L’incentivo Resto Qui diventa ancora più conveniente
Nel 2021 si allarga la platea dei beneficiari che possono accedere ai contributi previsti da Resto Qui, la misura che, sul modello di Resto al Sud, sostiene la creazione di nuove imprese nei comuni colpiti dal sisma del 2016.
Legge di Bilancio 2021: agevolazioni Resto al Sud fino a 55 anni
Sale da 46 a 55 anni l’età massima delle persone che possono accedere a Resto Qui, la misura gestita da Invitalia che finanzia la creazione di nuove imprese nella maggior parte dei comuni colpiti dal sisma del 2016. Nessuna novità invece per i 24 comuni più colpiti dal terremoto - quelli in cui oltre il 50% degli edifici è stato dichiarato inagibile - in cui continuano a non esserci limiti di età per ottenere i finanziamenti.
Come per Resto al Sud, il regime di aiuto da cui discende Resto Qui, l'innalzamento dell’età dei beneficiari trasforma questi strumenti da mezzi nati per sostenere l’imprenditoria giovanile a misure anti-crisi per favorire la permanenza nel mondo del lavoro di una categoria (gli ultracinquantenni) tra le più esposte in caso di perdita del lavoro a causa del Covid.
Cosa finanzia Resto Qui
Come già accennato, Resto Qui nasce come una costola di Resto al Sud, l’agevolazione che sostiene l’avvio di nuove imprese nelle otto regioni meridionali (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna, Sicilia).
Grazie ai buoni risultati conseguiti nel Mezzogiorno, con il decreto sisma del 2019 il governo ha infatti esteso la misura anche ai 116 comuni compresi nell’area del cratere sismico del Centro Italia (Lazio, Marche e Umbria) facendola diventare “Resto Qui” e usandola, quindi, in chiave anti-spopolamento.
L'obiettivo è favorire la la nascita e lo sviluppo di nuove attività imprenditoriali e libero professionali praticamente in tutti i settori. Sono finanziabili, infatti, iniziative imprenditoriali che riguardano:
- Le attività produttive nei settori industria, artigianato, trasformazione dei prodotti agricoli, pesca e acquacoltura;
- La fornitura di servizi alle imprese e alle persone;
- Il turismo;
- Le attività libero professionali (sia in forma individuale che societaria).
Restano fuori solo l’agricoltura e il commercio.
Quali sono le agevolazioni di Resto Qui
Allo stato attuale - dopo una serie di ritocchi intervenuti in questi anni tra leggi di bilancio e decreti anti-covid - Resto Qui copre il 100% delle spese ammissibili e prevede:
- il 50% di contributo a fondo perduto;
- il 50% di finanziamento bancario garantito dal Fondo di Garanzia per le PMI (con gli interessi che restano interamente a carico di Invitalia).
Parlando di cifre, il finanziamento massimo per ogni richiedente è pari a 50mila euro, che però può arrivare fino a 200mila euro nel caso di società composte da quattro soci.
A queste agevolazioni se ne aggiunge un'altra introdotta dal decreto Rilancio. Per i soggetti, infatti, che hanno completato il programma di spesa coperto da Resto Qui, il governo ha previsto un ulteriore contributo a fondo perduto a supporto del fabbisogno di circolante:
- pari a 15.000 euro per le ditte individuali e le attività professionali svolte in forma individuale
- fino a un massimo di 40.000 euro per le società.
Chi può partecipare a Resto Qui
Resto Qui si rivolge alle persone residenti in uno dei 116 Comuni colpiti dal sisma del 2016, disseminati tra Lazio, Marche e Umbria (o che vi trasferiscono la residenza dopo l’approvazione del progetto che deve essere realizzato lì).
Per i 24 Comuni maggiormente colpiti - quelli cioè in cui la percentuale di edifici inagibili supera il 50% - non ci sono limiti di età, salvo avere 18 anni.
Per gli altri 92 Comuni, invece, a seguito dell’ultimo restyling previsto dalla legge di Bilancio 2021, le agevolazioni possono essere richieste da persone tra i 18 e i 55 anni.
Per accedere all’agevolazione bisogna rispettare una serie di requisiti, tra cui:
- Non essere già titolari di altre attività d’impresa in esercizio alla data del 21 giugno 2017;
- Non aver ricevuto altre agevolazioni nazionali per l’autoimprenditorialità nell’ultimo triennio;
- Non avere un lavoro a tempo indeterminato e impegnarsi a non averlo per tutta la durata del finanziamento.
Ai liberi professionisti ( in forma societaria o individuale ) si richiede, infine, di non essere titolari di partita IVA nei 12 mesi antecedenti la presentazione della domanda per lo svolgimento di un’attività analoga a quella proposta.
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