Lo stato dell'arte del PON Governance e il ruolo di ReactEU
In attesa del nuovo Programma operativo Capacità per la Coesione 2021-27, su cui è in corso il negoziato con Bruxelles, il comitato di sorveglianza del PON GOV 2014-20 ha fatto il punto sull'avanzamento della spesa e sulle novità intervenute grazie ai fondi europei aggiuntivi ReactEU.
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Mentre si attende l'ok al PO CapCoe 2021-27, ad oggi l'unico Programma italiano a non aver ancora ricevuto luce verde della Commissione europea, il suo predecessore PON Governance e Capacità istituzionale 2014-2020 arriva all'ottavo Comitato di sorveglianza con le carte in regola, nonostante l'ingente iniezione di risorse proveniente da ReactEU: oltre 1,6 miliardi che hanno portato la dotazione complessiva del PON GOV a più di 2,4 miliardi di euro.
A che punto è il PON Governance 2014-2020?
Nella sua ultima versione il PON GOV conta su risorse per 2.490.747.399 euro. La dotazione iniziale di 805.589.096 euro è stata integrata infatti con fondi aggiuntivi ReactEU, inizialmente pari a 1.285.158.303 euro e poi saliti a 1.685.158.303 euro con la tranche 2022, che ha permesso di completare il finanziamento di alcune misure dell’annualità 2021, relative in particolare alle spese del personale sanitario e all'acquisto di vaccini per il contrasto all’emergenza COVID‐19.
Alla data del 30 novembre 2022, gli interventi complessivamente approvati sono 154, per un costo ammesso di 2.714.743.617, pari al 108,99% della dotazione complessiva del Programma. Vi è quindi un overbooking che si prevede di riassorbire disattivando alcune progettualità del PON e trasferendole in salvaguardia sul POC Governance, il Programma complementare finanziato con risorse nazionali che con la riprogrammazione andrebbe a valere complessivamente 801,9 milioni di euro.
Nel corso del 2022, si è consolidato ulteriormente il portafoglio progetti dell’Organismo Intermedio – Dipartimento della funzione pubblica con 32 interventi avviati, per un importo programmato complessivo di 320,8 milioni di euro, corrispondente al 100% circa delle risorse delegate all’OI nell’ambito del PON.
Anche il portafoglio progetti dell’Organismo Intermedio – Ministero della Giustizia si è arricchito, con 9 interventi avviati, tra cui 7 nuovi progetti, per un importo programmato complessivo di 79,3 milioni di euro corrispondente a circa il 96% delle risorse delegate all’OI nell’ambito del Programma.
In generale, gli impegni giuridicamente vincolanti assunti dai beneficiari a valere sul PON GOV ammontano a 2.288.069.290, l’84,28% dell’importo finanziato, mentre la spesa certificata cumulata ha raggiunto al 30 novembre scorso la quota di 476.817.928 euro, corrispondente al 55,70% degli impegni assunti nell’ambito degli Assi FESR e FSE del Programma. Il target di spesa n+3 previsto alla fine dello scorso anno è stato quindi superato in anticipo.
Passando alle previsioni di spesa per gli anni 2022‐2023, l'Autorità di gestione stima che già il dato al 31 dicembre 2022 si attesti a quota 1,17 miliardi, di cui 9 milioni del FSE e 2,3 milioni del FESR relativi alle progettualità originarie del Programma, 133,8 milioni a valere sull’Asse 5 FSE ReactEU (Spese del personale sanitario) e l’intera dotazione dell’Asse 6 FESR ReactEU (Acquisto di vaccini) per 1.024.941.776 euro.
Le previsioni di spesa 2023, ha spiegato l'AdG Carla Cosentino, dovrebbero assicurare il completo assorbimento della dotazione del Programma: la stima è di 317,5 milioni (129,6 milioni di risorse FESR e di 187,9 milioni a carico del FSE) relativi all’avanzamento finanziario dei progetti nativi PON e di un’ulteriore quota di 178 milioni relativa alle spese emergenziali.
Per approfondire: Fondi europei 2021-27: cosa prevede il nuovo Accordo di partenariato
Per quanto riguarda infine la valutazione qualitativa del Programma, gli ostacoli ai progetti di riforma sono stati ricondotti a cinque macro fattori che ora il PON Capacità per la Coesione 2021-27 dovrà contribuire ad affrontare:
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il profilo dei dipendenti pubblici impegnati nei progetti caratterizzato da uno scarso livello di competenze, soprattutto in materie STEM
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l’elevato turnover (aggravato dall’elevata età media dei dipendenti) non supportato da nuovi ingressi, con la perdita del personale più esperto
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gli assetti organizzativi delle Amministrazioni, inadeguati ad accogliere innovazioni e trasformazioni digitali e troppo eterogenei per l'adozione di soluzioni standard
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la lentezza dei processi di attuazione delle riforme (anche a causa delle continue evoluzioni del quadro normativo).
Tra le condizioni facilitanti, invece, sono emerse la certezza delle risorse economiche spendibili, la disponibilità di conoscenze e competenze grazie ad interventi di informazione e formazione, soprattutto tramite affiancamento sul campo, le collaborazioni attivate tra le Amministrazioni e tra i vari soggetti coinvolti nel progetto.
Da qui alcune raccomandazioni che comprendono la necessità di integrare azioni di capacity building e di empowerment, di bilanciare l’attenzione per i tematismi (ambiente, digitale, ecc..) con l’attenzione per il metodo (change management, sistemi organizzativi, ecc.) e di costruire strutture all’interno dell’Amministrazione centrale dedicate unicamente alla capacità amministrativa e che dispongano di adeguate risorse per interagire con i beneficiari, insieme a un sistema di monitoraggio e valutazione rafforzato in relazione alla complessità e alla dimensione strategica della capacità amministrativa.
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