Coronavirus: partite IVA, i chiarimenti delle Entrate sul dl Cura Italia
A seguito dell'approvazione del decreto-legge Cura Italia (dl 18/2020) arrivano dall'Agenzia delle Entrate i primi chiarimenti sulle misure previste per sostenere i lavoratori autonomi in questo periodo di emergenza da Covid-19.
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L'Agenzia delle Entrate fa chiarezza sulle misure del dl Cura Italia
Con la circolare n. 6/E del 23 marzo 2020 l'Agenzia ha chiarito che la sospensione dei termini relativi alle attività di controllo e di accertamento e dei termini di impugnazione - introdotta dagli articoli 67 e 83 del dl Cura Italia - vale anche per i procedimenti di accertamento con adesione.
Su richiesta dei contribuenti, inoltre, se ciò non contrasta con la tutela della salute pubblica, gli Uffici nel periodo di sospensione, in via del tutto innovativa, potranno finalizzare l'accertamento effettuando contraddittori telefonici o in videoconferenza, con successivo scambio e firma dei verbali tramite Pec o posta ordinaria.
Con la risoluzione n. 13/E del 20 marzo 2020 l'Agenzia ha istituito il codice tributo “6914” per l’utilizzo in compensazione, tramite modello F24, del credito d’imposta per botteghe e negozi, previsto dal decreto del 17 marzo 2020. Il codice tributo sarà utilizzabile a decorrere dal 25 marzo 2020.
> Dpcm 22 marzo: quali attivita’ produttive chiudono e quali no
Il codice tributo è esposto, in sede di compilazione del modello F24, nella sezione “Erario”, nella colonna “importi a credito compensati”, ovvero, nei casi in cui il contribuente debba procedere al riversamento dell’agevolazione, nella colonna “importi a debito versati”. Il campo “anno di riferimento” è valorizzato con l’anno per il quale è riconosciuto il credito d’imposta, nel formato “AAAA”.
Con altri tre provvedimenti – la circolare n. 5 del 20 marzo 2020, la risoluzione 14/E del 21 marzo 2020 e la risoluzione 12/E del 18 marzo 2020 – l’Agenzia ha fatto chiarezza su:
- i termini per il pagamento degli importi dovuti a seguito di accertamenti esecutivi;
- la sospensione dei versamenti tributari e contributivi.
Bonus 600 euro, no al click day
Dopo molte polemiche, il click day per accedere al bonus mensile di 600 euro – inizialmente proposto dall’INPS – è stato definitivamente bocciato.
I no secchi sono arrivati da diverse categorie professionali. La Confederazione nazionale dell'artigianato e della piccola e media impresa (CNA), ad esempio, ha sottolineato in una nota che l’indennizzo di 600 euro è già minimo e “che non potrà andare a tutti a causa dell’insufficiente stanziamento, affidarne la distribuzione a uno strumento aleatorio ci sembra davvero troppo. Solo il pensiero di ricorrere al click day, anzi, rappresenta un’offesa gravissima per quasi cinque milioni di italiani”.
La ministra del Lavoro, Nunzia Catalfo, ha dichiarato che le risorse stanziate dal Governo sono sufficienti per tutti, sottolineando che il Ministero sta lavorando insieme all’INPS “per mettere a sistema, nel più breve tempo possibile, tutte le procedure necessarie per velocizzare l’iter di presentazione delle domande ed erogare gli aiuti previsti dal provvedimento, compresi gli ammortizzatori sociali”.
Anche il presidente dell’INPS, Pasquale Tridico, insieme al il Ministro dell'economia e delle finanze, Roberto Gualtieri, hanno ribadito che il click day non si farà.
“Purtroppo c’è stato un grande fraintendimento. Non ci sarà nessun click day. Avremo per tutti domande aperte sul nostro sito e queste domande non dovranno essere inviate in un solo giorno”, ha spiegato Tridico all’Huffpost.
“Il click day è una fake news. Quello che intendeva dire l’Inps è che la procedura per i 600 euro, così come quella per il congedo parentale e il voucher baby sitter, sarà semplice ed accessibile a tutti e basterà un click per ottenere le prestazioni”, ha chiarito Gualtieri al Corriere della Sera.
