Digital day - priorita' a Industria 4.0, competenze digitali e HPC
Calcolo ad alte prestazioni, competenze digitali, mobilità, servizi pubblici e Industria 4.0 al centro del Digital Day a Roma.
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Nel quadro delle celebrazioni per il 60esimo anniversario dei trattati di Roma, la capitale ospita il Digital Day, evento dedicato alle opportunità di crescita e sviluppo offerte dalle nuove tecnologie.
Ad aprire i lavori Andrus Ansip, vicepresidente della Commissione responsabile per il Mercato unico digitale, insieme a Emmanuel Mallia, ministro per la competitività di Malta, Sandro Gozi, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega alle Politiche europee, e Roberto Viola, direttore generale della Dg CONNECT della Commissione Ue.
Il commissario ha ricordato l’importanza delle tecnologie digitali per superare gli ostacoli al mercato unico e all’inclusione in Europa. “Per più di 60 anni i Paesi europei hanno collaborato per cogliere i vantaggi economici di mercati più grandi e meglio integrati, adoperandosi per garantire che questi vantaggi arrivassero ai cittadini. Oggi tocca al digitale. Secoli fa si diceva che tutte le strade portavano a Roma, ma le autostrade digitali del futuro collegheranno fra loro ogni persona, ogni oggetto e ogni luogo. Con il Digital Day vogliamo fare del digitale un vero progetto positivo: nelle politiche e nelle leggi, nell'economia, nella società e nella vita di tutti gli europei", ha dichiarato Ansip.
Nel corso della giornata sono stati affrontati diversi argomenti legati alla sfera digitale, dal calcolo ad alte prestazioni, alle competenze digitali, passando per l’Industria 4.0, la mobilità e i servizi pubblici digitali.
Calcolo ad alte prestazioni
I ministri di sette Paesi europei (Francia, Germania, Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Portogallo e Spagna) hanno siglato una dichiarazione a supporto della prossima generazione di infrastrutture informatiche e per l'elaborazione dei dati. L'obiettivo è sviluppare un'infrastruttura di calcolo ad alte prestazioni capace di almeno 1.018 calcoli al secondo, che supporterà anche il Cloud europeo per la scienza, offrendo a 1,7 milioni di ricercatori e a 70 milioni di professionisti della scienza e della tecnologia in Europa un ambiente virtuale in cui immagazzinare, condividere e riutilizzare i dati.
Competenze digitali
Malgrado livelli anche preoccupanti di disoccupazione, soprattutto giovanile, in alcuni Paesi europei, circa 2 milioni di posti di lavoro restano scoperti. La causa è da ricercare nella mancanza di specialisti del settore digital: il 40% delle imprese, soprattutto PMI, ha bisogno di specialisti informatici che ha difficoltà a reperire.
“La digitalizzazione colpisce direttamente l'occupazione. Alcuni lavori cambieranno, alcuni saranno automatizzati, ma la digitalizzazione creerà anche nuovi lavori”, ha sottolineato Ansip. “Esistono molti centri d'eccellenza per la formazione nel settore ICT in Europa, ma l'Ue non ha davvero un approccio sistemico per lo sviluppo delle competenze digitali”.
Un gap, quello delle competenze digitali, che la Commissione intende colmare lanciando un progetto pilota per offrire esperienze di lavoro transfrontaliere basate su programmi e reti Ue esistenti, come la coalizione per le competenze e le occupazioni digitali, a circa 6mila laureati nel periodo 2018-2020.
“La rapida diffusione della digitalizzazione e dell'automazione è una grande sfida per Italia ed Europa, per la crescita economica e sociale. La diffusione dell'innovazione produce un nuovo paradigma produttivo, cambia il concetto di luogo e tempo di lavoro, crea nuove competenze digitali”, ha dichiarato il ministro del Lavoro Giuliano Poletti. Fondamentali in tal senso saranno dunque “sia l'alternanza scuola lavoro sia l'alfabetizzazione digitale di chi già lavora”, ha aggiunto il ministro. “Il tema del lavoro che cambia non può restare confinato al livello delle istituzioni, per questo abbiamo avviato un tavolo di confronto con tutte le parti sociali per portare avanti una discussione e affrontare al meglio tale cambiamento”, ha concluso.
Piattaforma Ue per Industria 4.0
Nel corso della giornata il commissario europeo al bilancio, Günther Oettinger, e il ministro italiano dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, hanno presentato la piattaforma europea di iniziative nazionali per la digitalizzazione dell'industria. Scopo dell'iniziativa è generare investimenti comuni, promuovere la cooperazione tra i vari Paesi e settori industriali e collocare le imprese europee all'avanguardia delle tecnologie pulite.
Nel corso dei prossimi cinque anni, ha sottolineato Oettinger, gli Stati membri, l'Ue e l'industria prevedono investimenti complessivi di oltre 50 miliardi di euro a sostegno della digitalizzazione dell'industria europea. Il processo di digitalizzazione consentirà all'Unione di rinnovare i suoi pilastri portanti - welfare, industria ed energia - dotando gli Stati membri di strumenti nuovi per affrontare le sfide del futuro, ha commentato Calenda.
Mobilità connessa e automatizzata
29 Paesi europei, tra cui l'Italia, hanno firmato una lettera di intenti per istituire, insieme con la Commissione europea, un quadro giuridico per le prove transfrontaliere con veicoli connessi, sulla base di norme armonizzate sull'accesso ai dati, sulla responsabilità e sulla connettività.
Il documento è la prima iniziativa degli Stati membri di cooperazione transfrontaliera nella mobilità connessa e automatizzata; il Collegio dei commissari sosterrà questi sforzi con misure concrete a favore dei corridoi transfrontalieri.
Servizi pubblici digitali
La Commissione Ue ha approfittato del Digital Day anche per presentare l'aggiornamento del quadro europeo di interoperabilità, previsto dalla strategia per il mercato unico digitale. Il nuovo quadro offre orientamenti specifici alle amministrazioni pubbliche di tutta Europa su come migliorare la governance e assicurare che sia le normative in vigore sia quelle di nuova adozione non compromettano l'interoperabilità dei servizi digitali.
L’obiettivo è garantire che tutte le amministrazioni degli Stati membri seguano un approccio comune nella gestione dei servizi pubblici online, rispettando le norme di sicurezza e di protezione dei dati. Grazie ai servizi digitali interoperabili, gli Stati membri intendono garantire l'accessibilità dei loro servizi non solo entro i confini nazionali, ma anche tra Paesi e settori di attività diversi, agevolando la comunicazione dei cittadini e delle imprese con la loro amministrazione nazionale e con quelle di altri Stati membri.
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