Riforma PA – stop a precariato e novita' per dipendenti pubblici
Via libera definitivo del Consiglio dei Ministri a due decreti attuativi della riforma Madia in materia di dipendenti pubblici
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Tra i provvedimenti approvati dal Consiglio dei Ministri di venerdì ci sono anche due decreti legislativi in attuazione della riforma della PA (legge n. 145-2015), uno contenente modifiche e integrazioni al Testo unico del pubblico impiego, l'altro relativo alla valutazione delle performance dei dipendenti pubblici.
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Precari, assunzioni e concorsi nelle PA
Il decreto legislativo approvato in via definitiva dal CdM introduce una serie di norme in materia di responsabilità disciplinare dei dipendenti pubblici, promuove l'utilizzo dell'ICT, attribuisce all'INPS le competenze per l'accertamento medico legale in caso di assenze per malattia e favorisce l’integrazione nell’ambiente di lavoro delle persone con disabilità.
Tra le principali novità del testo vi è il progressivo superamento del concetto di dotazione organica come limite alle assunzioni e l'introduzione del Piano triennale dei fabbisogni, che dovrebbe permettere la definizione degli obiettivi di contenimento delle assunzioni tenendo conto della varietà delle situazioni e delle competenze dei lavoratori pubblici, oltre che dei limiti di spesa.
In più, per ridurre il fenomeno del precariato nella PA, il decreto prevede una stretta sulle forme di lavoro flessibile che, a regime, dovrebbe condurre al divieto per le pubbliche amministrazioni di stipulare contratti di collaborazione e all’assunzione a tempo indeterminato del personale in possesso dei requisiti.
Sempre in tema di assunzioni, il testo prevede l’accertamento della conoscenza della lingua inglese e di altre lingue quale requisito di partecipazione ai concorsi o quale titolo di merito valutabile dalle commissioni giudicatrici e la valorizzazione, nei processi di selezione, del titolo di dottore di ricerca e dell’esperienza professionale acquisita da coloro che hanno avuto rapporti di lavoro flessibile con le PA.
Infine, il testo mira a razionalizzare i sistemi di valutazione dei risultati raggiunti dalle organizzazioni e dai singoli dipendenti, materia che è al centro del secondo provvedimento approvato dal CdM.
Premi e scatti di carriera ancorati al merito
Andando a modificare il decreto legislativo n.150 del 2009, il decreto intende aumentare la produttività del lavoro pubblico e l’efficienza delle PA, semplificando le norme in materia di valutazione, riconoscimento del merito e premialità dei dipendenti pubblici.
Il testo stabilisce anzitutto che ogni PA è tenuta a misurare e valutare le performance e che i premi, le progressioni economiche e gli avanzamenti di carriera possono essere riconosciuti solo laddove vengano rispettate le norme in materia di valutazione. Queste norme prevedono ora sia obiettivi generali per il comparto di appartenenza che target specifici per ciascuna amministrazione.
Gli Organismi indipendenti di valutazione (OIV) dovranno verificare l’andamento delle performance rispetto agli obiettivi previsti, tenendo conto delle risultanze dei sistemi di controllo strategico e di gestione presenti nell’amministrazione, ma anche del giudizio dei cittadini attraverso sistemi di rilevamento della soddisfazione degli utenti sulla qualità dei servizi.
In più, vengono introdotti nuovi meccanismi per distribuire le risorse destinate a remunerare la performance, affidando al contratto collettivo nazionale la definizione della quota riservata a premiare la performance organizzativa e quella individuale e dei criteri di differenziazione dei trattamenti economici corrispondenti ai diversi giudizi.
Photo credit: T. Barchielli