Politica Coesione – Italia e Spagna frenano pagamenti Fondi europei
Secondo la Corte dei Conti Ue Italia e Spagna hanno fatto registrare la durata più lunga del blocco dei pagamenti nell'ambito della politica di coesione 2007-2013.
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Nel periodo di programmazione 2007-2013 dei fondi europei per le politiche di coesione, Italia e Spagna hanno fatto registrare la durata più lunga del blocco dei pagamenti, a causa di sospensioni o interruzioni, a valere sui singoli programmi operativi.
I due Paesi hanno infatti impiegato circa un anno per allinearsi alle richieste della Commissione sulle anomalie di spesa riscontrate, contro i 146 giorni di media Ue.
E' quanto emerge dalla relazione della Corte dei Conti Ue "Tutela del bilancio dell'Ue dalle spese irregolari". La spesa per la politica di coesione rappresenta il 37% della spesa complessiva a titolo del bilancio dell’Ue ed ammonta in totale a circa 350 miliardi di euro per ciascuno dei periodi 2007-2013 e 2014-2020. La responsabilità per la gestione della spesa nel settore della coesione è condivisa tra la Commissione e gli Stati membri.
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Al netto delle performance negative di Italia e Spagna, secondo la Corte le misure della Commissione a tutela della spesa nel settore della coesione sono comunque state adeguate. Palazzo Berlaymont ha utilizzato in maniera efficace le misure di cui disponeva per tutelare il bilancio dell’Ue da spese irregolari, concentrando la propria azione sugli Stati membri con i programmi più rischiosi.
“Le misure correttive adottate dalla Commissione esercitano pressione sugli Stati membri affinché affrontino le carenze dei rispettivi sistemi di gestione e di controllo”, ha affermato Henri Grethen, membro della Corte dei conti europea responsabile della relazione. “Tuttavia, sia le misure preventive sia le rettifiche finanziarie in genere riguardano questioni complesse che richiedono molto tempo per essere risolte. Le interruzioni e sospensioni dei pagamenti che ne derivano rappresentano un rischio finanziario significativo per gli Stati membri”.
La Corte ha inoltre rilevato che la Commissione ha incontrato difficoltà nel monitorare l’attuazione delle rettifiche finanziarie: le informazioni fornite dagli Stati membri sull’esecuzione nel periodo 2007-2013, infatti, non solo non hanno consentito un valido monitoraggio, ma hanno reso difficoltosa la stessa rendicontazione della Commissione su misure preventive e rettifiche.
La Corte invita quindi la Commissione a non abbassare la guardia, e ad assicurarsi che i pagamenti siano esenti da errore, migliorando le proprie procedure di rendicontazione e facendo uso dei propri nuovi, maggiori poteri. I regolamenti applicabili al 2014-2020, infatti, potenziano notevolmente la posizione della Commissione ai fini della tutela del bilancio dell’Unione: Bruxelles gode di poteri più estesi e la rendicontazione degli Stati membri sulle rettifiche finanziarie è integrata nel pacchetto di affidabilità annuale e viene esaminata dalle rispettive autorità di audit. La Corte ritiene che queste disposizioni costituiscano un sensibile miglioramento dell’architettura del sistema.
La Corte raccomanda dunque alla Commissione di:
- applicare un approccio rigoroso alla chiusura dei programmi del 2007-2013, per garantire che gli importi rimborsati siano esenti da livelli rilevanti di spese irregolari;
- presentare e comparare in una relazione tutte le informazioni su misure preventive e correttive nel settore della coesione, per Fondo e per Stato membro, indicando l’impatto delle rettifiche finanziarie ed il tasso di rischio residuo;
- per il 2014-2020, creare un sistema di monitoraggio integrato sia per le misure preventive che per le rettifiche finanziarie;
- utilizzare con effetto immediato le disposizioni notevolmente rafforzate relative al 2014-2020 e imporre rettifiche finanziarie ogni qualvolta sia necessario.
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