Merci: Ue, più semplice il trasferimento delle attrezzature per la difesa
Registrati miglioramenti nel trasferimento dei prodotti per la difesa all’interno del mercato europeo. Lo annuncia la Commissione Ue nell’ultimo rapporto, pubblicato il 28 giugno, sul recepimento della direttiva 2009/43/CE da parte dei governi nazionali. Solo 19 Stati membri hanno ufficialmente adottato la legislazione comunitaria, e tra i ritardatari c’è anche l’Italia.
Le novità della direttiva
La direttiva definisce una serie di norme che agevolano il trasferimento intracomunitario dei prodotti per la difesa, al fine di garantire il corretto funzionamento del mercato interno. Tra le novità introdotte vi è un sistema comunitario di licenze di trasferimento (licenze globali, individuali e generali), nato per ridurre i costi e le procedure burocratiche richieste dai singoli Stati membri.
Prima dell’introduzione del sistema comunitario, ad esempio, i sistemi nazionali che controllavano il trasferimento di attrezzature militari verso un altro Stato Ue non distinguevano tra esportazioni verso paesi terzi e trasferimenti tra paesi membri.
Inoltre, le pmi non avevano gli strumenti adatti per inserirsi nelle catene di distribuzione di altri paesi.
La pubblicazione del rapporto è stata accompagnata dall’apertura del CERTIDER (Register of Certified Defence Recipients), un registro europeo che riunisce le aziende europee certificate al recepimento delle attrezzature militari provenienti da altri paesi.
Il ritardo dell’Italia
La direttiva, la cui implementazione da parte dei 27 era prevista per il 30 giugno 2011, non è stata ancora adottata dall’Italia. Lo scorso 31 maggio la Commissione Ue ha invitato il governo italiano ad esprimere un “parere motivato” sulla propria inadempienza.
Entro fine luglio, l’Italia dovrà informare Bruxelles delle misure adottate per ottemperare senza riserve agli obblighi imposti dalla direttiva, altrimenti il caso potrà essere deferito alla Corte di giustizia dell’Ue.