Corte conti UE - troppi limiti per i PPP finanziati da fondi europei
I partenariati pubblico-privati cofinanziati dall’UE non sono un’opzione economicamente valida per realizzare infrastrutture pubbliche. Lo rivela un'analisi della Corte dei Conti europea sui PPP in Europa.
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La Corte dei Conti europea ha pubblicato una relazione sui partenariati pubblico-privati (PPP) in Europa, basata sull'analisi di 12 PPP cofinanziati dall’UE in Francia, Grecia, Irlanda e Spagna nei settori del trasporto su strada e delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (TIC).
Dalla relazione emerge che i PPP cofinanziati dall’UE non possono essere ritenuti un’opzione economicamente valida per realizzare infrastrutture pubbliche.
PPP cofinanziati dall'UE, ritardi e aumento dei costi
Tra il 2000 e il 2014, l’UE ha fornito 5,6 miliardi di euro per 84 PPP, con un costo totale per progetti di 29,2 miliardi di euro. Gli auditor della Corte hanno preso in esame 12 PPP, il cui costo totale era di 9,6 miliardi di euro, con un contributo UE di 2,2 miliardi di euro.
La Corte ha riscontrato che, nel complesso, i PPP hanno consentito alle autorità pubbliche di appaltare infrastrutture di grandi dimensioni attraverso un’unica procedura, ma hanno aumentato il rischio di una concorrenza insufficiente, indebolendo quindi la posizione negoziale delle amministrazioni aggiudicatrici.
Inoltre, la maggior parte dei PPP sottoposti a audit sono risultati inficiati da notevoli inefficienze nel corso della fase di costruzione: sette dei nove progetti completati, dal costo di 7,8 miliardi di euro, hanno fatto registrare ritardi fino a 52 mesi, nonché forti incrementi di costo.
“Per completare le cinque autostrade sottoposte a audit in Grecia e Spagna, sono stati necessari 1,5 miliardi di euro supplementari di fondi pubblici. Circa il 30% di questo ammontare (422 milioni di euro) è stato fornito dall’UE”, ha affermato Oskar Herics, il membro della Corte dei conti europea responsabile della relazione. “Tale somma è stata spesa in modo inefficiente per quanto attiene all’ottenimento di potenziali vantaggi economici”.
Cosa è successo
In Grecia (di gran lunga il più importante destinatario di cofinanziamenti UE, con il 59% dell’importo totale, ossia 3,3 miliardi di euro) il costo per chilometro delle tre autostrade controllate è aumentato drasticamente, fino al 69%, mentre la portata dei progetti è stata notevolmente ridotta di ben il 55%. Tale spesa è stata inefficace per diverse ragioni: la necessità di colmare i deficit finanziari causati dalla rinegoziazione dei contratti PPP; preparazione inadeguata dei progetti da parte dei partner pubblici; e, ragione più cruciale, i contratti con i concessionari privati sono stati firmati prima di risolvere questioni importanti.
Gli auditor della Corte hanno constatato che le analisi preliminari erano state basate su scenari eccessivamente ottimistici. Di conseguenza, l’effettivo utilizzo è stato inferiore alle previsioni, del 69% per quanto riguarda le TIC (in Irlanda) e del 35 % per quanto riguarda le autostrade (in Spagna).
Per la maggior parte dei progetti esaminati, il PPP è stato scelto senza alcuna analisi comparativa preliminare di opzioni alternative, senza dimostrare quindi che garantisse il miglior rapporto benefici/costi e tutelasse l’interesse pubblico. La ripartizione dei rischi tra partner pubblici e privati è stata spesso inadeguata, incoerente e inefficace, mentre gli alti tassi di remunerazione (fino al 14 %) del capitale di rischio del partner privato non sempre hanno rispecchiato i bassi rischi sostenuti.
Inoltre, la maggior parte dei sei progetti TIC sottoposti a audit erano difficilmente compatibili con contratti di lunga durata, in quanto soggetti a rapidi mutamenti tecnologici.
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Il giudizio della Corte dei Conti UE
A giudizio della Corte, il finanziamento tramite PPP comporta incertezze e requisiti ulteriori. La possibilità di registrare i progetti PPP come voci fuori bilancio è stata un elemento importante. Cinque dei 12 progetti PPP valutati, per un costo totale di 7,9 miliardi di euro, sono stati inizialmente registrati fuori bilancio. Tale modo di procedere accresce il rischio di effetti collaterali negativi. Attualmente, solo un numero limitato di Stati membri dispone di quadri istituzionali e normativi adeguati e notevole capacità amministrativa per attuare con successo i PPP.
Gli Stati membri visitati non hanno elaborato una politica o strategia chiara per l’impiego dei PPP. Detta situazione non corrisponde all’obiettivo dell’UE di dare esecuzione alla maggior parte dei fondi UE tramite progetti a finanziamento misto, tra cui i PPP.
Raccomandazioni
La Corte formula una serie di raccomandazioni, rivolte sia alla Commissione che agli Stati membri. In particolare, la Commissione e gli Stati membri dovrebbero:
- evitare di promuovere un ricorso più intenso e diffuso ai PPP fino a quando le problematiche individuate non saranno state risolte;
- mitigare l’impatto finanziario dei ritardi e delle rinegoziazioni sui costi dei PPP sostenuti dal partner pubblico;
- basare la scelta del PPP su valide analisi comparative riguardanti le migliori opzioni di appalto;
- assicurare la necessaria capacità amministrativa e definire politiche e strategie chiare in materia di PPP, così da attuare con successo i PPP sostenuti dall’UE;
- migliorare il quadro UE per una migliore efficacia dei progetti PPP, in modo che la scelta del PPP sia giustificata da considerazioni relative al rapporto costi/benefici.
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