Autorita' Trasporti - concessioni e contratti di servizio da rivedere
Concessioni e contratti di programma da rivedere, aggiornandoli a modelli di maggiore efficienza.
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E’ questo il messaggio più importante che l’Autorità dei trasporti, guidata dal presidente Andrea Camanzi, ha lanciato nella sua relazione annuale, presentata oggi a Roma alla Camera. I contratti di programma e le concessioni che regolano i servizi di trasporto, infatti, sono in molti casi basati su modelli vecchi e hanno durate troppo lunghe, che tendono ad avvantaggiare le società di gestione e non la pubblica amministrazione. Una delle priorità per il futuro, allora, è rivedere l’impostazione seguita finora.
I contratti nel mirino
Si tratta, per la precisione, di 40 contratti di servizio pubblico che regolano i servizi più diversi, dalle ferrovie al trasporto pubblico locale, passando per uno dei settori più critici, quello delle autostrade. Queste concessioni e contratti di programma definiscono gli obblighi di servizio pubblico che le aziende devono soddisfare. Per l’Autorità, però, presentano in molti casi dei difetti strutturali.
La durata degli accordi
Una delle questioni centrali riguarda la durata contrattuale, che va nella maggior parte dei casi dai 15 ai 20 anni. Tempi così lunghi tendono a creare situazioni di monopolio, assicurando protezione al concessionario più che a costruire un mercato efficiente a tutela dei cittadini.
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Gli elementi che mancano
La conseguenza diretta è che in nessuno di questi accordi sono stati inseriti elementi che, adesso, secondo l’Autorità sarebbero essenziali. Ad esempio, non ci sono obblighi di emissione di biglietti elettronici e neppure vincoli rispetto alle informazioni sui servizi. E solo una minima parte di questi contratti prevede l’obbligo di variare l’offerta a seconda delle punte orarie stagionali.
Le nuove piattaforme digitali
E questo cambio di passo sulla contrattazione tra Stato e imprese sarà necessario ancora di più nel prossimo futuro, quando entreranno sul mercato elementi dall’impatto ancora più forte, come le nuove piattaforme digitali, le auto senza guidatore o le tecnologie 5G.
I contratti con le Regioni
In questo senso, un passaggio della relazione è stato dedicato ai nuovi contratti di servizio che Trenitalia sta rinnovando con le Regioni in questi mesi. Spesso non contengono alcuni degli elementi che, secondo l’impostazione dell’Autorità, sarebbero vitali per soddisfare le esigenze dei pendolari dei treni.
Le concessioni autostradali
Un altro esempio interessante riguarda le concessioni autostradali. In questo caso, l’Autorità ha di recente preparato uno schema di contratto che sarà messo in gara dal Ministero delle Infrastrutture per la prima volta nei prossimi mesi e che costituirà la base per la nascita di un nuovo modello di concessione più efficiente. A partire dalla tariffazione, che dovrà essere più stabile e garantire compensazioni solo per gli investimenti effettivamente realizzati.
La piattaforma di Ferrovie
Un affondo viene dedicato alla nuova piattaforma digitale che Ferrovie dello Stato sta preparando per cercare una maggiore integrazione tra diverse modalità di trasporto. Per Camanzi, l’iniziativa guarda nella direzione giusta ma non deve trattarsi del tentativo di “riprodurre e rafforzare con i nuovi strumenti digitali di informazione le posizioni dominanti del passato”. Anche su questo fronte bisogna cercare la massima apertura, che passa necessariamente dalla condivisione dei dati.
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