Innovazione: il futuro nelle mani degli artigiani digitali

 

World Wide Rome ©Arduino, Blomming, e Paraimpu sono tre esempi di imprese italiane “do it yourself” presentate nel corso del World Wide Rome, il convegno che venerdì 9 marzo ha riunito a Roma maker, pensatori e innovatori nel terzo millennio. A coordinare l'evento Riccardo Luna, appassionato ed esperto di innovazioni digitali, ex direttore di Wired Italia.

Ispirare è la parola chiave che ha contraddistinto il World Wide Rome. Ispirare i creativi, ma anche gli investitori, che devono incoraggiare i nuovi progetti e non aver il timore di rischiare per un'idea. “La creatività e la versatilità italiana sono più importanti di qualsiasi materia prima” esorta Roberto Bonzio, giornalista e blogger autore del progetto multimediale Italiani di frontiera, che per carisma e look ricorda il fondatore della Apple, Steve Jobs.

Allargare i propri orizzonti e uscire dagli schemi ("think out of the box"). E' questa la strada intrapresa da alcune realtà made in Italy, e di successo, presentate nel corso della manifestazione. Un nome su tutti è quello di Massimo Banzi, inventore di Arduino, hardware conosciuto in tutto il mondo che, al costo di 20 euro, riesce a interconnettere oggetti e a fargli compiere delle azioni. Un sistema open source, che dà la possibilità a chiunque di pensare e realizzare esempi di applicazioni del microcomputer.

L'interconnessione di oggetti è anche l'obiettivo del software Paraimpu. Questo social tool è applicabile al Web degli oggetti, ovvero, riesce a far comunicare oggetti fisici e virtuali con la Rete. L'esempio più spettacolare che Antonio Pintus, uno dei curatori del progetto, ha mostrato è l'illuminazione dell'ultimo piano di un hotel di Cagliari. Il colore dei led installati cambia in base alle richieste degli utenti connessi a Twitter. E' sufficiente collegarsi all'account Twitter di Paraimpu e scrivere un colore, seguito da #thotel per trasformare il colore dell'ultimo piano da rosa a verde.

L'ultima frontiera del commercio l'ha invece presentata il giornalista e imprenditore Alberto D'Ottavi, che ha investito nel social commerce. Con Blomming.com, la prima start-up italiana del settore, promuove le vendite online attraverso i social media. Il funzionamento è semplice: si caricano le foto del prodotto e si fanno girare sui social network attraverso la piattaforma Blomming. Il concetto su cui punta D'Ottavi è quello di relazione: “è necessario sviluppare delle relazioni con i propri clienti, rimanere in contatto. Innanzitutto, l'identità del prodotto deve essere chiara, su questo si basa la relazione di fiducia con i consumer”. Instaurata la fiducia, la pubblicità del prodotto saranno gli acquirenti stessi a farla. Grazie al passaparola, racconta ad esempio D'Ottavi, una chitarra costruita a Lambrate dalla Noah è finita tra le sapienti dita di Lou Reed.

Segno questo di nuova rivoluzione digitale in cui si fa avanti con forza il concetto di grassroot economy, l'economia che nasce e si sviluppa dal basso. Come spiega Massimo Menichinelli - sviluppatore di progetti di open design -, oggi, da un lato, non è più necessaria una forza distributiva, ma è sufficiente mettere in rete i propri prodotti per venderli, dall'altro, i creativi stessi hanno a disposizione più mezzi per mettere in pratica un'idea.

Il connubio idee e manualità è alla base di questo rinnovamento economico. Parola del guru del Web Chris Anderson, ospite d'eccezione del World Wide Rome. Nel suo intervento mattutino - che prendeva il titolo dal suo saggio del 2010, “Why atoms are the new bits” pubblicato sul giornale che dirige, Wired - ha ribadito il ruolo fondamentale della cultura digitale, che si appresta a trasformare il mondo degli oggetti fisici. In serata si è concesso ad un'intervista con Luca Sofri, giornalista esperto di tecnologie e fondatore del sito d'informazione online Il Post.

Nel corso della chiacchierata Anderson ha ribadito come “oggi le barriere che separavano le idee dalla loro realizzazione si siano infrante. E' la società che può e deve dare le opportunità alle persone”. E così si è aperto il dibattito sugli interventi che lo Stato deve prevedere per sostenere questo nuovo tipo di imprenditoria. "Ci troviamo davanti a un bivio - ha dichiarato Andrea Mondello, presidente di Tecnopolo Spa - o viene dato spazio, fiducia e risorse a questi giovani makers che rappresentano il futuro, oppure sarà davvero troppo tardi per intraprendere un nuovo cammino di progresso e innovazione. I makers, con la loro capacità d'inventare, hanno bisogno di risposte immediate e concrete e il nostro compito è quello di dargliele".

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