Lunedi' dell'innovazione: la bioeconomia in Horizon 2020
Nel mese di settembre si è tenuto a Bruxelles un dibattito sulle prospettive della bioeconomia, che si allinea bene al percorso intrapreso con i nostri Lunedì dell’innovazione. Allo sviluppo di questo settore contribuiscono anche tre Call nell'ambito di Horizon 2020.
La bioeconomia sta sempre più assumendo un ruolo determinante nelle politiche europee: in risposta allo scenario attuale di crisi economica, ambientale e sociale, questo approccio persegue infatti uno sviluppo sostenibile.
Che cos’ è la bioeconomia?
E’ l’utilizzazione sostenibile di risorse naturali rinnovabili e la loro trasformazione, attraverso tecniche innovative, in beni e servizi finali o intermedi. Comprende un certo numero di settori, che vanno dall’agricoltura e allevamento all’agroalimentare, dal produttivo e industriale al settore energetico, fino alle biotecnologie.
La bioeconomia ha lo scopo di ridurre la dipendenza dalle risorse naturali, trasformare manu-facturing, promuovere la produzione sostenibile di risorse rinnovabili provenienti dalla terra, dalla pesca e dall'acquacoltura e riconvertirle in prodotti alimentari, mangimi, fibre, prodotti a base biologica e in bio-energia, creando nuovi posti di lavoro e industrie.
Reindustrializzare l'Italia con la bioeconomia
Il 10 settembre si è svolto a Bruxelles un dibattito pubblico sul tema “Reindustrializzare l'Italia con la bioeconomia”. L’incontro si è aperto con l’intervista alla scienziata Catia Bastioli, amministratore delegato di Novamont e presidente di Terna, la quale ha parlato di bioeconomia in termini di salto culturale che deve attraversare la società e portare ad una rigenerazione territoriale. Per fare questo, afferma la Bastioli, bisogna superare il principio dell’economia di prodotto che ha caratterizzato il millennio scorso e abbracciare un’economia di sistema che utilizza materie prime rinnovabili a basso impatto, che mette insieme filiere corte e scarti agricoli e che, attraverso la collaborazione tra mondo agricolo, ricerca e industria, genera sviluppo.
Durante il dibattito la Bastioli ha illustrato due casi di studio: il primo è quello della bioraffineria integrata di Porto Torres, progetto che ha lo scopo di creare una filiera di valore e ricchezza sul territorio attraverso la coltivazione del cardo da cui si produce l'acido azelaico e l'acido pelargonico per realizzare i biolubrificanti e da cui si ricava metà dell’energia necessaria ad alimentare la centrale stessa; il secondo caso di studio è invece quello del packaging alimentare che ha portato in Italia alla legge shopper 28/2012. Attraverso quel tipo di packaging, il consumatore consapevole può scegliere se comprare il nuovo sacchetto biodegradabile, che può poi essere riutilizzato per la raccolta differenziata del rifiuto organico, oppure può scegliere di utilizzare i sacchetti di carta, cotone o iuta.
La strategia sistemica legata a questi esempi promuove la creazione di nuove catene del valore:
- in campo ambientale limitando il numero di sacchi monouso in circolazione (consumo di risorse), si riduce il rischio di abbandono e dispersione accidentale dei rifiuti nell’ambiente e si migliora la qualità del riciclo organico, favorendo cosi la crescita dei bioprodotti;
- a livello sociale si è assistito ad un aumento della sensibilità dei cittadini per il fine vita dei prodotti spingendoli ed educandoli verso la promozione di pratiche più sostenibili;
- a livello economico, contrastando il processo di deindustrializzazione che affligge l’Europa, si è creata una nuova filiera industriale con nuovi posti di lavoro e occupazione.
La bioeconomia in Horizon 2020
Il futuro di questo settore sarà però determinato dalle strategie innovative e dal modo con il quale l’Europa affronterà le sfide social.
Nell'ambito di Horizon 2020 all’interno della Societal Challenge 2 si individuano tre Call:
- “Innovative, sustainable and inclusive Bioeconomy” (ISIB) (44,5 milioni di euro nel 2014);
- "Sustainable Food Security" (138 milioni di euro nel 2014);
- "Blue Growth" (100 milioni di euro nel 2014).
Complessivamente, il bilancio di queste tre Call servirà a implementare ulteriormente la bioeconomia in Europa, dove almeno cinque paesi (Finlandia, Germania, Irlanda, Svezia e Norvegia) già hanno approvato strategie a livello governativo. Si stima che il finanziamento della ricerca diretta, associato alla strategia bioeconomia sotto Horizon 2020, potrebbe generare circa 130mila posti di lavoro e 45 miliardi di euro di valore aggiunto nel settore bioeconomico per il 2025.
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