Rinnovabili: i prossimi passaggi del decreto FER 2
Annunciato da anni e rimasto in standby, il decreto rinnovabili 2 è nell’agenda del Ministero della Transizione ecologica. Che nel frattempo vuole estendere la durata temporale del cosiddetto FER1.
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Rispondendo a un'interrogazione parlamentare, la sottosegretaria per la Transizione ecologica Ilaria Fontana ha indicato, seppur in modo piuttosto vago, le prossime tappe per l'adozione del decreto rinnovabili 2.
La prima consiste in una consultazione pubblica sul decreto, da cui potrebbe scaturire un'eventuale revisione del testo per assicurare la giusta coerenza tra il FER 2 e le misure inserite nel Piano nazionale di ripresa e resilienza, vale a dire una serie di importanti riforme che avranno un impatto diretto sugli incentivi alle energie rinnovabili.
Le fasi successive del procedimento, ha spiegato Fontana, prevedono l'acquisizione dei pareri della Conferenza unificata e di ARERA e la successiva notifica dello schema di provvedimento alla Commissione europea per la verifica di compatibilità con le regole UE sugli aiuti di Stato.
Tempi più lunghi per il FER 1?
In base a quanto annunciato a marzo, il MiTE avrebbe intenzione di estendere la durata temporale del cosiddetto FER 1, al fine di consentire nuove procedure di asta o registro anche dopo settembre 2021.
Ma i tempi più lunghi non sono sufficienti se non si snelliscono le procedure: “occorre rivedere il meccanismo delle aste per gli impianti di fonti rinnovabili: di recente, in Spagna la domanda relativa agli impianti eolici è stata tre volte superiore all’offerta, mentre in Italia è stata aggiudicata meno di un quarto della capacità messa a gara”.
Il quarto bando previsto dal decreto FER 1, infatti, ha visto aggiudicato solo il 25% della potenza disponibile. Un flop causato dagli “ostacoli autorizzativi” che impediscono di realizzare gli investimenti privati.