Coronavirus: i fondi UE per l'agricoltura devono arrivare presto
Tra lo strumento per la ripresa dal Coronavirus Next Generation EU e il Bilancio UE 2021-2027 rivisto, le nuove proposte della Commissione UE riconoscono all'agricoltura il 7% di risorse in più rispetto al quadro finanziario presentato due anni fa. A fare la differenza saranno però i tempi di erogazione dei fondi UE e il sistema di regole che il settore dovrà rispettare, anche nel contesto degli obiettivi del Green Deal.
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Se nelle sue prime risposte al Coronavirus la Commissione UE è apparsa un po' latitante sul fronte agricoltura, il pacchetto di proposte presentate dalla presidente Ursula Von Der Leyen il 27 maggio - 1.850 miliardi tra Next Generation EU e revisione del Quadro finanziario pluriennale 2021-2027 - sembra un buon punto di partenza per sostenere la ripresa del settore. A condizione, però, di sbloccare il più rapidamente possibile le risorse della Politica Agricola Comune (PAC) e di non gravare sulle imprese europee con oneri, soprattutto ambientali, insostenibili e penalizzanti rispetto alle controparti dei Paesi terzi.
E' questo il giudizio che emerge dal confronto tra europarlamentari e rappresentanti del settore organizzato dall'Ufficio in Italia del Parlamento europeo e dalla Rappresentanza in Italia della Commissione UE con la digital conference “Agricoltura e sviluppo rurale nel Bilancio UE 2021-2027”.
Le proposte della Commissione UE in chiave anti Covid
La prima risposta della Commissione agli effetti del Coronavirus non si è concretizzata in stanziamenti dedicati al settore agroalimentare. Alcune misure, ricorda però Silvia Michelini, Direttrice presso la Dg AGRI della Commissione europea - come i corridoi verdi per la circolazione dei prodotti agroalimentari, il quadro temporaneo per gli aiuti di Stato, l'aumento degli anticipi PAC e la flessibilizzazione dei controlli - hanno assicurato la fluidità del mercato agrifood.
Nelle ultime settimane, poi, la Commissione ha adottato proposte decisive per la ripresa dal Covid e per il Quadro finanziario post 2020 che, stima il responsabile del Parlamento europeo in Italia Carlo Corazza, unite al piano di acquisti della BCE, potrebbero portare all'Italia liquidità aggiuntiva per circa 500 miliardi di sostegno, il 30% del Pil nazionale.
Dentro questo quadro all'agricoltura sono destinati 391 miliardi di euro a prezzi correnti nell'ambito del bilancio UE 2021-2027. Dal Next Generation EU arrivano invece circa 16 miliardi, destinati a rafforzare lo sviluppo rurale e a contribuire agli obiettivi climatici e ambientali delineati dalle strategie per la biodiversità e Farm to fork adottate il 20 maggio, sottolinea il nuovo capo della Rappresentanza in Italia della Commissione europea Antonio Parenti.
Progressi sul budget della PAC
Il Consiglio europeo di gennaio è fallito su cifre molto più basse, quindi le proposte di Bruxelles per la ripresa dalla pandemia e il nuovo Quadro finanziario pluriennale post 2020 rappresentano un punto di partenza positivo, commenta l'europarlamentare della commissione Industria e capo delegazione Italia Viva, Nicola Danti.
In più, aggiunge, quando si pensa al Next Generation EU non bisogna considerare solo i 16 miliardi espressamente dedicati all'agricoltura: gli attori interessati devono lavorare con il Governo per fare in modo che, nell'ambito del piano di rilancio nazionale, il settore agricolo possa attingere anche a una quota dei 560 miliardi dello Strumento per la ripresa e la resilienza.
Quanto alla dotazione della PAC nel QFP 2021-2027, se è vero che il I pilastro perde fondi rispetto all'attuale programmazione, mentre il II pilastro registra un incremento di circa l'8%, sottolinea il coordinatore del Gruppo S&D in Commissione Agricoltura al PE Paolo De Castro (Pd), quella che conta è la cifra complessiva, perchè la flessibilità proposta dall'Esecutivo UE permette agli Stati membri di spostare fino al 15% del budget tra pagamenti diretti e sviluppo rurale.
Di passo in avanti rispetto alla proposta del 2018 parla anche l'europarlamentare della ComAgri Salvatore De Meo (Forza Italia), anche se – osserva - le somme relative a Next Generation EU non sono inquadrate in maniera strutturale nel QFP e c'è il rischio che le sfide poste dalle nuove strategie UE vengono a coincidere con questo momento difficile per tante imprese rallentandone la ripresa.
Incentivi e non solo oneri per le imprese agricole
Non è pensabile che la programmazione pre-Covid non subisca delle modifiche, gli fa eco l'eurodeputato della ComAgri Angelo Ciocca (Lega). Le politiche scritte prima della pandemia devono essere riviste per evitare che le imprese europee debbano misurarsi sul mercato mondiale penalizzate da oneri che quelle di Paesi terzi non devono rispettare.
E se Michelini assicura che l'analisi condotta dalla Commissione UE conferma piena compatibilità tra PAC e Green deal, De Castro sottolinea che i target posti all'agricoltura dalle nuove strategie ambientali dovrebbero essere perseguiti passando da una logica di penalizzazione ad una di incentivazione, di premio nei confronti delle aziende più virtuose sul fronte della sostenibilità.
