La Commissione presenta le nuove reti Ten e fa partire i project bond
Arrivano i project bond, la nuova forma di finanziamento per le infrastrutture comunitarie. Attraverso la quale l’Ue cercherà di reperire sul mercato i soldi che i singoli Paesi membri sembrano non avere più a disposizione, a causa della crisi dei debiti sovrani. E’ la novità principale, dal punto di vista finanziario, contenuta nella proposta della Commissione di modifica delle reti Ten T, presentata ieri a Bruxelles.
“Nella proposta – spiega il presidente della Commissione, José Manuel Barroso - abbiamo inserito una parte che avvierà i project bond per mobilitare denaro”. Si tratta degli strumenti, inseriti nelle prospettive finanziarie 2014-2020 che sembrano arrivati finalmente al momento della loro realizzazione concreta.
In dettaglio il loro funzionamento viene illustrato dal Commissario europeo agli Affari economici, Olli Rhen: “Nei bilanci degli Stati membri ci sono pochi margini per raggiungere gli obiettivi che ci siamo posti con Europa 2020. Per questo, abbiamo cercato nuovi strumenti di finanziamento”, racconta. E prosegue, spiegando quale sarà il loro meccanismo. “I project bond saranno finanziati con 230 milioni di euro del prossimo budget. Grazie alla leva di questi soldi, puntiamo a raccogliere denaro sul mercato per sostenere infrastrutture che possano generare reddito. L’obiettivo è raccogliere 4,5 miliardi di euro”.
L’idea, quindi, è usare come base di garanzia il denaro dell’Unione europea e, tramite quello, mobilitare sul mercato una somma molto più alta, grazie all’aiuto di soggetti che vogliano investimenti dal ritorno non troppo alto, ma costante: a Bruxelles si pensa soprattutto all’azione di fondi pensione o assicurazioni, carichi di molta liquidità.
Le infrastrutture in grado di giovarsi di questi strumenti dovranno avere caratteristiche precise. Sarà la Banca europea per gli investimenti, forte della sua esperienza nel settore, a giudicare l’opportunità che un’opera venga portata al giudizio del mercato tramite i project bond. Saranno, con ogni probabilità, soprattutto autostrade a pedaggio, in grado come nessun’altra infrastruttura di generare un ritorno certo.
Oltre agli aspetti finanziari, la proposta di modifica delle reti Ten T ha toccato anche aspetti infrastrutturali: la Commissione ha ipotizzato di ridisegnare i corridoi strategici, mettendo a disposizione 50 miliardi di euro per tutte le reti, infrastrutturali e non, di qui al 2020. Poco meno di 32 miliardi, invece, saranno destinati alle sole reti infrastrutturali.
L’Italia incassa una grande vittoria sul corridoio Berlino Palermo, che non sarà tagliato o deviato, come da più parti era stato pronosticato e come aveva preannunciato lo stesso presidente della Commissione europea, José Manuel Barroso: “Abbiamo convinto l’Unione europea – spiega il viceministro delle Infrastrutture, Roberto Castelli con una battuta – e l’abbiamo fatto spiegando che Palermo aveva tutti i requisiti del nodo strategico, non certo dicendo che il corridoio serviva a Berlusconi per motivi elettorali”.
Altra vittoria minore è la deviazione del tracciato verso Catania, più volte chiesta dall’Italia e mai ottenuta. “Anche in questo caso abbiamo dimostrato l’importanza di questo cambiamento”, dice ancora il viceministro. Infine, la linea Napoli Bari è stata inserita nella rete degli assi prioritari. “In un primo momento si era temuto che dovesse essere alternativa alla linea per Palermo, ma siamo riusciti a scongiurare questa ipotesi”, conclude Castelli.