Fondi di Coesione: grave ritardo nella spesa anche per la Romania
Italia, ma non solo. Le preoccupazioni circa l'incapacità di spendere i fondi comunitari per lo sviluppo regionale - che qualche giorno fa sono costate un richiamo del commissario Johannes Hahn a Sardegna, Campania, Calabria, Puglia e Sicilia - interessano anche altri Stati europei. Tra questi la Romania, le cui regioni non riescono ad approfittare delle risorse stanziate a suo favore dall'UE.
Secondo i dati forniti dal commissario Hahn, la Romania ha speso finora solo il 3,4% dei 20 miliardi di euro destinati al Paese per il periodo 2007-2013.
Il primo ministro romeno, Emil Boc, ha ammesso che il livello è molto basso, mentre l'opposizione parla di performance disastrosa.
Nelle scorse settimane il capo dell'Istituto per le Politiche pubbliche (IPP), Violeta Alexandru, ha presentato un report sull'argomento, in cui definisce la situazione allarmante: il documento individua nella scarsa trasparenza delle amministrazioni pubbliche una ragione decisiva dell'insuccesso romeno.
Secondo il sito web Hotnews, le difficoltà del Paese derivano dalla corruzione, dalla cattiva legislazione, dalla burocrazia e dai conflitti di interesse.
Alcuni europarlamentari, tra cui il tedesco Jorgo Chatzimarkakis, ritengono che Grecia, Romania e Bulgaria dovrebbero far gestire i fondi UE a esperti stranieri, ma gli Stati interessati leggerebbero una decisione in tal senso come una perdita di sovranità.
Senza sottovalutare le problematiche effettivamente presenti nelle amministrazioni che gestiscono i fondi e altri aspetti di debolezza strutturali che segnano la Romania, come altri Stati UE, bisognerebbe forse individuare anche altri fattori che concorrono alla situazione presente.
Nel caso dell'Italia è noto quanto i vincoli di spesa stabiliti dal Patto di stabilità e i tagli agli Enti locali limitino le possibilità di mettere a disposizione la quota di cofinanziamento necessaria a sbloccare i fondi ed è lecito chiedersi quanto pesi sul ritardo anche la complessità del sistema degli aiuti, soprattutto per le organizzazioni meno strutturate.
Non a caso la semplificazione burocratica è una delle istanze maggiormente sentite nel dibattito sulla prossima programmazione della Politica di Coesione, anche rispetto alla Politica Agricola Comune.