Appalti - entra in funzione il cervellone della Guardia di Finanza

 

Arriva il nuovo applicativo della Guardia di Finanza per smascherare le irregolarità negli appalti pubblici. 

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Frodi verso il bilancio italiano ed europeo, evasione fiscale, anomalie nell’assetto societario. La Guardia di Finanza accende una lente sugli appalti pubblici, partendo da quelli del Mezzogiorno. E lo fa con un nuovo applicativo che, pescando dalle diverse banche dati attualmente disponibili, come quella dell’Anac, andrà a rilevare in maniera automatica situazioni di rischio, che poi gli investigatori andranno a verificare con le loro indagini.

Il sistema Mocop

L’applicativo si chiamerà “Mocop”: è un acronimo che sta per “Monitoraggio dei contratti pubblici” della Guardia di Finanza e del Nucleo speciale anticorruzione. Il sistema è operativo da poche ore, per l’esattezza dal primo marzo, e verrà utilizzato in una prima fase nelle sole regioni del Sud: Puglia, Campania, Calabria e Sicilia. La sua realizzazione, infatti, è stata finanziata con risorse del Programma operativo nazionale 2007-2013, dedicato proprio alla sicurezza nel Mezzogiorno.

Le caratteristiche della piattaforma

Concretamente, stiamo parlando di una piattaforma informatica alla quale avranno accesso le Fiamme Gialle, secondo le rispettive competenze dei diversi addetti. Incrocerà i dati disponibili in alcune banche dati sugli appalti pubblici, a partire dalla Banca dati nazionale dell’Anac, con i dati fiscali, inseriti ad esempio nell’anagrafe tributaria e negli archivi relativi alle posizioni societarie e camerali delle imprese.

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Come funziona

La Gdf, utilizzando l’applicativo, potrà consultare i dati sulle diverse stazioni appaltanti, analizzando il rischio legato ai singoli appalti. Saranno scandagliati sia elementi oggettivi, come le modalità di aggiudicazione della gara o di esecuzione dell’opera, sia elementi soggettivi, legati all’amministrazione ma anche all’aggiudicatario o all’impresa subappaltatrice.

Gli elementi analizzati

In concreto, saranno prese in esame cinque tipologie di elementi di rischio, che faranno accendere la lampadina della Gdf. Si parte dalle attività collegati a frodi e irregolarità ai danni del bilancio dello Stato italiano o dell’Unione europea, ad esempio in materia di Iva. Poi, saranno valutate criticità legate agli adempimenti fiscali e agli obblighi tributari.

Le anomalie della gara

Il terzo elemento di analisi sarà legato al rischio appalto in senso stretto. Guardando alle caratteristiche della gara, ai partecipanti, al ribasso e alle varianti sarà possibile rilevare elementi di pericolo per gli investigatori. Magari perché un ribasso è troppo alto o perché sono state fatte troppe varianti.

L'assetto societario e le partecipazioni

Ancora, l’applicativo andrà a caccia di anomalie nell’assetto societario e nelle partecipazioni. E osserverà anche i pericoli collegati ai soggetti che hanno avuto rapporti con la gara analizzata. Infine, sarà possibile verificare anche anomalie specifiche, legate a quella singola gara, attraverso quozienti matematici elaborati dal Mocop.

Le attività di indagine

L’applicativo, comunque, costituirà solo una prima barriera, perché da solo non darà alla Guardia di Finanza la possibilità di avviare attività operative. Saranno gli investigatori che, dopo avere verificato un problema attraverso il nuovo strumento, dovranno andare a riscontrare con le loro attività di intelligence la veridicità delle informazioni raccolte.

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