizione figura tra le misure di potenziamento dei controlli di finanza pubblica previste dalla legge di bilancio 2025, insieme ad altri interventi. Tra questi, la norma relativa alle attività dei rappresentanti designati dai Ministeri all’interno dei collegi dei revisori dei conti e sindacali delle amministrazioni pubbliche (di cui all’articolo 1, comma 2, della legge di contabilità e finanza pubblica) e quella concernente il contenimento della spesa pubblica, sempre all’interno di società, enti, organismi e fondazioni pubbliche che ricevono un contributo finanziario significativo dallo Stato, prevedendo che dal 2025 le spese per l'acquisto di beni e servizi non possa superare il valore medio sostenuto per le medesime finalità negli esercizi finanziari 2021, 2022 e 2023.

Enti, società e fondazioni di diritto privato: nuovi compiti di vigilanza in caso di contributi pubblici  

Tornando agli enti di natura privata, la disposizione è contenuta all’interno del comma 857 dell’articolo 1 della Legge n. 207/2024 che interviene in materia di organi di controllo, anche in forma monocratica (già costituiti o da costituire per il rispetto di tali finalità), delle società, degli enti, degli organismi e delle fondazioni che ricevono, anche in modo indiretto e sotto qualsiasi forma, un contributo di entità significativa a carico dello Stato.

Introdotto dal Parlamento, il comma 857 affida infatti a tali organi di controllo - nello svolgimento dei compiti e secondo le responsabilità ad essi attribuiti in base alla normativa vigente - il compito di effettuare apposite attività di verifica intese ad accertare che l’utilizzo dei contributi pubblici sia avvenuto nel rispetto delle finalità per i quali gli stessi sono stati concessi, inviando annualmente al Ministero dell’economia e delle finanze (MEF) una relazione sulle risultanze delle verifiche effettuate.

Nel concreto, si tratterebbe sia del collegio sindacale (nelle Spa), sia del sindaco unico nominato in alternativa al collegio sindacale (nelle Srl), nonostante - come sottolineano alcuni esperti - nella normativa attuale su tale materia spesso intervenga invece il revisore legale che però non è citato nel comma in questione.

Come già accennato, la platea specifica degli enti e delle società di diritto privato i cui organismi di controllo saranno tenuti ad effettuare tali verifiche è ancora sconosciuta. La Manovra rimanda, infatti, ad un successivo DPCM - da adottarsi entro 90 giorni dalla entrata in vigore della legge di bilancio - la soglia del “contributo di entità significativa a carico dello Stato” a partire dalla quale scatta tale obbligo di verifica. 

In questo modo, come sottolineano alcuni esperti di diritto societario, il comma 857 di fatto aggiunge alla tradizionale attività di vigilanza esercitata in base all’articolo 2403 del Codice civile (Doveri del collegio sindacale) da tali organi di controllo, anche la funzione di attività di verifica del corretto utilizzo delle risorse pubbliche.

Foto di Artem Podrez

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