Commissione europea: allarme disoccupazione e Pil in calo nel 2013
Allarme disoccupazione: nel 2014 in Italia la quota dei senza lavoro è destinata a toccare il picco del 12 per cento. E’ il dato più pesante delle previsioni invernali della Commissione europea, pubblicate venerdì mattina. Dall’analisi di Bruxelles emerge un quadro preoccupante per il nostro paese. L’economia reale continua ad arrancare: il Pil non riprenderà la sua marcia prima del 2014. Gli unici numeri positivi sono nel capitolo dedicati ai conti pubblici. Il pareggio di bilancio strutturale sarà raggiunto già nel 2013.
Il commissario europeo agli Affari economici Olli Rehn nel presentare i numeri è apparso consapevole del momento difficile: “Il riassestamento dell’economia europea attualmente in corso sta continuando a pesare sulla crescita nel breve periodo. La situazione attuale si può sintetizzare così: abbiamo numeri drammatici sulla fine dello scorso anno, qualcosa di più incoraggiante sugli ultimi mesi e una fiducia crescente degli investitori per il futuro. Ma l’azione politica già avviata sta preparando la strada per il ritorno alla crescita”.
Secondo la Commissione europea l’economia italiana continuerà a frenare anche nel 2013. Esattamente, il Pil scenderà dell’un per cento quest’anno, dopo essere calato del 2,2% nel 2012. Solo nel 2014 è prevista una ripresa (timida), fino a quota 0,8 per cento. Da sottolineare che le precedenti previsioni stimavano il Pil 2013 a -0,5%: da novembre ad oggi, in sostanza, è stato perso per strada mezzo punto. Principalmente a causa del calo dei consumi, della stretta creditizia e della contrazione degli investimenti.
La buona notizia è che i conti pubblici appaiono, finalmente, in ordine e questo dovrebbe portarci fuori dalla procedura per deficit eccessivo. Il deficit, infatti, si è assestato al 2,9% del Pil nel 2012 e calerà ancora al 2,1% del Pil nel 2013 e nel 2014, quindi sotto la fatidica soglia del 3 per cento. In questo modo, nei prossimi due anni, dovremmo avvicinarci al pareggio di bilancio strutturale, con un effetto positivo soprattutto sul debito pubblico. Dopo aver toccato il record del 128,1% nel 2013, questo dovrebbe cominciare a scendere in maniera sostenuta, a partire dal 2014. Pare, allora, scongiurata l’ipotesi di una manovra aggiuntiva nei prossimi mesi.
Se si allarga lo sguardo oltre i bilanci dello Stato, però, cominciano le cattive notizie. L’economia reale continuerà a subire gli effetti della crisi e questo peserà principalmente sui dati occupazionali. Il tasso di disoccupazione salirà, secondo le previsioni, dall'8,4% del 2011 al 10,6% del 2012, all'11,6% del 2013, al 12% del 2014. Nel giro di quattro anni, insomma, si perderanno quasi quattro punti di occupazione, equivalenti a poco meno di 800mila persone. Se non sarà un’emergenza sociale, poco ci manca.
Cattive notizie arrivano dal resto d’Europa. Il deficit spagnolo nel 2012 si attesta al 10,2 per cento. Nel 2013 dovrebbe scendere al 6,7%, per poi risalire nel 2014, quando da Bruxelles ipotizzano che si torni al 7,2 per cento. L’obiettivo di riduzione al 3% resterà nei cassetti degli analisti. Dalla Francia, invece, arrivano brutti segnali sul fronte del Pil, che nel 2013 resterà praticamente fermo (+0,1%). E anche il deficit sforerà la soglia del 3%, sia nel 2013 che nel 2014 (+3,7% e +3,9%). Persino la Germania comincia a subire i colpi della crisi: il suo Pil salirà solo dello 0,5% nel 2013, con una contrazione rispetto alle ultime previsioni.