Agroalimentare - riparto fondi per promozione Made in Italy
6 milioni di euro per la valorizzazione del Made in Italy agroalimentare in Italia e all'estero.
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Fondo di promozione del Made in Italy agroalimentare
Pubblicato sul sito del Mipaaf il decreto interministeriale che stabilisce il riparto del Fondo per le politiche per la valorizzazione, la promozione e la tutela, in Italia e all'estero, delle imprese e dei prodotti agricoli e agroalimentari.
La dotazione finanziaria è di 6 milioni di euro, così ripartiti:
- 3 milioni di euro per la valorizzazione delle produzioni di eccellenza, in particolare agricole e agroalimentari, e tutela all'estero dei marchi e delle certificazioni di qualità e di origine delle imprese e dei prodotti;
- un milione di euro per il sostegno alla produzione dei prodotti italiani nei diversi mercati, anche attraverso appositi accordi con le reti di distribuzione;
- un milione di euro per la realizzazione di un segno distintivo unico, per le iniziative di promozione all'estero, delle produzioni agricole e agroalimentari che siano rappresentative della qualità e del patrimonio enogastronomico italiano;
- un milione di euro per la realizzazione di campagne di promozione strategica nei mercati più rilevanti e di contrasto al fenome dell'Italian sounding.
Il Fondo rientra nel quadro delle attività riguardanti il settore agricolo e agroalimentare previste dal Piano per la promozione straordinaria del Made in Italy e l'attrazione degli investimenti in Italia, la cui realizzazione è affidata all'ICE-Agenzia per la promozione all'estero e l'internazionalizzazione delle imprese italiane.
Le modalità di gestione del Fondo da parte dell'ICE, in particolare le spese ammissibili, le modalità di concessione delle varianti, il monitoraggio, la rendicontazione, la verifica e il controllo, saranno definite con successivo decreto.
> Piano Made in Italy - promozione dell'agroalimentare negli Usa
Export ortofrutta in calo
Con 8 miliardi di euro, il comparto ortofrutticolo è al primo posto nella classifica dell'export dell'agroalimentare italiano, con un valore alla produzione agricola di 12 miliardi di euro.
Dal secondo "Rapporto Nomisma - Unaproa sulla Competitività del Settore Ortofrutticolo Nazionale", presentato nelle scorse ore a Roma, risulta tuttavia che, nell'ultimo decennio, la quota dell'Italia sul commercio mondiale di ortofrutta fresca è scesa dal 5,1% al 3,6%, così come è calata - in questo caso dal 7,7% al 6,5% - la quota del Made in Italy sull'export di ortofrutta trasformata.
"Complice la concorrenza di grandi player come Stati Uniti e Cina - spiegano i ricercatori di Nomisma - Unaproa - l'arena mondiale ha visto l'ingresso di competitor emergenti, in grado di conquistarsi repentinamente un posto al sole". Come il Perù, che nel commercio mondiale di uva da tavola negli ultimi 10 anni è passato dall'1% al 7% di quota all'export, o l'Iran, che nel commercio globale di kiwi è salito, nello stesso periodo, dallo 0% al 5%, o l'Egitto, che con gli agrumi ha scalato 7 punti percentuale da 2% a 9%.
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