Incentivi rinnovabili – le reazioni degli stakeholder al decreto
Operatori del settore e associazioni ambientaliste divisi sul decreto per incentivare le rinnovabili diverse dal fotovoltaico.
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Atteso da tempo, il decreto per l’incentivazione delle fonti rinnovabili diverse dal fotovoltaico è stato firmato la scorsa settimana dal ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda e dal titolare del dicastero dell'Ambiente Gian Luca Galletti.
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In attesa della firma del ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina, e del conseguente approdo in Gazzetta Ufficiale, operatori del settore e associazioni ambientaliste si dividono sulla “strategia verde” del Governo.
“Cogliamo con favore la svolta green annunciata dal premier Renzi e dal ministro Calenda”, dichiara il presidente di Assorinnovabili Agostino Re Rebaudengo, che rinnova la disponibilità dell'associazione “a collaborare con il MISE sui tanti dossier in agenda: dalla revisione della strategia energetica nazionale al prossimo decreto che disciplinerà i meccanismi di sostegno alle rinnovabili dal 2017 in avanti, dal rilancio della generazione distribuita all'avvio della filiera del biometano, che il settore attende da anni”.
La firma del decreto, nota Piero Gattoni, presidente del Consorzio italiano biogas (CIB) “sblocca finalmente una situazione di stallo normativo che ha impedito a tante iniziative imprenditoriali pianificate nel corso del 2015 di entrare in esercizio nel 2016”.
“Il nostro auspicio è che il ministro Calenda prosegua con questa determinazione nella definizione dello scenario post 2016, tenendo conto degli obiettivi di medio-lungo periodo con una pianificazione chiara e stabile, al fine di consentire al settore industriale di programmare la crescita e lo sviluppo sia delle tecnologie che della ricerca”.
“Finalmente gli operatori potranno cercare di realizzare gli investimenti programmati da tempo”, sottlinea in una nota l'Associazione nazionale energia del vento (ANEV). “Infatti nonostante il ritardo ingiustificabile con cui arriva il provvedimento, almeno oggi vi è certezza rispetto ai meccanismi di sostegno per il periodo fino a tutto il 2016”.
L’sssociazione tiene a sottolineare tuttavia, l’irrituale presenza alla conferenza stampa di presentazione del provvedimento degli amministratori delegati di due sole aziende attive nel settore (Eni ed Enel). Presenza che stride con la mancanza delle numerose aziende concorrenti che del settore delle rinnovabili hanno fatto il loro faro e che non si comprende perché siano state completamente dimenticate nell’occasione.
“Accogliamo con favore la notizia della finalizzazione del provvedimento segnalando tuttavia con amarezza che lo stesso farà appena in tempo ad entrare in vigore che già decadrà (il DM scade il 31 dicembre di quest'anno)”, nota il presidente di ANEV Simone Togni. “Auspichiamo tuttavia che lo sforzo apprezzabilissimo del ministro Calenda nel firmare il decreto a pochi giorni dal suo insediamento porti in tempi rapidi a recuperare il gravissimo ritardo accumulato e a predisporre i nuovi interventi necessari a dare continuità e stabilità al quadro normativo che vede ancora mancante il provvedimento che regolamenterà lo sviluppo delle FER dal 2017 al 2020”.
Critica anche Greenpeace Italia, che sottolinea la mancanza di interlocuzione dell’Esecutivo con le associazioni di rappresentanza dei produttori di energia da fonti rinnovabili. Associazioni che, al pari delle organizzazioni ambientaliste da mesi chiedono un confronto in materia con il Governo.
“Sarà ora interessante capire come verranno utilizzati i fondi che Renzi ha promesso di stanziare per incentivare nei prossimi anni le energie rinnovabili. Una cifra davvero bassa, stiamo infatti parlando di circa 450 milioni l’anno”, dichiara Luca Iacoboni, responsabile della campagna Energia e Clima di Greenpeace Italia. “Inoltre ci chiediamo se il Governo intenderà puntare sui grandi impianti a biomasse o se si promuoveranno politiche che aiutino i piccoli produttori di energia fotovoltaica ed eolica, come indica chiaramente l'Ue”.
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