Come richiedere il bonus, le anticipazioni
Probabilmente già dalla prossima settimana si potrà richiedere l’indennizzo di 600 euro per il mese di marzo previsto dal dl Cura Italia. La data certa sarà comunicata a breve dall’INPS.
Il Governo sta già lavorando ad un nuovo decreto, atteso per il mese di aprile, che dovrebbe darà continuità agli interventi previsti dal decreto del 17 marzo 2020, con alcune modifiche. Si ipotizza infatti l’introduzione di requisiti ad hoc – ora assenti - per l’accesso alle misure di sostegno.
Dl Cura Italia, le misure per i lavoratori autonomi
Sospensione degli adempimenti fiscali
Per i soggetti che hanno il domicilio fiscale, la sede legale o la sede operativa nel territorio nazionale - si legge del dl 18/2020 - sono sospesi gli adempimenti tributari diversi dai versamenti e diversi dall’effettuazione delle ritenute alla fonte e delle trattenute relative all’addizionale regionale e comunale, che scadono nel periodo compreso tra l’8 marzo 2020 e il 31 maggio 2020.
Tali adempimenti dovranno essere effettuati entro il 30 giugno 2020 senza applicazione di sanzioni.
Resta ferma la disposizione di cui all’articolo 1 del decreto-legge 2 marzo 2020, n. 9, recante disposizioni riguardanti i termini relativi alla dichiarazione dei redditi precompilata 2020.
Per i soggetti esercenti attività d’impresa, arte o professione che hanno il domicilio fiscale, la sede legale o la sede operativa nel territorio dello Stato con ricavi o compensi non superiori a 2 milioni di euro nel periodo di imposta precedente a quello in corso alla data di entrata in vigore del decreto-legge Cura Italia (17 marzo 2020), sono sospesi i versamenti da autoliquidazione che scadono nel periodo compreso tra l’8 marzo 2020 e il 31 marzo 2020:
- a) relativi alle ritenute alla fonte di cui agli articoli 23 e 24 del decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 600, e alle trattenute relative all’addizionale regionale e comunale, che i predetti soggetti operano in qualità di sostituti d'imposta;
- b) relativi all’imposta sul valore aggiunto;
- c) relativi ai contributi previdenziali e assistenziali, e ai premi per l'assicurazione obbligatoria.
La sospensione dei versamenti dell’imposta sul valore aggiunto si applica, a prescindere dal volume dei ricavi o compensi percepiti, ai soggetti esercenti attività d’impresa, arte o professione che hanno il domicilio fiscale, la sede legale o la sede operativa nelle Province di Bergamo, Cremona, Lodi e Piacenza.
Per i soggetti che hanno il domicilio fiscale, la sede legale o la sede operativa nei comuni individuati nell'allegato 1 al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 1° marzo 2020, restano ferme le disposizioni di cui all'articolo 1 del decreto del Ministro dell'economia e delle finanze 24 febbraio 2020.
Questi versamenti dovranno essere effettuati, senza applicazione di sanzioni ed interessi, in un'unica soluzione entro il 31 maggio 2020 o mediante rateizzazione fino a un massimo di 5 rate mensili di pari importo a decorrere dal mese di maggio 2020.
Non è previsto il rimborso di quanto già versato.
Per i soggetti che hanno il domicilio fiscale, la sede legale o la sede operativa nel territorio dello Stato con ricavi o compensi non superiori a 400mila euro nel periodo di imposta precedente a quello in corso alla data di entrata in vigore del decreto-legge Cura Italia (17 marzo 2020), i ricavi e i compensi percepiti nel periodo compreso tra la data di entrata in vigore del decreto-legge e il 31 marzo 2020 non sono assoggettati alle ritenute d'acconto di cui agli articoli 25 e 25-bis del decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 600, da parte del sostituto d'imposta, a condizione che nel mese precedente non abbiano sostenuto spese per prestazioni di lavoro dipendente o assimilato.
I contribuenti, che si avvalgono di questa opzione, rilasciano un’apposita dichiarazione dalla quale risulti che i ricavi e compensi non sono soggetti a ritenuta ai sensi della presente disposizione e provvedono a versare l’ammontare delle ritenute d’acconto non operate dal sostituto in un'unica soluzione entro il 31 maggio 2020 o mediante rateizzazione fino a un massimo di 5 rate mensili di pari importo a decorrere dal mese di maggio 2020, senza applicazione di sanzioni e interessi.
