Concorrenza sleale Paesi terzi: le proposte di Bruxelles per tutelare aziende UE
L’UE è al lavoro su una nuova legislazione di tutela del mercato unico europeo da forme di concorrenza sleale realizzate da aziende di Paesi terzi che ricevono sussidi statali da parte dei loro governi. I possibili strumenti di difesa sono elencati in un Libro bianco su cui ora la Commissione chiede l'opinione degli stakeholder europei.
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“L'UE è tra le economie più aperte al mondo, attirando alti livelli di investimento dai nostri partner commerciali. Tuttavia, la nostra apertura viene sempre più messa in discussione dalle pratiche di commercio estero, compresi i sussidi che distorcono la parità di condizioni per le società europee”, afferma il commissario al Commercio Phil Hogan.
Per questo la Commissione ha redatto un Libro bianco che contiene tre approcci (moduli), complementari tra loro, per tutelare le aziende europee e neutralizzare gli effetti distorsivi sulla concorrenza creati dai Paesi terzi.
Il Libro bianco è, dunque, il primo step di un percorso che porterà le istituzioni UE ad adottare nuovi strumenti legislativi che proteggano gli interessi strategici europei. I tre approcci presenti nel Libro, infatti, sono sottoposti fino al 23 settembre ad una consultazione aperta, rivolta a tutti gli stakeholder europei.
I contributi che saranno raccolti, serviranno alla Commissione per presentare successive proposte legislative capaci di contrastare gli effetti distorsivi causati dai sussidi esteri nel mercato unico in generale (I Modulo), nelle acquisizioni di società europee (II Modulo) e durante le procedure di appalto pubblico (III Modulo).
I Modulo: tutela del mercato unico
Il primo modulo propone l'istituzione di uno strumento generale di controllo capace di intercettare tutte quelle possibili situazioni di mercato in cui i sussidi esteri possono causare distorsioni della concorrenza all’interno del mercato unico.
Per far ciò il modulo prevede di istituire un'autorità di controllo (nazionale oppure la Commissione) che entri in azione sulla base di qualsiasi indicazione o informazione inerente una società europea beneficiaria di un sussidio straniero.
A quel punto, laddove venisse stabilita l'esistenza di un sussidio estero, l'autorità potrebbe decidere di imporre misure capaci di rimediare al probabile impatto distorsivo, come pagamenti compensativi e rimedi strutturali o comportamentali.
Il modulo però prevede anche la possibilità di ricorrere al c.d. "Test di interesse dell'UE": se infatti fosse appurato che le attività o gli investimenti sovvenzionati hanno un impatto positivo, capaci di far superare la distorsione, l’autorità potrebbe anche decidere di non proseguire le indagini.
II Modulo: acquisizioni di aziende europee da parte di società di paesi terzi
Il secondo modulo, invece, si focalizza su un aspetto molto importante degli investimenti esteri, quello legato all'acquisizione di aziende europee da parte di società extra-UE foraggiate da sussidi statali che alterano la concorrenza. L'obiettivo, pertanto, è quello di scongiurare che i sussidi stranieri conferiscono un vantaggio ingiusto ai loro destinatari quando acquisiscono/partecipano a società europee, ad esempio aumentando di fatto la solidità finanziaria dell'acquirente.
Su questo fronte, quindi, il modulo vorrebbe imporre a quelle società che beneficiano di sostegni da parte di paesi extra-UE, un obbligo di notifica quando intendono acquisire aziende europee al di sopra di una certa soglia. Secondo il Libro bianco l'autorità di controllo dovrebbe essere la Commissione e bisognerebbe prevedere che, fino a quando non arriva l’ok da parte di Bruxelles, l’acquisizione non può essere effettuata.
Qualora la verifica confermasse che l'acquisizione è stata affettivamente facilitata dalla sovvenzione estera e ha portato ad una distorsione del mercato unico, l'Autorità potrebbe:
- Accettare impegni della parte notificante che rimediano efficacemente alla distorsione;
- Vietare l'acquisizione.
Sul tavolo potrebbe esserci anche una terza opzione che è quella che prevede l’applicazione del Test degli interessi dell'UE da parte della Commissione.
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III Modulo: tutela del settore degli appalti pubblici
Il terzo ambito in cui i sussidi esteri possono minare la concorrenza sul mercato unico, causando danni alle aziende europee (soggette a regole più stringenti), è quello degli appalti pubblici.
I sussidi esteri, infatti, possono consentire agli offerenti di ottenere un vantaggio sleale - ad esempio presentando offerte al di sotto del prezzo di mercato o persino al di sotto dei costi - consentendo loro di ottenere contratti di appalto pubblici che altrimenti non avrebbero ottenuto.
Nell'ambito di questo modulo, quindi, il Libro bianco propone un meccanismo in cui gli offerenti dovrebbero notificare all'amministrazione aggiudicatrice i contributi finanziari ricevuti da paesi terzi.
In questo modo le competenti autorità aggiudicatrici e di vigilanza valuteranno se esiste un sussidio estero e se tale sussidio ha reso la procedura di appalto iniqua prevedendo, in tal caso, l’esclusione dell’azienda dalla gara.
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