UE-Nuova Zelanda, verso accordo su commercio e investimenti
Conclusi i colloqui preparatori, ora Bruxelles ha bisogno del mandato dei Paesi UE per negoziare un accordo commerciale con la Nuova Zelanda.
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Rapporti UE-Nuova Zelanda
Attualmente, l'interscambio UE-Nuova Zelanda vale oltre 8 miliardi di euro l'anno, con l'Unione europea che è il secondo partner commerciale del Paese oceanico, dopo l'Australia.
Per Bruxelles, il commercio con Wellington si traduce in un saldo commerciale positivo di 1,3 miliardi di euro, con le imprese europee che detengono quasi 10 miliardi di euro in investimenti diretti esteri (IDE) in Nuova Zelanda.
Qualsiasi tipo di accordo futuro su commercio e investimenti non farebbe altro, spiega Bruxelles, che approfondire ulteriormente questo rapporto già florido.
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Sulla via di un accordo commerciale
E' in tale contesto che, nelle scorse ore, la commissaria europea per il Commercio Cecilia Malmström e il suo omologo neozelandese Todd McClay si sono incontrati a Bruxelles per dichiarare la conclusione dei colloqui preparatori in vista negoziati commerciali futuri tra Unione europea e Nuova Zelanda.
Le discussioni preliminari tra Bruxelles e Wellington sono iniziate a ottobre 2015, sulla base dei nuovi orientamenti politici fissati dall'Unione nella strategia commerciale e di investimento "Trade for all". Nel corso degli ultimi mesi, spiega una nota della Commissione, i rappresentanti dell'UE e della Nuova Zelanda hanno esaminato tutte le questioni economiche bilaterali necessarie per definire le aree da coprire con una futura intesa e il "giusto livello di ambizione" per i futuri negoziati.
A questo punto, conclusi i colloqui preparatori con la Nuova Zelanda, la Commissione europea chiederà agli Stati membri il mandato per negoziare, sulla base di obiettivi specifici, un accordo a nome dell'UE.
Parallelamente, Bruxelles sta effettuando la sua valutazione dei possibili impatti dell'accordo, tenuto conto della portata concordata in sede di colloqui preliminari. La valutazione fornirà un quadro delle nuove opportunità che l'intesa potrebbe creare per le imprese europee e analizzerà anche le questioni più delicate in campo agricolo, che hanno ancora bisogno di aggiustamenti.
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