Agroalimentare: Ismea, in crescita produzione ed export della DOP Economy
Nel 2019 la DOP Economy, l'insieme dei prodotti agroalimentari e vitivinicoli italiani DOP IGP STG, ha visto crescere produzione ed export. Un settore in cui - rivela il rapporto Qualivita di Ismea - l’Italia detiene il primato mondiale con 838 prodotti certificati, il 27% di tutti i prodotti a denominazione nel mondo.
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Nel 2019 il valore della DOP Economy ha raggiunto quota 16,9 miliardi di euro, in aumento del 4,2% su base annua, con un contributo del 19% al fatturato complessivo dell'agroalimentare. L’agroalimentare DOP, IGP e STG vale 7,7 miliardi di euro alla produzione, mentre il vitivinicolo imbottigliato incide per 9,2 miliardi di euro.
L'export della produzione certificata ha raggiunto invece i 9,5 miliardi di euro (+5,1% rispetto all'anno precedente), pari al 21% delle esportazioni nazionali di settore. Il contributo maggiore a questo risultato è fornito dal comparto dei vini, con un valore di 5,6 miliardi di euro, ma cresce anche il segmento del cibo DOP e IGP, che si attesta sui 3,8 miliardi di euro per un +7,2% annuo.
E' quanto emerge dal rapporto Qualivita Ismea, "una fotografia dettagliata del mondo delle denominazioni che per molti nostri territori rappresentano la spina dorsale di tenuta sociale ed economica", ha commentato la ministra delle Politiche agricole, Teresa Bellanova, intervenendo alla presentazione del report.
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Filiere DOP e IGP in crescita in 17 regioni, traina il Nord Italia
Le filiere dei prodotti DOP IGP dei comparti agroalimentare e vitivinicolo sono un sistema che caratterizza tutto il Paese e genera una ricchezza diffusa nel territorio nazionale, con 16,9 miliardi di euro di valore alla produzione distribuiti fra piccole realtà produttive e grandi distretti. Tutte le regioni e le province italiane hanno una ricaduta economica dovuta alle Indicazioni Geografiche, anche se indubbiamente è forte la concentrazione del valore in alcune aree: le prime quattro regioni per impatto si trovano al Nord Italia e concentrano il 65% del valore produttivo DOP IGP.
In cinque regioni su venti si supera 1 miliardo di euro di valore alla produzione generato dalle IG: Veneto (3,95 miliardi di euro), Emilia-Romagna (3,52 miliardi di euro), Lombardia (2,19 miliardi di euro), Piemonte (1,32 miliardi di euro), Toscana (1,16 miliardi di euro) e anche il Friuli-Venezia Giulia si avvicina alla soglia con 984 milioni di euro. Nel 2019 si registra un trend positivo per ben 17 regioni su 20 in Italia. Le crescite più importanti sono in Lombardia, con un incremento superiore ai 200 milioni di euro in un solo anno, e in Emilia-Romagna, con più di 100 milioni di crescita. Bene anche Piemonte e Campania, con un incremento annuale rispettivamente di 90 e 82 milioni di euro.
In termini relativi, si contano complessivamente 7 regioni con tassi di crescita percentuale a doppia cifra dell’impatto economico delle filiere DOP IGP in un solo anno, con segnali positivi dalle regioni del Sud Italia. Si conferma, quindi, un’evoluzione che va oltre le grandi filiere, grazie all’affermazione di poli di economia agroalimentare in numerose zone d’Italia, con sistemi territoriali di qualità diffusa intorno alle produzioni DOP IGP.
Il comparto agroalimentare DOP IGP è saldamente guidato dall’Emilia-Romagna, che conta il maggior numero di produzioni certificate (44 DOP IGP) in grado di generare un valore economico alla produzione di 3,1 miliardi di euro, per un contributo del 40% al valore complessivo del comparto. È interessante inoltre sottolineare che le quattro regioni che seguono mostrano tutte crescite a doppia cifra nel 2019: Lombardia (+15%), Campania (+13%), Veneto (+12%) e Piemonte (+10%) generando complessivamente un valore di oltre 3,2 miliardi di euro alla produzione, in crescita del +14% rispetto ai 2,9 dell’anno precedente.
Nel settore vitivinicolo DOP e IGP, il Veneto si conferma leader indiscusso, con 53 vini certificati che generano complessivamente un valore alla produzione di 3,5 miliardi di euro (valore ex fabrica vino imbottigliato) per un contributo del 38% al valore complessivo del comparto. Toscana e Piemonte sono le altre due regioni italiane che contano più di 50 produzioni certificate, in grado di generare un fatturato alla produzione vicino al miliardo di euro. Delle prime cinque regioni per valore, tre sono del Nord-Est: oltre al Veneto, Friuli-Venezia Giulia e Trentino-Alto Adige in quarta e quinta posizione. Segue la Sicilia, prima regione del Sud-Italia per valore economico del vino DOP IGP.
Dai formaggi alle carni, come sono andati nel 2019 i prodotti DOP e IGP
In base al rapporto Ismea, il comparto più rilevante in termini economici è quello dei formaggi DOP e IGP, con 4,5 miliardi di euro alla produzione (+10%) e 7,5 miliardi di euro al consumo (+5%), a fronte di una produzione complessiva tendenzialmente stabile a 549mila tonnellate (+1%). L’export vola al +13% e supera per la prima volta i 2 miliardi di euro.
Crescita più modesta per le carni fresche, con 14mila tonnellate di produzione certificata (+1,4%), 92 milioni di euro alla produzione (+0,9%) e 196 milioni di euro al consumo (+0,8%). L’export riguarda il 10% della produzione per un valore di 10 milioni di euro (-2,9%).
Trend in calo per la produzione di prodotti a base di carne - il valore di 1,9 miliardi di euro nel 2019 scende del 4,7% rispetto all’anno precedente - anche se al consumo si sfiora la quota di 5 miliardi di euro, con un +3,5%. Aumenta anche l’export che, con il +5,6% su base annua, supera per la prima volta i 600 milioni di euro.
Riprende a crescere il comparto degli aceti balsamici DOP e IGP, il terzo per valore nel settore cibo a Indicazione geografica con 389 milioni di euro alla produzione e 982 milioni di euro al consumo, entrambi al +5,6% sull’anno precedente. Il 92% della produzione di aceto balsamico è destinata all’export, che con un valore di 891 milioni di euro rappresenta quasi un quarto del totale delle esportazioni dell’agroalimentare italiano DOP e IGP.
Gli ortofrutticoli DOP e IGP registrano un valore di 318 milioni di euro alla produzione (+2,1%) e di 894 milioni di euro al consumo (+27%), ma il rapporto registra una flessione dell’export a 134 milioni di euro nel 2019 (-40%), dovuta perlopiù alle dinamiche competitive europee all’interno di questo comparto.
Per quanto riguarda l'olio di oliva, il 2019 ha visto un calo del prodotto certificato, 11mila tonnellate (-11%), a causa di una disponibilità complessiva 2018 particolarmente scarsa. Il valore alla produzione è di 82 milioni di euro (-4,6%) e di 134 milioni di euro al consumo (-7,4%). L’export riguarda il 39% della produzione certificata e raggiunge 56 milioni di euro (-11%).
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