Indennità di 600 euro
Professionisti e lavoratori con rapporto di collaborazione coordinata e continuativa
Ai liberi professionisti titolari di partita IVA attiva alla data del 23 febbraio 2020 e ai lavoratori titolari di rapporti di collaborazione coordinata e continuativa attivi alla medesima data, iscritti alla Gestione separata di cui all'articolo 2, comma 26, della legge n. 335-1995, non titolari di pensione e non iscritti ad altre forme previdenziali obbligatorie, è riconosciuta un’indennità per il mese di marzo pari a 600 euro.
L’indennità non concorre alla formazione del reddito ed è erogata dall’INPS, previa domanda, nel limite di spesa complessivo di 203,4 milioni di euro per l’anno 2020. L'INPS provvede al monitoraggio del rispetto del limite di spesa e comunica i risultati di tale attività al Ministero del lavoro e delle politiche sociali e al Ministero dell’economia e delle finanze.
Lavoratori autonomi iscritti alle Gestioni speciali dell’Ago
L’indennità di 600 euro per il mese di marzo è riconosciuta anche ai lavoratori autonomi iscritti alle gestioni speciali dell’Ago, non titolari di pensione e non iscritti ad altre forme previdenziali obbligatorie, ad esclusione della Gestione separata di cui all’articolo 2, comma 26, della legge n. 335-1995.
L’indennità è erogata dall’INPS, previa domanda, nel limite di spesa complessivo di 2.160 milioni di euro per l’anno 2020. L'INPS provvede al monitoraggio del rispetto del limite di spesa e comunica i risultati di tale attività al Ministero del lavoro e delle politiche sociali e al ministero dell’economia e delle finanze.
Le indennità non sono cumulabili tra loro e non sono riconosciute ai percettori di reddito di cittadinanza.
Fondo per il reddito di ultima istanza
Nello stato di previsione del Ministero del lavoro e delle politiche sociali è istituito il “Fondo per il reddito di ultima istanza”, con l’obiettivo di garantire misure di sostegno al reddito per i lavoratori dipendenti e autonomi che, a causa dell’emergenza epidemiologica da COVID 19, hanno cessato, ridotto o sospeso la loro attività o il loro rapporto di lavoro.
Il Fondo è volto a garantire il riconoscimento di una indennità, nel limite di spesa 300 milioni di euro per l’anno 2020.
Con successivi decreti del Ministro del Lavoro e delle politiche sociali, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, saranno definiti i criteri di priorità e le modalità di attribuzione dell’indennità, insieme all’eventuale quota del limite di spesa da destinare al sostegno del reddito dei professionisti iscritti agli enti di diritto privato di previdenza obbligatoria di cui ai decreti legislativi 30 giugno 1994, n. 509 e 10 febbraio 1996, n. 103.
Credito d'imposta per la sanificazione degli ambienti di lavoro
Per incentivare la sanificazione degli ambienti di lavoro ai soggetti esercenti attività d’impresa, arte o professione è riconosciuto, per il periodo d'imposta 2020, un credito d'imposta nella misura del 50% delle spese di sanificazione degli ambienti e degli strumenti di lavoro sostenute e documentate fino ad un massimo di 20mila euro per ciascun beneficiario.
Con successivo decreto il Ministro dello sviluppo economico, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, definirà i criteri e le modalità di applicazione e di fruizione del credito d’imposta.
Per questo intervento sono stanziati 50 milioni di euro per l’anno 2020.
Credito d’imposta per botteghe e negozi
Per contenere gli effetti negativi derivanti dalle misure di prevenzione e contenimento connesse all’emergenza epidemiologica, ai soggetti esercenti attività d’impresa è riconosciuto, per l’anno 2020, un credito d’imposta nella misura del 60% dell’ammontare del canone di locazione, relativo al mese di marzo 2020, di immobili rientranti nella categoria catastale C/1.
Il credito d’imposta è utilizzabile, esclusivamente, in compensazione.
