Antidumping - commissione INTA, ok risoluzione su nuovo calcolo dazi

 

Photo credit: European Parliament via Foter.com / CC BY-NC-NDVia libera dagli eurodeputati alla nuova legislazione per il calcolo del dumping.

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La commissione Commercio internazionale (INTA) del Parlamento europeo ha approvato, con alcuni emendamenti, la proposta di Bruxelles su regole antidumping più severe per la difesa dalla concorrenza sleale dei Paesi extra-UE.

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La Commissione europea ha dovuto proporre una revisione del Regolamento base antidumping dell'UE a novembre 2016, per poter continuare a difendersi dalla concorrenza sleale nel rispetto degli obblighi internazionali, in vista della scadenza, a dicembre 2016, di una disposizione transitoria contenuta nel protocollo di adesione della Cina all'OMC (Organizzazione mondiale del commercio), che aveva fino a quel momento permesso ai partner commerciali di Pechino di difendersi efficacemente dalla pratica del dumping cinese.

Elemento cardine della proposta iniziale dell'Esecutivo UE è la fine della distinzione tra economie di mercato ed economie non di mercato, sostituita con quella tra Paesi membri OMC, cui si applica, in caso di dumping, la metodologia di calcolo standard, e Paesi non membri OMC, cui si può applicare la “metodologia di calcolo del Paese analogo".

Per i membri dell'Organizzazione - Cina inclusa - che presentino "significative distorsioni di mercato" la proposta di Bruxelles prevede, invece, la possibilità di applicare una metodologia ancora diversa, simile a quella in uso negli Stati Uniti. Si tratta, in sostanza, di una soluzione Country-neutral, nella quale la Cina è equiparata a qualsiasi altro membro OMC.

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Iter di approvazione della proposta

A inizio maggio il Consiglio dei ministri dell'UE, riunito a Bruxelles, aveva adottato una posizione comune sulla nuova metodologia per il calcolo dei dazi nelle indagini antidumping. Anche l'Italia, dopo un'iniziale opposizione, aveva dato il suo via libera.

A quel punto, il testo è tornato al Parlamento europeo.

Alla luce dell'obiettivo generale di rispondere alla controversia sullo stato di economia di mercato (MES) della Cina e alle pratiche commerciali sleali da parte di diversi Paesi terzi, gli eurodeputati della commissione INTA hanno proposto, tra le altre cose, che:

  • le indagini antidumping tengano conto della conformità del Paese esportatore alle norme e agli standard internazionali in materia di lavoro, fisco e ambiente, della presenza di eventuali misure discriminatorie nei confronti degli investimenti esteri, del diritto societario, dei diritti di proprietà e del regime fiscale e fallimentare;
  • la Commissione UE realizzi relazioni dettagliate che descrivano la situazione specifica in un determinato Paese o settore per il quale verrà applicato il calcolo dei dazi;
  • non vi sia, nel corso di un'indagine antidumping, alcun onere di prova aggiuntivo per le imprese UE rispetto all'iter attuale.

Le imprese UE, ha commentato il relatore del testo Salvatore Cicu (PPE), meritano "una migliore protezione dalle pratiche commerciali sleali", che mettono a repentaglio i posti di lavoro e gli investimenti in tutta Europa. Il commercio globale libero può portare benefici solo se tutti rispettano le regole. Creando norme antidumping chiare e rigide, possiamo "proteggere i cittadini dagli effetti negativi della globalizzazione".

Con l'adozione della risoluzione da parte dellla commissione INTA, dopo l'approvazione in plenaria a luglio, il Parlamento europeo potrà iniziare i colloqui con i ministri dell'UE sulla base del testo approvato.

Photo credit: European Parliament via Foter.com / CC BY-NC-ND

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