Coronavirus: Commissione UE, stop a investimenti rischiosi da paesi terzi
Per tutelare l'ordine pubblico e la sicurezza in questo periodo di emergenza la Commissione UE invita gli Stati membri a rafforzare i meccanismi di controllo sui flussi di capitali provenienti di paesi terzi.
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Nel dettaglio il Collegio dei commissari ha pubblicato una serie di orientamenti per garantire un approccio deciso a livello europeo per quanto riguarda il controllo degli investimenti esteri in un periodo di crisi per la salute pubblica e di conseguente vulnerabilità economica.
L'obiettivo è preservare le imprese e le attività critiche dell'UE, in particolare in settori quali la sanità, la ricerca medica, le biotecnologie e le infrastrutture essenziali per garantire la nostra sicurezza e l'ordine pubblico, senza compromettere l'apertura generale dell'UE agli investimenti esteri.
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Come l'UE controlla gli investimenti esteri diretti
In base alle norme vigenti dell'UE, gli Stati membri hanno il potere di controllare, per motivi di sicurezza o di ordine pubblico, gli investimenti esteri diretti (IED) effettuati da paesi terzi. La tutela della salute pubblica è stata riconosciuta come un motivo imperativo di interesse generale.
Di conseguenza gli Stati membri possono imporre misure di attenuazione (ad esempio impegni di fornitura per soddisfare esigenze vitali a livello nazionale e dell'UE) o impedire a un investitore estero di acquisire una società o di assumerne il controllo. Esistono attualmente meccanismi nazionali di controllo degli IED in 14 Stati membri.
Grazie al regolamento sul controllo degli investimenti esteri, in vigore dallo scorso anno, l'UE dispone degli strumenti per coordinare il controllo, effettuato a livello degli Stati membri, delle acquisizioni straniere.
Covid-19, nuovi orientamenti per prevenire rischi
Con la pubblicazione degli orientamenti la Commissione UE invita gli Stati membri che già dispongono di meccanismi di controllo a sfruttare appieno gli strumenti a loro disposizione nel quadro del diritto dell'UE e del diritto nazionale per prevenire i flussi di capitali da paesi terzi che potrebbero compromettere la sicurezza o l'ordine pubblico europei.
La Commissione invita inoltre gli altri Stati membri a istituire un meccanismo di controllo completo e a prendere contemporaneamente in considerazione tutte le opzioni, nel rispetto del diritto UE e degli obblighi internazionali, per far fronte ai casi in cui l'acquisizione o il controllo di una determinata impresa, infrastruttura o tecnologia da parte di un investitore estero possa comportare un rischio per la sicurezza o l'ordine pubblico nell'UE.
I commissari incoraggiano la cooperazione tra gli Stati membri anche nei casi in cui il controllo degli IED riguarda investimenti esteri in grado di avere un effetto sul mercato unico dell'UE. Le acquisizioni straniere attualmente in corso rientrano già nell'ambito di applicazione del regolamento europeo sul controllo degli IED e potrebbero essere riesaminate nel quadro del meccanismo di cooperazione istituito dal regolamento, che sarà pienamente operativo da ottobre 2020.
Per quanto riguarda i movimenti di capitali, gli orientamenti richiamano anche le circostanze specifiche che possono giustificare restrizioni alla libera circolazione dei capitali per l'acquisizione di partecipazioni, in particolare nel caso di capitali provenienti da paesi terzi.
La Commissione continuerà inoltre a seguire da vicino gli sviluppi sul campo ed è pronta a discutere e ad assicurare il coordinamento in relazione a qualsiasi investimento estero che abbia un impatto più ampio a livello europeo.
Commenti
Ursula von der Leyen, Presidente della Commissione europea, ha dichiarato: "Dobbiamo adottare misure precauzionali adesso, se vogliamo che l'Europa esca da questa crisi mantenendo immutata la sua forza. Come in ogni crisi, quando il nostro patrimonio industriale e societario può essere in pericolo, dobbiamo proteggere la nostra sicurezza e la nostra sovranità economica. Il diritto europeo e quello nazionale ci danno gli strumenti per affrontare questa situazione e intendo sollecitare gli Stati membri ad avvalersene appieno. L'UE è e rimarrà un mercato aperto per gli investimenti esteri diretti. Ma non si tratta di un'apertura incondizionata."
Phil Hogan, Commissario responsabile per il Commercio, ha dichiarato: "Siamo di fronte a una crisi senza precedenti per la salute pubblica, con conseguenze profonde per l'economia europea. Nell'UE siamo aperti agli investimenti esteri e vogliamo restarlo. Nella situazione attuale dobbiamo trovare un equilibrio tra questa apertura e controlli adeguati. Dobbiamo sapere chi investe e con quale scopo. L'UE e i suoi Stati membri dispongono degli strumenti giuridici adeguati per questo. Negli orientamenti pubblicati oggi si invitano gli Stati membri a sfruttare al massimo questi strumenti e si fa maggiore chiarezza su come utilizzare il nostro quadro per il controllo degli investimenti per evitare una svendita di attività strategiche dell'UE nel contesto della crisi attuale."