> Decreto Cura Italia: decreto legge n. 18 del 17 marzo 2020
I commenti di Confprofessioni
"Lo sforzo straordinario del Governo corrisponde allo stato di emergenza del Paese. L’ampiezza degli interventi e delle risorse messe in campo con il decreto Cura Italia indicano infatti quanto sia grave e profonda l’emergenza sanitaria nel Paese, come pure gli effetti negativi sull’economia, sul lavoro e sui cittadini", ha dichiarato il presidente di Confprofessioni, Gaetano Stella.
"Un altro intervento molto atteso dai professionisti riguarda le misure di sostegno al reddito che, attraverso il Fondo per il reddito di ultima istanza, prevede uno stanziamento di 300 milioni per il 2020 con modalità ancora da definire. Inoltre, l’indennità riconosciuta ai lavoratori autonomi va nella direzione che negli ultimi mesi abbiamo portato avanti al Cnel, delinenando un ammortizzatore sociale universale per il mondo delle partite Iva".
"Positiva anche la decisione di sospendere gli adempimenti fiscali e contributivi che, oggettivamente, rischiavano di mettere in ginocchio l’attività delle professioni economiche; mentre va cassata l’ingiustificabile estensione di due anni dei termini per l’accertamento fiscale, che rischia di penalizzare contribuenti che in questo momento devono essere sostenuti. Infine, va esteso anche agli studi professionali il credito d’imposta sugli affitti, alla luce della chiusura di numerosissimi studi professionali a causa dell’emergenza Coronavirus".
I commenti del Consiglio nazionale dei commercialisti
“Pur riconoscendo che il Governo sta operando in condizioni difficilissime e che siamo tutti in una situazione di straordinaria emergenza senza uguali nei recenti decenni dobbiamo purtroppo constatare che le misure introdotte non sono tali da soddisfare le necessità dei lavoratori appartenenti alle professioni ordinistiche”, ha scritto il Presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti, Massimo Miani, nella lettera che accompagna il documento di analisi CNDCEC- FNC al dl Cura Italia.
“La proroga di tutti i versamenti, nel frattempo scaduti lunedì 16 marzo, e degli adempimenti fiscali e contributivi viene disposta con un notevole ritardo rispetto alla tempistica segnalata come opportuna ed è configurata in modo da non impedire il sorgere di una crisi di liquidità di professionisti, imprese e lavoratori dipendenti".
“E’ intendimento del Governo intervenire con successivi provvedimenti mensili per rafforzare ed estendere le misure a sostegno di imprese e professionisti secondo l’evolversi della situazione di emergenza in atto, ma non possiamo non evidenziare che la grave crisi economica che sta colpendo gran parte dei titolari di partita IVA, con chiusure forzate delle attività o drastica riduzione del fatturato, avrebbe imposto sin da ora decisioni più coraggiose e di più ampio respiro”.
I provvedimenti di INARCASSA
A seguito dell'approvazione del decreto-legge Cura Italia, il presidente di Inarcassa Giuseppe Santoro ha stanziato 100 milioni di euro da destinarsi all’assistenza dei liberi professionisti ingegneri ed architetti del Paese.
“Nella prossima riunione del Consiglio – ha dichiarato Santoro – che si svolgerà in videoconferenza il 25 marzo, sigleremo unitamente un provvedimento di estrema importanza poiché, le misure varate dal Governo non sanano affatto le disparità di trattamento tra dipendenti e liberi professionisti, lasciati interamente a carico delle Casse di Previdenza privatizzate. Una discriminazione tra cittadini di serie a e serie b che ci sconcerta e non fa onore a questo Paese.”
La misura si aggiunge agli altri provvedimenti adottati nei giorni precedenti per fronteggiare l'emergenza coronavirus. Il Consiglio di Amministrazione di Inarcassa, nella riunione del 13 marzo 2020, aveva già deliberato un primo pacchetto di interventi a favore degli associati, al fine di fronteggiare l’impatto economico del COVID-19 sui liberi professionisti architetti e ingegneri.
Di seguito, le azioni deliberate:
1. Sussidio una tantum per nucleo familiare agli iscritti e pensionati a seguito di positività a COVID-19, di uno o più componenti il nucleo (coniuge o figli aventi diritto alla pensione ai superstiti):
- € 5.000 per decesso;
- € 3.000 per ricovero;
- € 1.500 per positività senza ricovero.
