Agrifood: via libera da Bruxelles allo stoccaggio privato di carni e latte
Apertura dello stoccaggio e maggiore flessibilità sui programmi operativi per ortofrutta, vino e olio. Sono queste le principali misure del nuovo pacchetto proposto da Bruxelles a sostegno del settore agricolo, ad oggi fortemente colpito dagli effetti del coronavirus. Contrari all'ammasso privato di prodotti alimentari i produttori italiani.
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Accogliendo le richieste avanzate da alcuni Stati membri, tra cui anche l'Italia, la Commissione europea ha proposto di attivare, entro fine aprile, l'attivazione di un pacchetto di misure a sostegno del comparto agroalimetare.
Fra gli interventi considerati da Bruxelles come antidoto alla stretta economica causata dalla pandemia, al primo posto c'è l'avvio dello stoccaggio privato per il settore lattiero-caseario (latte scremato in polvere, burro e formaggi) e delle carni (bovine, ovicaprine e suine). Questo regime di aiuto all'immagazzinamento consentirà il ritiro temporaneo dei prodotti dal mercato per un minimo di 2-3 mesi e fino a un periodo massimo di 5-6 mesi.
A questo provvedimento si aggiungono anche altre misure come:
- maggiori margini nell'implementazione dei programmi di supporto per i settori del vino, ortofrutta, olio d'oliva, apicoltura e per i programmi latte e frutta nelle scuole;
- una deroga eccezionale alle regole di concorrenza per alcuni settori, come latte e florovivaismo, che consentirà agli operatori di auto-organizzarsi e pianificare al meglio la produzione.
"Stiamo annunciando un nuovo ed eccezionale pacchetto di misure per sostenere i settori agroalimentari più colpiti dalla crisi affrontando i problemi già osservati e i rischi futuri. Sono fiducioso che queste misure alleggeriranno i mercati e mostreranno rapidamente risultati concreti", ha detto il commissario UE all'agricoltura, Janusz Wojciechowski.
Lo stoccaggio privato non convince gli agricoltori italiani
In totale disaccordo rispetto all'ammasso privato delle carni arriva dall'organizzazione inteprofessionale della carne bovina in Italia, che ha scritto alla ministra delle Politiche agricole, Teresa Bellanova, per contrastare la proposta di regolamento della Commissione UE.
"La nostra organizzazione esprime parere contrario all'apertura dell'ammasso delle carni, perché favorirà solo pochi Paesi europei che già esportano verso l'Italia e che già ci fanno concorrenza al ribasso (per prezzi, durata dei sottovuoto, minori costi di produzione legati a sistemi di allevamento completamente diversi dai nostri sia per sicurezza alimentare, sia per controllo e rispetto del benessere animale). Una concorrenza al ribasso che farà declassare ulteriormente i prezzi della nostra carne", ha spiegato il presidente dell'Organizzazione Intercarneitalia, Fabio Scomparin.
Al piano di Bruxelles in merito allo stoccaggio, Scomparin propone in alternativa di intervenire sul sostegno accoppiato, riconoscendo un premio aggiuntivo alla macellazione/allevamento - carne/latte - tarato sulla effettiva crisi denunciata da ciascun Paese (in base a dati concreti di mercato), con la possibilità per gli Stati membri di aggiungere, in via straordinaria, altre produzioni non comunicate alla Commissione.
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Copa e Cogeca: rischi e appello alla Commissione UE
Di fronte al calo della produzione europea e alle varie misure di distanziamento sociale introdotte a causa dell'emergenza epidemiologica, Copa e Cogeca, le due organizzazioni di rappresentanza a livello europeo degli interessi delle cooperative agricole, hanno indirizzato una lettera a Bruxelles per esprimere i propri timori e chiedere una serie di azioni che possano limitare ulteriori conseguenze negative della crisi.
Gli agricoltori europei, infatti, sono preoccupati per le potenziali ripercussioni relativamente ad alcuni settori:
- i mercati dei sottoprodotti vegetali ricchi di proteine rischiano di entrare in una fase di maggiore instabilità, a causa della minore domanda nel settore dei biocarburanti e della minore produzione di colture proteiche nell’UE;
- possibili interruzioni dell’approvvigionamento da parte dei principali paesi produttori di colture ricche di proteine, Stati Uniti, Sud America e India, dal momento che la pandemia Covid-19 potrebbe accelerare in queste regioni;
- il consumo di carburante e il prezzo del petrolio greggio sono crollati e la domanda di biocarburanti ne segue l’esempio.
Considerando queste criticità, le organizzazioni invitano l'esecutivo europeo ad allentare temporaneamente alcune restrizioni all’uso di prodotti fitosanitari per le colture che sono in grado di fissare l’azoto per aumentare la produzione interna di soia, piselli, fagioli e lupini; mettere in campo una serie di azioni mirate ed efficaci contro le importazioni di etanolo dagli USA e dal Brasile; non cedere alle pressioni per ridurre l’incorporazione di biocarburanti sostenibili certificati prodotti da seminativi dell’UE e attuare negli Stati membri l’atto delegato per ridurre i biocarburanti ad alto rischio ILUC.
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