I fondi per il Green Deal devono essere aggiuntivi
Le perplessità sull'attuazione del Green Deal, però, non riguardano solo le regole. Dal punto di vista finanziario preoccupa che sia la PAC a dover contribuire principalmente al perseguimento degli obiettivi ambientali dell'Unione.
Come ogni nuova politica anche la transizione verde dovrebbe avere un budget dedicato, osserva Danti, mentre la PAC dovrebbe mantenere anzitutto la propria vocazione di politica agraria.
Quando si parla di sviluppo rurale, soprattutto nel contesto del Green New Deal, possono celarsi delle insidie per l'agricoltura, avverte poi il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti. Le varie infrastrutturazioni, ad esempio, se poste nel II pilastro della PAC rischiano di lasciare una dotazione esigua per gli investimenti degli agricoltori.
Sbloccare l'innovazione in agricoltura
Alla partita del Green Deal l'Italia si presenta già in posizione di vantaggio, con target già raggiunti in diversi ambiti, dalla riduzione dell'uso di fitofarmaci alla superficie destinata al bio, spiega De Castro, ma centrare obiettivi ambientali così ambiziosi richiede anche maggiori sforzi sul fronte dell'innovazione.
Non c'è solo da investire sull'agricoltura di precisione, occorre anche rivalutare il ruolo della genetica moderna. Non parliamo di Ogm, continua De Castro, ma dell'innovazione assistita, tecniche di ultima generazione che permettono di mettere a punto varietà resistenti e di ridurre ulteriormente l'uso della chimica.
Un richiamo, quello all'apertura alle new breeding techniques, condiviso dalle associazioni di categoria, anche se - avverte il presidente di CIA-Agricoltori italiani Dino Scanavino - dal via libera della politica ad avere masse di piante da impiantare passano vent'anni.
Nell'attuazione del Green Deal c'è poi da valutare che l'agricoltura è un ecosistema complesso, che conta grandi aziende che producono per l'industria della trasformazione e piccole imprese a conduzione familiare che garantiscono il presidio e la tenuta economica dei territori, ricorda Scanavino. E occorre decidere se la nuova PAC e il Green Deal debbano applicarsi a tutti allo stesso modo e come indirizzare le risorse nel modo più proficuo per gli uni e per gli altri.
No a convergenza esterna ed etichettatura a semaforo
Tra i nodi più controversi c'è poi il tema della convergenza esterna, il livellamento degli aiuti tra i diversi Paesi dell'Unione che porterebbe un danno enorme all'agricoltura italiana e del Mediterraneo, ben più dispendiosa di quella praticata in altri Stati membri, denunciano diversi relatori.
Bisogna incentivare l'agricoltura ad alto valore aggiunto, che investe sulla sostenibilità, sull'innovazione e genera occupazione, il premio unico non è accettabile, sottolinea il presidente di Coldiretti Ettore Prandini.
Coro di no anche sul Nutri-score, il sistema di etichettatura a semaforo che classifica i cibi in base alla sola la presenza di calorie, grassi saturi, zucchero e sale e rischia di penalizzare Dop e Igp nostrane.
Attenzione agli effetti del Quadro temporaneo sugli aiuti di Stato
Il Quadro temporaneo per gli aiuti di Stato adottato dalla Commissione a marzo e poi ampliato ad aprile e maggio ha permesso ai Paesi membri di intervenire più facilmente a supporto delle imprese. Se crediamo nell'UE unita, però, non possiamo permettere che chi ha più risorse da destinare al sostegno dell'economia le inietti nei propri settori produttivi falsando la concorrenza nel mercato interno, avverte Giansanti.
Dei 2mila miliardi di aiuti di Stato autorizzati dall'Esecutivo UE in base alle regole temporanee circa la metà riguardano misure adottate dal governo tedesco, mentre l'Italia incide per il 15%. Di questo passo, spiega l'eurodeputato della commissione Mercato interno Carlo Fidanza (Fratelli d'Italia), avremo degli squilibri nel mercato unico e rischi di scalate ostili ai danni delle nostre eccellenze produttive.
Reciprocità negli accordi commerciali
Altro tema decisivo, in un momento in cui tra l'altro si registrano spinte verso la chiusura dei mercati, è la reciprocità delle regole: non è possibile applicare requisiti restrittivi per le imprese UE e poi facilitare le importazioni da Paesi che non rispettano gli stessi standard, denuncia Prandini.
La strategia dovrebbe essere triplice, spiega l'europarlamentare della ComAgri Dino Giarrusso (M5S): valutare modifiche alle regole che si sono rivelate inadeguate, facilitare l'utilizzo dei fondi per la conversione sostenibile delle imprese e assicurare la difesa commerciale di quelle che hanno già intrapreso un percorso green per proteggere e promuovere i prodotti italiani.
Accelerare l'erogazione degli aiuti
Prima di tutto, però, c'è un tema di tempistiche. Non illudiamo le imprese che sono in difficoltà e che sono costrette a ricorrere al credito per affrontare l'emergenza che queste risorse possano arrivare oggi, avverte Ciocca.
Le nuove risorse non potranno essere utilizzate prima del 2022, concorda Prandini, un ritardo inaccettabile a fronte del periodo drammatico che l'agricoltura sta attraversando.
In generale la risposta al Covid sul fronte agricoltura è stata tardiva. Ora bisogna accelerare, perchè la tempistica di erogazione è decisiva, conclude Fidanza.
> Per approfondire: Bilancio UE: 1.850 miliardi per QFP 2021-2027 e Recovery Plan
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