2. Assistenza sanitaria: copertura da ricovero per COVID-19
Indennità giornaliera di 30 euro fino ad un massimo di 30 giorni per gli iscritti in regola e per i pensionati in caso di ricovero per contrazione del coronavirus.
3. Fondo di garanzia con l’istituto di credito tesoriere
Per chi non ha merito di credito è allo studio la costituzione di un fondo di garanzia specifico per sostenere gli iscritti che hanno difficoltà ad accedere ai finanziamenti.
4. Finanziamenti a interessi zero per gli iscritti di qualunque età
Finanziamenti fino ad € 50.000 senza interessi, da restituire in 5 anni per tutti gli iscritti in regola con gli adempimenti. Come per i Prestiti d’onore Inarcassa si farà carico del 100% della quota interessi.
5. Rinvio dei termini di pagamento
a) Contributi minimi anno 2020:
- Nessuna sanzione per pagamenti su 1a e 2a rata effettuati entro il 31 dicembre 2020;
- Sospensione rateazione bimestrale SDD (rate 30/4 e 30/6). La riscossione sarà ripresa a partire dal 31/8/2020. Ultima rata 30/4/2021. Nessuna sanzione per ritardi fino al 30/4/2021.
b) Rateazione conguaglio 2018 SDD
- Slittamento 1a rata (31/3) al 31/7/2020 e ultima rata al 31/3/2021.
c) Pagamenti ricompresi tra 1° marzo e il 30 giugno 2020:
- Sospesi tutti i pagamenti ricompresi tra il 1° marzo e il 30 giugno 2020 (rate di piani in corso, nuovi addebiti).
La riscossione riprenderà a partire dal 31/7/2020. Si potrà pagare con i bollettini Mav già emessi entro la nuova scadenza senza interessi.
6. Sospensione delle azioni di riscossione e di accertamento
Sono sospese fino al (31/12/2020) tutte le nuove azioni di riscossione coattiva su importi scaduti relativi ad anni precedenti il 2020. Fanno eccezione le azioni di recupero già avviate mediante: ruoli affidati all’Agente di Riscossione (AdER) e azioni giudiziali. Sono altresì sospese le attività di accertamento contributivo.
7. Regolarità contributiva per debiti rateizzati presso AdER
Il certificato di regolarità contributiva viene rilasciato anche ai contribuenti (professionisti/società) che presentano debiti affidati ad AdER, per i quali è stato concesso dall’Agente di Riscossione un piano di rateazione regolarmente rispettato.
Le misure di Cassa Geometri
Il Consiglio di Amministrazione della Cassa Geometri, al fine di sostenere tutti gli iscritti in difficoltà, in seguito al Decreto Legge del 2 marzo che ha introdotto "Misure urgenti di sostegno per famiglie, lavoratori e imprese connesse all’emergenza epidemiologica da COVID-19", ha immediatamente deliberato, il 3 marzo, la sospensione dei termini relativi agli adempimenti e ai versamenti dei contributi previdenziali - in scadenza nel periodo dal 23 febbraio al 30 aprile 2020 - nei comuni della cosiddetta “zona rossa”.
Inoltre, nella stessa delibera, il Consiglio ha stabilito di recepire automaticamente le eventuali e successive decisioni del Governo circa le ulteriori proroghe o estensioni delle misure in questione.
Anche se il DPCM del 9 marzo 2020, estendendo le restrizioni dalla “zona rossa” all’intero territorio nazionale, non ha previsto l’ampliamento della sospensione dei pagamenti - il Consiglio Direttivo della Cassa ha comunque deciso di sospendere, per i propri iscritti, tutti i pagamenti in scadenza da marzo fino alla fine di aprile, fatta salva la facoltà di quanti vogliano comunque provvedere ai versamenti secondo i termini previsti.
In questo contesto, infatti, nonostante le difficoltà dell’azione amministrativa dell’Ente legate al fatto che alcuni componenti del CdA risiedono nelle zone già da tempo interessante dalle limitazioni agli spostamenti - adesso estese a tutto il Paese - sono proseguiti gli incontri in videoconferenza e le sedute del CdA e sono state assunte misure a sostegno degli iscritti che si concretizzano - come nei casi di calamità naturali - in provvidenze straordinarie, che saranno valutate e gestite in base alle specifiche esigenze.
