Piano per il Sud - in arrivo 16 patti tra Governo ed enti territoriali
Fisco, fondi europei e infrastrutture saranno i temi strategici
- Piano per il Sud: tre miliardi per infrastrutture con flessibilita' Ue
- Fondi Ue: via al PON infrastrutture e reti, progetti entro il 2015
Sedici patti per il Sud, che il Governo sta contrattando con Regioni e Città metropolitane. Saranno il centro del piano per il Mezzogiorno allo studio dell’Esecutivo, secondo quanto spiega il masterplan appena pubblicato da Palazzo Chigi. Gli accordi serviranno a individuare risorse, priorità e tempi d’azione per ciascuna delle aree del paese. Avranno al centro, soprattutto, tre questioni: la gestione dei fondi europei, la distribuzione degli incentivi fiscali e le infrastrutture.
La capacità di spesa
Il punto dal quale si parte è la programmazione europea. Quanto alla vecchia, la percentuale di utilizzo dei fondi lasciata in eredità dal Governo Berlusconi era solo del 15% al 31 dicembre 2011, cioè al termine del quinto anno del periodo programmatorio. “Al 30 giugno scorso siamo arrivati all’80% e stiamo lavorando con Ministeri e Regioni responsabili dei programmi per arrivare al 100% di utilizzo dei fondi entro la scadenza del 31 dicembre 2015”, spiega il masterplan. L’obiettivo viene perseguito anche con una serie di task force dedicate.
I fondi europei
Quanto alla nuova programmazione, relativa al periodo 2014-2020, “a oggi abbiamo già ottenuto l’approvazione da parte della Commissione di 49 programmi nazionali e regionali sui 50 previsti; puntiamo a far approvare anche il cinquantesimo entro fine anno”. Quindi, immediatamente dopo la chiusura della rendicontazione del periodo 2007-2013 si potrà partire con la spesa dei nuovi fondi, senza soluzioni di continuità.
Le linee guida di Palazzo Chigi
Lo spirito generale del masterplan punta in direzione opposta all’idea che era dietro la Cassa per il Mezzogiorno. In quel caso si era cercato di portare al Sud esperienze virtuose dall’esterno. Il masterplan, invece, dovrà “partire dai punti di forza del tessuto economico meridionale per valorizzarne le capacità di diffusione di imprenditorialità e di competenze lavorative e per promuovere l’attivazione di filiere produttive autonomamente vitali”.
Gli incentivi fiscali
Concretamente, la prima leva importante sarà quella fiscale. Sarà rafforzato il cosiddetto Ace, cioè l'Aiuto alla crescita economica, l'incentivo che punta a promuovere la patrimonializzazione delle imprese, e ci sarà la riduzione dell’Ires, di fatto già varata dalla legge di Stabilità. Ma non solo: sarà potenziato il ruolo di strumenti come il Fondo centrale di garanzia e i minibond e l’azione di soggetti come la Banca per il Mezzogiorno, che sosterranno l’accesso al credito.
Le infrastrutture
Accanto al tema fiscale, c’è quello del gap infrastrutturale. Oltre alla riprogrammazione dei fondi europei, un ruolo chiave sarà svolto da Cassa depositi e prestiti e dalla Banca europea degli investimenti.
Questi soggetti lavoreranno su alcune priorità già individuate: il Piano banda ultralarga (per il quale sono state già stanziati 3,5 miliardi sul Fondo sviluppo e coesione e 2 miliardi sui Programmi operativi regionali), l’Alta velocità sugli assi adriatico e tirrenico e sulla Napoli-Bari-Taranto, l’ammodernamento del sistema ferroviario in Sicilia e Sardegna, il piano della portualità e della logistica, il piano degli aeroporti, le interconnessioni che superano i principali colli di bottiglia che ostacolano il funzionamento del sistema elettrico, i rigassificatori.
L'effetto leva della manovra
Concretamente, tutte queste novità passano dalla legge di Stabilità e dalla clausola di investimenti appena mobilitata in sede europea. Metterà a disposizione nel 2016 uno spazio di bilancio di 5 miliardi di euro. L’effetto leva potenziale è in grado di mettere in gioco nel solo 2016 investimenti per oltre 11 miliardi di euro, di cui almeno 7 per interventi nel Mezzogiorno. “Abbiamo così creato gli spazi di bilancio affinché gli stanziamenti diventino spesa effettiva, risorse realmente a disposizione del Mezzogiorno nel 2016”.
Sedici patti in arrivo
Resta, però, la questione della burocrazia. Per integrare i diversi livelli di governo, allora, l’Esecutivo sta lavorando a costruire sedici patti per il Sud, uno per ognuna delle otto Regioni (Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Puglia, Calabria, Sicilia, Sardegna) e uno per ognuna delle otto Città metropolitane (Napoli, Bari, Taranto, Reggio Calabria, Palermo, Catania, Messina, Cagliari).
L’obiettivo è definire per ognuna di esse gli interventi prioritari e trainanti, le azioni da intraprendere per attuarli e gli ostacoli da rimuovere, la tempistica, le reciproche responsabilità.