Mercato UE energia elettrica - perche’ l’Italia fa un passo indietro
Il Governo vuole concedersi più tempo per capire se siano “più convenienti meccanismi flessibili di capacity o una riserva strategica” nell’ambito dei negoziati UE sul mercato interno dell’energia elettrica. Allineandosi, così, al gruppo guidato da Polonia e Francia.
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Nell'ambito delle negoziazioni tra Consiglio e Parlamento europeo relative al “Regolamento sul mercato interno dell'energia elettrica”, l'Italia fa un passo indietro e ritira la firma dal Working Paper 10008/2018, concedendosi più tempo per approfondire e, ove necessario, rimodulare le proprie posizioni, secondo gli indirizzi dell'attuale Governo.
Di fatto, l'Italia in tal modo si allinea alle posizioni di Polonia e Francia, preferendo alle riserve strategiche - sul modello tedesco - il cosiddetto Capacity Market.
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La posizione italiana
"Ci siamo fermati - dichiara il sottosegretario allo Sviluppo Economico Davide Crippa - perché riteniamo sia necessario valutare, in termini di impatto, se siano più convenienti meccanismi flessibili di capacity o se una riserva strategica sul modello tedesco che, anche se attiva solo nei picchi di domanda, possa comunque causare danni alla salute dei cittadini".
"Tutto ciò per limitare le distorsioni e creare una vera Unione dell'Energia, allocare efficientemente le risorse pubbliche su scala europea e favorire una transizione energetica rapida, coordinata e coesa in tutta la Ue, evitando che tali meccanismi favoriscano centrali poco sostenibili da un punto di vista ambientale".
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"Qualora, in ultima istanza - aggiunge Crippa - si reputasse necessaria l'introduzione di meccanismi di regolazione delle capacità a livello di Stati Membri, per garantire la sicurezza dell'approvvigionamento energetico dell'Unione, riteniamo che questi ultimi vadano indirizzati ad impianti che rispettino, quanto più possibile, standard emissivi tali da tutelare la salute dei cittadini e l'ambiente".
"Riteniamo inoltre – conclude – che qualora si pervenisse ad un accordo in tal senso, esso dovrà avviarsi in tempi rapidi garantendo la valutazione dell'appropriatezza dei meccanismi esistenti che non dovessero essere necessari e/o non dovessero rispettare i limiti emissivi di cui sopra, contravvenendo così agli obiettivi di decarbonizzazione dell'Unione europea".
L’Italia si allinea a Polonia e Francia
Un gruppo di Paesi - Polonia, Francia, Regno Unito, Ungheria, Grecia e Irlanda, cui ora si aggiunge anche l’Italia - ha espresso alcune riserve circa la proposta di riforma del mercato europeo dell'elettricità.
In un documento congiunto, pubblicato da EurActiv, il gruppo ha affermato che i paesi dell'UE "hanno una responsabilità fondamentale per mantenere la sicurezza dell'approvvigionamento", affermando che "in definitiva dovrebbe spettare loro determinare se sia necessario introdurre un meccanismo di capacità all'interno del proprio mercato".
Di fatto, i Paesi si pongono in contrapposizione alla proposta avanzata dal Parlamento europeo, definita priva di equilibrio nell’approccio ai diversi tipi di meccanismi di capacità.
"Il nuovo quadro normativo dovrebbe comprendere i diversi meccanismi, stabilendo principi e regole comuni", senza favorire una tipologia sull’altra. Ovvero, senza dare "priorità alle riserve strategiche".
Inoltre, il gruppo di Paesi insiste affinché tutti i meccanismi di capacità, riserve strategiche incluse, rispettino i requisiti sulle emissioni (vale a dire, il cosiddetto EPS, Emission performance standard, il limite cioè dei 550 gr di CO2 per kWh).
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