Grazie all’ampia offerta di welfare messa a disposizione degli iscritti dalla Cassa - e con particolare riferimento alla polizza sanitaria - sarà possibile in caso di contagio del virus Covid-19, usufruire dell’indennità giornaliera di 155 euro al giorno nel caso che il contagio degeneri in evento morboso (come previsto dalla garanzia A), mentre per tutti coloro che hanno esteso la copertura della polizza alla garanzia B, tale indennità sarà corrisposta anche nel caso che il contagio preveda cure a domicilio.
Ebipro: Sostegno al reddito, smart working, accesso al credito
Anche l’Ente Bilaterale Nazionale per gli Studi Professionali (Ebipro) corre ai ripari e prepara i regolamenti per aiutare, con 4 milioni di euro, i professionisti.
Gli studi professionali possono accedere alle misure sul sostegno al reddito già previste dal Ccnl degli studi professionali. In questi casi, il beneficio consiste in un contributo a sostegno della retribuzione oraria lorda persa in seguito a riduzione/sospensione dell’orario di lavoro. Allo studio interventi per integrare gli ammortizzatori sociali in deroga.
Il Governo ha previsto la possibilità di attivare lo smart working per tutta la durata dell’emergenza. In questo ambito Ebipro per agevolare il lavoro a distanza interviene con un rimborso a favore del datore di lavoro per le spese sostenute nell’acquisto degli strumenti necessari (personal computer, monitor, stampanti...). L'importo viene riconosciuto per ciascun lavoratore interessato.
Ebipro, attraverso Gestione Professionisti, ha inoltre stanziato un contributo a Fidiprof che potrà consentire l'accesso a finanziamenti per investimenti e liquidità per 7,5 milioni di euro a favore dei liberi professionisti che avranno così l'opportunità di accedere alle garanzie dello Stato, rilasciate dal Mediocredito Centrale, per far fronte alle esigenze di credito per tutta la durata dell'emergenza, ma anche per stimolare la ripresa delle attività degli studi post emergenza.
"La situazione degli studi professionali è allarmante. In molte aree del Paese l'attività si è ridotta drasticamente, causando gravi rischi sulla tenuta economica e occupazionale", ha affermato il presidente di Confprofessioni, Gaetano Stella. "Al di là delle misure messe in campo dal Governo, il nostro sistema della bilateralità ha il dovere di intervenire tempestivamente per tutelare i professionisti e assicurare continuità al lavoro negli studi professionali. Le risorse finanziarie messe in campo dalla nostra bilateralità sono certamente importanti in questa fase di emergenza, ma dobbiamo pensare anche a una fase post emergenza per rilanciare l'attività degli studi professionali. E in questa direzione stiamo lavorando al fianco del Governo Conte per individuare tutti gli strumenti e le misure necessarie".
"Oggi l'emergenza Coronavirus ci pone davanti oggettive problematicità nella gestione e nell'organizzazione del lavoro negli studi professionali", ha aggiunto Leonardo Pascazio, presidente di Ebipro.
"Moltissimi lavoratori sono costretti a rimanere a casa e organizzare il proprio lavoro in maniera differente. In questa fase emergenziale, abbiamo deciso di incrementare le prestazioni di sostegno al reddito, cui si aggiunge un contributo che andrà a integrare gli ammortizzatori sociali in deroga stanziati dal Governo e dalle Regioni. A queste misure si affianca anche un rimborso spese a favore dei datori di lavoro che mira ad agevolare lo smart working dei loro dipendenti. Inoltre la chiusura forzata delle scuole sta creando enormi disagi negli studi professionali, dove il 90% della forza lavoro è composta da donne che devono conciliare gli impegni di lavoro con quelli della famiglia. In questa direzione stiamo lavorando per individuare ulteriori forme di sostegno che consentano una più efficace conciliazione dei tempi di vita e di lavoro. Il nostro impegno non vuol essere solo un segnale di attenzione alle difficoltà degli studi, ma un aiuto concreto per i lavoratori e anche per i liberi professionisti che inevitabilmente subiranno gli effetti negativi dell'emergenza sanitaria, in termini di fatturato ed incassi".
> Coronavirus: ammortizzatori sociali per tutti e aiuti alle imprese