Fondi Ue: Krehl, le novità della politica di coesione 2014-2020
Con la nuova politica di coesione post-2013 inizierà una nuova era per i fondi europei. A dichiararlo l’eurodeputata tedesca Constanze Krehl in un’intervista ad EurActiv.com. Procedure più semplici e risultati concreti, saranno queste le parole d’ordine della politica di coesione 2014-2020, affinché l’Ue possa perseguire al meglio gli obiettivi definiti nella strategia Europa 2020.
L’eurodeputata, correlatrice del regolamento Ue per la gestione dei fondi europei, ha ben sottolineato i cardini portanti della nuova politica di coesione: semplificazione delle procedure burocratiche per la richiesta dei fondi e “concentrazione tematica” (ossia delle aree d’investimento).
Meno burocrazia e concentrazione dei temi
Si tratta di cambiamenti necessari affinché le risorse europee vengano investite con successo, in stretta relazione con la strategia Ue per il 2020.
“Per esempio - ha dichiarato Krehl – nel settore agricolo, dove è possibile utilizzare i fondi di coesione e i fondi agricoli, la procedura da seguire sarà la stessa”, senza la necessità di pensare in “due modi diversi per il finanziamento di ogni progetto”.
Inoltre, grazie alla concentrazione delle aree d’investimento, si avrà la sicurezza di aver risorse sufficienti per progetti diversi, accompagnati da risultati concreti.
Per misurare al meglio i risultati, ha ricordato l’eurodeputata, nelle negoziazioni dei prossimi mesi saranno definiti degli indicatori appositi.
Regioni meno sviluppate, energia e trasporti
In merito al sovvenzionamento degli interventi ad elevato impatto ambientale, come la deforestazione, la costruzione di autostrade e di impianti a carbone, il nuovo regolamento dovrà tenere in considerazione diversi fattori, soprattutto nelle aree meno sviluppate.
Anche i paesi più poveri trarranno beneficio dal nuovo regolamento, sebbene la concentrazione tematica possa far sorgere dei dubbi. A tal fine, è stato stabilito un numero maggiore di obiettivi (11) per aiutare le regioni meno sviluppate, che dovranno utilizzare il 60% delle risorse per 5-6 obiettivi.
Per la produzione di energia, ha proseguito Krehl, “stiamo chiedendo l’aumento delle risorse da destinare alle energie rinnovabili, ma in alcuni casi c’è bisogno di altro”. In Germania, ad esempio, “siamo contro l’energia nucleare, per questo motivo abbiamo bisogno di impianti a carbone e centrali a gas”.
Per quanto riguarda il “meccanismo per collegare l’Europa” (Connecting Europe facility), un’agenzia ha Bruxelles ha a disposizione 10 miliardi di euro, che serviranno a finanziare progetti di coesione in accordo con i paesi interessati.
Uscita dalla crisi e accesso ai fondi
“La nuova politica di coesione - ha proseguito l’eurodeputata - può anche essere anche uno strumento per uscire dalla crisi”, soprattutto in quei paesi (Grecia, Spagna e Italia) dove i fondi europei non sono mai stati usati per investire nell’economia.
Per aiutare quegli Stati membri in difficoltà, ha ricordato Krehl, non solo è stata eliminata dal regolamento la macro condizionalità economica, ma “troveremo anche un modo per definire speciali partenariati”.
Infine, per agevolare l’accesso ai fondi, sarà fornita assistenza tecnica, non solo dalla Commissione, ma anche da parte degli Stati membri, con l’intento di migliorare il modo in cui lavorano le amministrazioni nei singoli paesi.