Cloud Computing: tra opportunita' di risparmio e rischi per la sicurezza
Secondo un recente studio condotto dal Carbon Disclosure Project a Londra, le aziende “blue chips” - società quotate in Borsa ad alta capitalizzazione azionaria, caratterizzate da un buon andamento degli utili e prezzi stabili e di norma inserite negli indici più popolari - potrebbero ridurre le loro emissioni di anidride carbonica del 50% facendo migrare le loro operazioni di archiviazione dei dati nel cloud.
A pochi giorni dalle dichiarazioni dell'Open Data Center Alliance - un gruppo di oltre 300 aziende e banche internazionali - relative alla possibilità che l'uso dei servizi cloud possa triplicare nei prossimi due anni, la ricerca londinese stima i risparmi e la riduzione dell'impatto sull'ambiente che si potrebbero ottenere grazie al cloud computing.
In particolare, i ricercatori si sono concentrati su grandi aziende operanti nel settore dell'Information Technology in Francia e nel Regno Unito e, attraverso una serie di interviste, hanno previsto che entro il 2020 la quota di tecnologie dell'informazione gestite attraverso il cloud computing passerà dal 10% a quasi il 70%, con risparmi per miliardi di dollari sui costi e riduzioni delle emissioni di CO2 equivalenti all'inquinamento prodotto da oltre 4 milioni di veicoli passeggeri.
Grazie alla possibilità di comprare meno hardware e di utilizzare server situati altrove per memorizzare, gestire e processare i dati, il cloud è stato infatti accolto dalle imprese come una miniera di opportunità. Più cauti invece i sostenitori dell'open source, secondo cui finirà per creare ulteriori grandi monopoli.
Preoccupazioni riguardano però anche la tutela della privacy e la sicurezza dei dati. A questo proposito i regolatori europei stanno ancora valutando rischi e implicazioni della migrazione di dati sensibili al di fuori dell'Unione.
Carbon Disclosure Project
Cloud Computing – The IT Solution for the 21st Century
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