Occupazione: con Lavorare in Abruzzo 3 nuovi incentivi per le assunzioni
Un fondo da 8 milioni di euro per promuovere l'assunzione a tempo indeterminato di lavoratori svantaggiati, con particolare riguardo ai giovani e alle donne. E' quanto propone il progetto "Lavorare in Abruzzo 3", a valere sul Fondo Sociale Europeo (FSE) 2007-2013 e volto a salvaguardare e incrementare il livello occupazionale regionale. Gli interessati possono presentare domanda dal 10 dicembre 2012 al 31 gennaio 2013.
Delle risorse stanziate, 6 milioni di euro sono riservati alle nuove assunzioni, un milione è dedicato alla trasformazione di rapporti flessibili e un milione è destinato all'aumento delle ore di lavoro.
Gli incentivi all'assunzione sono rivolti a:
- lavoratori svantaggiati, cioè chi non ha un impiego regolarmente retribuito da almeno sei mesi, chi non possiede un diploma di scuola media superiore o professionale, i lavoratori con più di 50 anni di età, gli adulti che vivono soli con una o più persone a carico, le donne occupate in professioni o settori caratterizzati da un tasso di disparità uomo-donna che supera almeno del 25% la media di tutti i settori economici del Paese Ue interessato e i membri di una minoranza nazionale;
- lavoratori molto svantaggiati, cioè coloro che non hanno lavoro da almeno ventiquattro mesi,
- lavoratori disabili.
Al datore di lavoro viene concesso un contributo massimo di 10mila euro per ogni lavoratore svantaggiato o molto svantaggiato assunto, che sale a 15mila euro in caso di assunzione di giovani e donne.
L'avviso è la naturale prosecuzione dei progetti "Lavorare in Abruzzo" e "Lavorare in Abruzzo 2", che tra il 2010 e il 2012 hanno contributo ad aumentare i livelli di occupazione regionali. Si tratta, ha spiegato l'assessore al Lavoro, Paolo Gatti, della "terza edizione di un progetto che non solo ha riscosso un enorme attenzione da parte del mondo produttivo abruzzese, ma ha dato risposte concrete a quelli che a nostro avviso sono i principali problemi da risolvere: la mancanza di lavoro, il lavoro precario, la scarsa occupazione femminile e giovanile. Restiamo in trincea, la crisi è dura e gli effetti recessivi delle scelte compiute dal Governo nazionale si fanno sentire sulle famiglie, sulle imprese e sui lavoratori. Ma il tessuto sociale abruzzese continua a rispondere positivamente alle nostre sollecitazioni".