Il discorso di Meloni e la tabella di marcia del Governo tra dl Aiuti, manovra e PNRR
Alla Camera per le dichiarazioni programmatiche del Governo, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha delineato gli orientamenti del nuovo Esecutivo di centro-destra e le priorità che guideranno i prossimi provvedimenti di carattere economico: gli aiuti per famiglie e imprese contro il caro energia, la legge di Bilancio 2023 e l'attuazione del Recovery Plan.
Dalla Legge di Bilancio al PNRR: i dossier in bilico con la crisi di Governo
Siamo nel pieno di una tempesta e la nostra imbarcazione ha subìto diversi anni, ma ne eravamo consapevoli e ci siamo fatti carico di questa responsabilità, ha detto Giorgia Meloni indicando, nelle dichiarazioni programmatiche al Parlamento, la rotta che il Governo intende seguire nei prossimi mesi.
La crisi energetica impone di adottare in fretta una serie di provvedimenti, a cominciare dai nuovi aiuti a imprese e famiglie alle prese con il caro bollette, preludio di mesi in cui le spinte inflazionistiche sembrano destinate ad acutizzarsi concretizzando lo scenario di recessione paventato da più parti.
Lo schema potrebbe essere quello di distribuire gli interventi tra un nuovo decreto Aiuti e il disegno di legge di Bilancio 2023, che il Parlamento dovrà adottare definitivamente entro il 31 dicembre 2022. Il profilo di questi provvedimenti, alla luce delle dichiarazioni programmatiche rese da Meloni alla Camera, andrà a privilegiare le misure anticrisi più urgenti, rinviando molte delle promesse elettorali della coalizione di centro-destra.
Coalizione che, ha rassicurato Meloni, si muoverà nel rispetto delle regole europee e perseguirà nel dialogo con Bruxelles un approccio pragmatico, per cambiare le regole che non funzionano - con un esplicito riferimento al dibattito sulla riforma del Patto di stabilità e crescita - e indirizzare l'Unione verso risposte più efficaci alle crisi.
Nessuna discontinuità anche sul sostegno all'Ucraina e sul pressing per misure europee alla crisi energetica. Cedere al ricatto di Putin sull'energia aggraverebbe la situazione aprendo la strada a ulteriori ricatti, ha detto la neo premier, ma ai segnali positivi dell'ultimo Consiglio europeo devono seguire interventi concreti, altrimenti la speculazione ripartirà.
Nuovo decreto Aiuti e legge di Bilancio 2023 per sostenere imprese e famiglie
Dentro questa cornice, il lavoro delle prossime settimane sarà volto anzitutto a rafforzare le misure contro il caro bollette per famiglie e imprese, un "sostegno imponente" che - ha anticipato Meloni - costringerà il Governo a rinviare alcuni provvedimenti in programma.
Dal momento che l'aumento dell'inflazione, insieme al caro energia, sta erodendo il potere di acquisto, al rifinanziamento degli aiuti per i cittadini e le aziende, probabilmente in un decreto ad hoc, si accompagneranno altre azioni in legge di Bilancio volte ad accrescere il reddito delle famiglie, tra cui la presidente del Consiglio ha citato la la riduzione delle imposte sui premi di produttività, l'innalzamento ulteriore della soglia di esenzione dei cosiddetti fringe benefit, il potenziamento del welfare aziendale e l'allargamento della platea dei beni primari che godono dell'IVA ridotta al 5%.
Parallelamente il Governo intende lavorare alla diverficazione delle fonti energetiche, sfruttando il patrimonio di energia verde di cui in particolare il Mezzogiorno dispone, e portare avanti una politica industriale per valorizzare il made in Italy, dai marchi di alta moda all'alta tecnologia, fino alle eccellenze agroalimentari.
Insomma una serie di misure orientate a una crescita stabile e duratura, unica strada, ha spiegato Meloni, per affrontare lo scenario di probabile recessione e insieme portare avanti il programma di riduzione del debito pubblico.
Alla crescita dovranno contribuire anche lo sforzo di semplificazione degli eccessi burocratici, con meno regole più chiare per tutti, e il nuovo patto fiscale basato sui tre pilastri della riduzione delle tasse, della regolarizzazione delle posizioni con il fisco per cittadini e imprese in difficoltà e della lotta all'evasione, che passerà anche per la modifica dei criteri di valutazione dell'Agenzia delle Entrate, che saranno ancorati agli importi effettivamente incassati e non più al numero delle contestazioni.
Tra le priorità del nuovo Esecutivo indicate da Meloni anche i tavoli di crisi industriale aperti, le tutele per i lavoratori autonomi e il capitolo pensioni, che per il momento troverà nella manovra 2023 solo lo spazio per il rinnovo delle misure di flessibilità in uscita in scadenza a fine anno. In prospettiva il Governo punta però a sostituire la Fornero con una riforma previdenziale volta a disinnescare la bomba sociale di migliaia di lavoratori che, in base al solo regime contributivo, si troveranno con assegni inadeguati.
Come atteso la neo premier è intervenuta anche per chiarire il destino del reddito di cittadinanza: il sostegno per le persone in difficoltà che non sono in grado di lavorare verrà mantenuto e migliorato, ha assicurato. Per gli altri, l'addio al RdC sembra ormai certezza: la soluzione per loro - ha detto - passa solo per lavoro e formazione, anche sfruttando le risorse del Fondo sociale europeo.
55 obiettivi PNRR entro dicembre per terza rata da 21 miliardi
Nella lista delle urgenze e delle opportunità c'è anche il PNRR, una sfida complessa che - ha detto Meloni - richiederà ancor più attenzione e una serie di aggiustamenti da negoziare con Bruxelles per tenere conto dei rincari energetici e delle materie prime con approccio pragmatico e non ideologico.
Anche fronte Recovery i tempi sono però serrati. Per l'avanzamento degli investimenti e delle riforme del Piano nazionale di ripresa e resilienza, il quadro è stato tracciato in occasione del Consiglio dei Ministri del 1° settembre, quando Draghi e l'ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio Roberto Garofoli hanno dettato la tabella di marcia per centrare tutti i 55 obiettivi di fine anno e ottenere la terza rata da 21,8 miliardi.
A vigilare sull'attuazione del Piano, come sui fondi strutturali europei della Politica di Coesione UE e sulle risorse nazionali del Fondo di sviluppo e coesione (FSC), sarà il neo ministro delle Politiche europee, la coesione e il PNRR Raffaele Fitto, cui spetterà anche sbloccare il negoziato con Bruxelles sulle eventuali modifiche al Piano. Un'operazione già ampiamente annunciata dalla presidente Meloni in campagna elettorale e ora resa più urgente dalle previsioni della Nadef 2022, la Nota di aggiornamento al documento di economia e finanza che ha ridimensionato a circa 21 miliardi la stime delle risorse che saranno effettivamente spese entro la fine di quest’anno. Circa 170 miliardi dovranno quindi essere spesi, in un contesto pieno di incognite, nell'arco dei prossimi tre anni e mezzo.
Per approfondire: Le nuove misure per accelerare sul PNRR e centrare gli obiettivi 2022