E-communication: un mercato da 110 miliardi l'anno
Che la rete sia il futuro non ci sono dubbi. E se l'Europa vuole crescere deve cavalcare l'onda, rendendosi attrattiva agli operatori del settore. Deve cioè potenziare le e-communications, il mercato unico digitale, una fonte di ricchezza unica, che potrebbe far crescere il prodotto interno lordo Ue di 110 miliardi di euro l'anno. Lo dimostra uno studio realizzato per conto della Commissione europea da Ecorys, Ddelft University of Technology e Tno.
Lo studio mette in luce una serie di punti deboli del digital market Ue. Incertezza e frammentazione normativa, innanzitutto, che rendono gli operatori poco inclini ad investire in Europa. A causa dell'eterogeneità dei regolamenti, infatti, gli investitori del setore che lavorano in più nazioni sono costretti a duplicare i costi, limitando in tal modo le opportunità di realizzare un'economia di scala.
Allo stesso tempo, il lavoro che l'Unione europea deve svolgere è sulle infrastrutture. La domanda di banda larga aumenta, guidata dallo sviluppo dei servizi over-the-top, soggetti terzi indipendenti dai provider di connettività, come motori di ricerca, social media, servizi di e-commerce e file sharing. Perché questi servizi possano svilupparsi pienamente anche in Europa, portando con sé un contributo decisivo alla crescita economica, è necessario migliorare la qualità delle connessioni di rete e le infrastrutture web.
Creare un mercato unico digitale che sia standardizzato e competitivo significa crescere, innanzitutto a livello economico. “Il digital single market è il caffé dell'economia, saremmo pazzi a non berlo”, ha dichiarato la vicepresidente della Commissione europea Neelie Kroes, commentando i risultati dello studio.
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