Bilancio UE post 2020 – plenaria approva relazione su FESR e FC
Via libera del Parlamento europeo alle nuove regole di finanziamento per rafforzare la coesione economica, sociale e territoriale dell'UE attraverso il Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) e il Fondo di coesione (FC).
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La relazione sul FESR e sul FC, a cura dell'eurodeputato S&D Andrea Cozzolino, è stata approvata con 475 voti a favore, 93 contrari e 53 astensioni.
“Con questo nuovo regolamento abbiamo introdotto il principio che i cofinanziamenti ai fondi strutturali possono avvenire anche attraverso l'uso della flessibilità”, ha commentato Cozzolino.
I negoziati tra il nuovo Parlamento e il Consiglio sul futuro della Politica di coesione dovrebbero partire in autunno.
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La posizione del Parlamento UE su FESR e Fondo coesione
Le nuove regole, che si applicheranno al Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) e al Fondo di coesione (FC) nel settennato 2021-2027 riguarderanno tutte le regioni europee, con particolare attenzione alle comunità meno sviluppate, alle aree urbane e alle regioni ultra periferiche.
La relazione del Parlamento UE chiede infatti di garantire che la Politica di Coesione continui ad operare anche nelle regioni più sviluppate e in transizione e che l'assegnazione dei finanziamenti si basi sul prodotto interno lordo (PIL) pro capite, anziché a livello nazionale e sulla base del rapporto del reddito nazionale lordo. In più, gli eurodeputati chiedono di aumentare dal 6 al 10% gli investimenti per sviluppo urbano sostenibile e di tenere conto delle esigenze specifiche delle regioni ultra periferiche.
Il testo approvato propone anche di destinare una parte significativa del FESR – tra il 30 e il 50% dei fondi ricevuti – al tema della crescita intelligente, mentre un'ulteriore quota del 30% dovrebbe essere dedicata alla lotta contro il cambiamento climatico e all'economia circolare, confermando la vocazione prevalente del Fondo di coesione a sostegno degli investimenti nelle infrastrutture ambientali e di trasporto.
Dal sostegno dei fondi europei, infine, dovrebbero essere escluse le infrastrutture aeroportuali, lo smaltimento dei rifiuti e il trattamento dei rifiuti residui, nonché gli investimenti legati ai combustibili fossili, con poche eccezioni per le regioni ultra-periferiche.
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