Spending review: scure sulle province, no all’accorpamento delle festivita'
Semaforo verde del Consiglio dei Ministri al riordino delle province a statuto ordinario e all'istituzione delle città metropolitane, già previsti dal decreto sulla spending review. I criteri di accorpamento sono stati deliberati lo scorso 20 luglio su proposta del ministro per la Pubblica amministrazione Filippo Patroni Griffi. Di province ne resteranno all'incirca 40. I nuovi enti dovranno avere almeno 350 mila abitanti ed estendersi su una superficie territoriale non inferiore ai 2500 chilometri quadrati. Nei prossimi giorni il Governo trasmetterà la deliberazione al Consiglio delle autonomie locali, istituito in ogni Regione e composto dai rappresentanti degli enti territoriali (in mancanza, la deliberazione verrà trasmessa all'organo regionale di raccordo tra Regione ed enti locali).
Il governo provvederà all'effettiva riduzione delle province con un nuovo atto legislativo che completerà la procedura. Le nuove province eserciteranno le competenze in materia ambientale, di trasporto e viabilità (le altre competenze finora esercitate dalle province vengono invece devolute ai comuni, come stabilito dal decreto "Salva Italia").
La soppressione delle province che corrispondono alle città metropolitane – 10 in tutto, tra cui Roma, Milano, Napoli, Venezia e Firenze – avverrà contestualmente alla creazione di queste (entro il 1° gennaio 2014).
Come spiegato dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Antonio Catricalà, l'Esecutivo fa, invece, retromarcia sull'accorpamento di festività e celebrazioni nazionali (lo prevedeva un decreto legge del precedente governo con l'intento di evitare i cosiddetti "ponti") perché la misura non dà sufficienti garanzie di risparmio e perché, a differenza di quanto indicato dal decreto legge dell'agosto 2011 nella parte in cui fa riferimento a "diffuse prassi europee", non esistono previsioni normative di livello statale che accorpino le celebrazioni nazionali e le festività dei santi Patroni.
Su questo punto, in conferenza stampa il premier Mario Monti ha sottolineato come la stampa si sia subito accanita erroneamente contro l'Esecutivo accusandolo di volere tagliare le festività ai lavoratori. Preoccupazione, come si è visto, infondata.
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Comunicato del Consiglio dei Ministri del 20 luglio