Bilancio UE post 2020 - CESE, spostare risorse su azioni per il clima
Dopo aver sollecitato un Quadro finanziario pluriennale post 2020 più ambizioso, il Comitato economico e sociale europeo rincara la dose: il 40% del bilancio UE post 2020 dovrebbe essere dedicato alle azioni per il clima.
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“Dobbiamo indirizzare le risorse che potrebbero dare luogo a una nuova bolla finanziaria, verso l'azione per il clima, per promuovere crescita e occupazione”. E’ quanto chiede Rudy De Leeuw, presidente della Confederazione europea dei sindacati e relatore della proposta 'Patto europeo tra finanza e clima' approvata dalla plenaria del Comitato economico e sociale europeo, l'organismo consultivo che rappresenta le organizzazioni dei lavoratori, delle imprese e di altri gruppi d’interesse a livello UE.
Per farlo, si chiede di impegnare il 40% del bilancio pluriennale europeo post 2020 e una pari quota del Piano Juncker verso investimenti diretti a contrastare gli effetti dei cambiamenti climatici e a promuovere un’economia sostenibile.
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L'UE dovrebbe quindi smettere di finanziare le industrie che sono controproducenti in termini ambientali, il che significa porre fine alle sovvenzioni ai combustibili fossili che si applicano ancora in molti Stati membri.
“In Europa abbiamo gli strumenti finanziari per organizzare la riconversione delle nostre industrie verso un modello più moderno e rispettoso dell'ambiente. Ci sono esempi di settori e industrie che l'hanno fatto in passato e in molti casi recuperano tutti i loro investimenti in termini di profitti”, prosegue il relatore.
Sotto il profilo finanziario, il CESE vorrebbe che la Banca europea degli investimenti diventasse “l'agente finanziario dello sviluppo sostenibile”.
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Una transizione possibile attraverso la concessione di un accesso allargato al programma di acquisto della Banca centrale europea, che permetterebbe alla BEI di assumere maggiori rischi nel finanziamento di progetti relativi alla transizione energetica, alla mobilità ecologica e all'innovazione.
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