L’Irlanda accetta l’aiuto congiunto UE-FMI
Dopo una settimana di negoziati l’Irlanda ha capitolato, accettando il sostegno internazionale. Da quel momento gli eventi continuano a susseguirsi a ritmo frenetico. A rischio, infatti, non c’è più soltanto l’economia di un paese membro, ma la possibilità per l’euro di essere ancora la nostra moneta unica. La delegazione del Fmi ha iniziato a Dublino le discussioni formali con iI governo irlandese sul pacchetto di salvataggio delle banche irlandesi, che dovrebbe aggirarsi intorno ai 100 miliardi di euro in tre anni.
Il gruppo di lavoro include alcuni esperti del settore bancario, che parteciperanno al dibattito assieme a più di venti funzionari provenienti dalla Banca Centrale e dalla Commissione Europea. Il portavoce dell’Fmi a Washington, Caroline Atkinson, ha affermato che l’obiettivo è quello di ricercare qualunque misura necessaria al supporto alla stabilità finanziaria. L’indagine dell’Fmi (che come per la Grecia avrà una durata di due settimane) include i piani di bilancio, le misure fiscali e quelle di spesa.
Il primo ministro, Brian Cowen, esclude che il piano di salvataggio possa comportare una perdita di sovranità per l’Irlanda e non ammette possibilità di un fallimento. “Non vedo nessun motivo per cui gli irlandesi possano essere umiliati” ha dichiarato.
In realtà la consistente contropartita richiesta da Francia e Germania riguarda la possibilità, per l’Irlanda, di innalzare i tassi relativi alle imposte societarie, attualmente inferiori alla media europea. Una posizione duramente rifiutata dal vice primo ministro, Mary Coughlan, la quale ha dichiarato: “Il tasso del 12,5% non si tocca”.
Il governo irlandese ha accettato l’assistenza esterna dell’Unione europea, a patto che sia filtrata dalle istituzioni statali irlandesi e ha precisato che non sarà l’IFM a gestire il budget e il futuro piano quinquennale. Quest’ultimo, che servirà a recuperare 15 miliardi tra il 2011 e il 2014, verrà reso noto il mese prossimo.
Lo shock subito dall’Irlanda risulta a molti incomprensibile. Tutto è cominciato nel 2008, con lo scoppio della bolla immobiliare. Gravi le conseguenze politiche e sociali del collasso. In questo contesto lo Sinn Fein, il braccio politico dell'Ira, potrebbe ora risultare favorito dalla crisi economica che ha colpito il paese. Secondo gli ultimi sondaggi il partito potrebbe vincere le elezioni suppletive a fine novembre. Il partito di Cowen - il Fianna Fail – ha sfiorato negli ultimi sondaggi il suo minimo storico.