Mobilità elettrica: UE lontana dal target di 1 milione di punti di ricarica entro il 2025
A dirlo una relazione della Corte dei conti europea: la disponibilità di stazioni di ricarica varia notevolmente da Paese a Paese, i sistemi di pagamento non sono armonizzati e non sono disponibili informazioni in tempo reale per gli utilizzatori.
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Si tratta di carenze importanti, soprattutto alla luce della crescita del comparto e-cars. Nonostante il generale calo delle immatricolazioni di nuovi veicoli dovuto alla pandemia, infatti, il segmento dei veicoli elettrici e ibridi ricaricabili ha visto crescere considerevolmente la propria quota di mercato.
Lo scorso anno, un’auto ogni dieci vendute nell’UE era ad alimentazione elettrica, ma le infrastrutture di ricarica non sono accessibili in modo uniforme nell’UE.
Nonostante alcuni successi - quali la promozione di uno standard comune UE per i connettori di ricarica dei veicoli elettrici, e il migliorato accesso alle diverse reti di ricarica - secondo una relazione della Corte dei conti europea - permangono ostacoli agli spostamenti con veicoli elettrici nell’UE. E ciò fa sì che il Vecchio Continente sia molto lontano dal raggiungere l’obiettivo del Green Deal di un milione di punti di ricarica entro il 2025.
Gli auditor della Corte hanno rilevato che la disponibilità di stazioni di ricarica accessibili al pubblico varia notevolmente da paese a paese, che i sistemi di pagamento non sono armonizzati e che non sono disponibili informazioni in tempo reale per gli utilizzatori.
“La mobilità elettrica necessita di un numero sufficiente di infrastrutture di ricarica. Ma affinché tali infrastrutture siano costruite, è necessario che ci siano maggiori certezze circa la diffusione dei veicoli elettrici”, ha dichiarato Ladislav Balko, il membro della Corte responsabile della relazione. “La Corte ritiene che la Commissione dovrebbe fare di più per sostenere una copertura della rete in tutta l’UE e garantire che i fondi UE vadano là dove sono maggiormente necessari”.
L’UE sostiene gli Stati membri nella realizzazione di infrastrutture di ricarica elettrica mediante strumenti di intervento, coordinamento e finanziamenti.
Secondo la Corte, non è stata realizzata un’analisi completa del deficit infrastrutturale, che stabilisse quante stazioni di ricarica accessibili al pubblico fossero necessarie, dove avrebbero dovuto essere situate e quale potenza avrebbero dovuto erogare. I finanziamenti forniti mediante il Connecting Europe Facility non sono sempre andati dove erano maggiormente necessari, e non vi erano valori-obiettivo chiari e coerenti né requisiti minimi in materia di infrastrutture a livello UE.
Sistemi informativi e di pagamento differenti complicano l’esperienza dell’utente. Ad esempio, tra le diverse reti vi sono scarse informazioni coordinate sulla disponibilità in tempo reale, sui dati di ricarica e sui dettagli di fatturazione.
Nella prospettiva del riesame in corso del quadro strategico e normativo in materia di mobilità elettrica, la Corte raccomanda alla Commissione europea di preparare una tabella di marcia con i termini entro cui raggiungere i valori-obiettivo per le infrastrutture di ricarica e di stabilire norme e requisiti minimi. Raccomanda inoltre di destinare i finanziamenti sulla base di criteri oggettivi e di analisi del deficit infrastrutturale, nonché di garantire che i progetti cofinanziati dall'UE offrano un accesso sostenibile e non discriminatorio a tutti gli utilizzatori.
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